ICTY (Tribunale Penale Internazionale per la Ex-Jugoslavia): “Non c’è Pace Senza Giustizia” accoglie con grande soddisfazione l’assoluzione dell’ex Primo Ministro del Kosovo Haradinaj

Bruxelles – Roma, 4 Aprile 2008

La Prima Camera di Giudizio del Tribunale Penale Internazionale per la  ex-Jugoslavia ha assolto l’ex Primo Ministro Ramush Haradinaj da tutte  le imputazioni di crimini di guerra e crimini contro l’umanità che  sarebbero stati commessi nella Valle di Decan in Kosovo, tra il marzo e  il settembre 1998, dopo che i giudici hanno riscontrato che l’accusa  non ha portato prove sufficienti a dimostrazione dell’esistenza di una  campagna organizzata per l’uccisione e l’espulsione di civili serbi e  non-albanesi dal Kosovo occidentale.

Il 4 marzo 2005, il Tribunale Penale Internazionale per la  Ex-Jugoslavia ha messo in stato d’accusa Haradinaj, insieme a due  ex-comandanti dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA), per 17  imputazioni di crimini contro l’umanità e 20 imputazioni per crimini di  guerra. L’8 marzo, Haradinaj si è presentato volontariamente al  Tribunale Penale Internazionale per la Ex-Jugoslavia, per affrontare in  giudizio le accuse rivoltegli.

Ramush Haradinaj, ex Primo Ministro del Kosovo amministrato dall’ONU nel 2005 ed ex Comandante in Capo dell’ora sciolto Esercito di  Liberazione del Kosovo (KLA), che ha combattuto contro le truppe di  Belgrado dell’ex Presidente Yugoslavo Slobodan Milosevic, è stato il  kossovaro di etnia albanese più alto in grado accusato dal Tribunale Penale Internazionale per la ex- Jugoslavia. Il suo è stato uno dei  processi di più alto profilo tenutosi all’ICTY, dopo quello contro l’ex  Presidente Yugoslavo Slobodan Milosevic.

Dichiarazione del Senatore Sergio Stanzani, Presidente di “Non c’è Pace senza Giustizia”:

“Non c’è Pace senza Giustizia accoglie con grande soddisfazione la decisione del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia di assolvere Ramush Haradinaj da tutte le accuse contro di lui e sottolinea, come già detto in passato, che la messa in stato di accusa non avrebbe mai dovuto avere luogo. Ci rammarichiamo molto del fatto che il Kosovo sia stato privato del suo Primo Ministro durante la difficile transizione da una società oppressa verso la democrazia, ed ora ad uno Stato indipendente.

Non c’è pace senza giustizia, che ha condotto le indagini sui crimini di guerra durante la guerra in Kosovo, ha sempre considerato l’accusa nei confronti di Haradinaj come un maldestro tentativo di perseguire “nello stesso modo” tutti i gruppi etnici Serbi, Croati, Bosniaci, Kossovari, senza tener conto dei fatti storici e della vastità dei crimini commessi.

Le accuse contro Ramush Haradinaj sembravano l’espressione della volontà di una “distribuzione per quote” delle responsabilità: ecco perché è assai probabile che se le stesse accuse fossero state dirette contro un ufficiale Serbo, non avrebbero raggiunto il carattere probatorio e di gravità necessari per interessare il Tribunale Internazionale.

Che questo sia stato fatto nella speranza che Belgrado consegnasse Karadzic e Mladic, che a differenza di Haradinaj non hanno avuto il coraggio di presentarsi a L’Aja, o che questo sia invece il risultato di una posizione che confonde l’imparzialità con l’equidistanza, in ogni caso il risultato è stato quello di attribuire equivalenza morale tra vittime e carnefici.

Quello che sembrava un tentativo di riscrivere la storia, che avrebbe occultato la reale responsabilità degli orrori della guerra dei  Balcani, è stato messo a tacere. Speriamo che questa decisione contribuisca alla verità della storia del Kosovo e aiuti il giovane Stato ad orientarsi verso un futuro fondato sull’uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro etnia o appartenenza politica, sulla democrazia e sullo stato di diritto.”

Per informazioni: Antonella Dentamaro, 06-68803791 email:  adentamaro@npwj.org