Darfur/Non c’è Pace Senza Giustiza: il Consiglio di Sicurezza ONU compia un atto formale che obblighi il Sudan a cooperare con la Corte Penale Internazionale

Bruxelles – Roma, 5 giugno 2008

L’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia, insieme ad altre 60 organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo appoggia la campagna “Justice for Darfur”, facendo appello alla comunità internazionale affinché assicuri l’immediato arresto e la pronta consegna alla Corte Penale Internazionale delle persone accusate di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità in Darfur.
 
Oggi il Procuratore capo della Corte Penale Internazionale Luis Moreno-Ocampo riferirà di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sullo stato delle indagini della Corte in Darfur e sugli importanti mandati d’arresto emessi lo scorso aprile nei confronti di Ahmad Harun e Ali Kushayb.
 
La campagna “Justice for Darfur” si rivolge al Consiglio di Sicurezza affinché approfitti di questa occasione per richiamare il Sudan all’adempimento dei suoi obblighi, previsti dalla risoluzione 1593 (che demanda la situazione del Darfur alla Corte Penale Internazionale) e arrestando e consegnando alla Corte dell’Aia questi due sospetti criminali.
 
Dichiarazione di Sergio Stanzani e Gianfranco Dell’Alba, Presidente e Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia.
 
“Ad oggi le autorità sudanesi hanno sempre tenacemente rifiutato di cooperare con la Corte Penale Internazionale ed altresì di assicurare la presenza al cospetto della Corte dei due indagati raggiunti dal mandato di cattura. NPSG condivide pienamente quanto dichiarato dall’appello dei promotori della campagna “Justice for Darfur”: il Sudan adempirà ai propri obblighi solo dopo che il Consiglio di Sicurezza avrà intrapreso un’azione formale per assicurare il rispetto delle proprie risoluzioni.
Di fronte al progressivo deteriorarsi della sicurezza interna e a nuove denunce di atrocità commesse da entrambe le parti in causa in Sudan, è sempre più importante che il Consiglio di Sicurezza chiarisca la sua determinazione nell’assicurare che le persone accusate di avere le maggiori responsabilità per i crimini suddetti rendano conto delle loro azioni e che alla richiesta di giustizia che giunge dalla popolazione del Darfur venga data risposta.
Lanciamo quindi un appello al Consiglio di Sicurezza affinché adotti una nuova risoluzione che richiami il Sudan all’adempimento dei suoi obblighi internazionali, cooperando con le indagini della Corte Penale Internazionale in Darfur e consegnando i due indagati alla Corte senza alcun ulteriore ritardo, e provvedendo a che il Consiglio di Sicurezza possa prendere ogni misura ritenuta più efficace perché ogni persona sospetta e raggiunta da mandato di cattura della Corte possa essere prontamente localizzata, arrestata e consegnata ai giudici dell’Aia.”
 
Per ulteriori informazioni: Alison Smith, Coordinatrice del Programma Giustizia Penale Internazionale, a asmith@npwj.org o Nicola Giovannini, a ngiovannini@npwj.org o al +32 (0)2 548-3910