Valutare l’incidenza dei matrimoni minorili, precoci o forzati in Italia


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non c'è Pace Senza Giustizia è stata impegnata, nuovamente grazie al supporto di The Circle, in un’analisi dell’incidenza dei matrimoni minorili, precoci o forzati in Italia e nell’individuazione di strategie e best practices che advocacy per migliorare il contesto italiano e renderlo più efficace nel contrasto e nella prevenzione del fenomeno.
 
Il matrimonio precoce, minorile o forzato, ovvero il matrimonio che coinvolge bambini o ragazzi di età inferiore ai 18 anni, è una violazione dei diritti umani ed è una grave forma di violenza sessuale sui minori. Secondo l’Unicef, oggi in tutto il mondo oltre 650 milioni di donne sono state fatte sposare quando erano ancora minorenni. Ogni anno almeno 12 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni. Nei paesi meno sviluppati il 40% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni e il 12% delle ragazze prima dei 15 anni. La pratica è particolarmente diffusa in Asia e nella fascia del Sahel, ma è presente anche in Occidente. L’incidenza è maggiore nelle regioni colpite da crisi e conflitti.
 
L’incidenza fra le bambine è sei volte maggiore che fra i bambini e risulta in un asservimento domestico e sessuale, con conseguenze negative dirette sulla realizzazione del potenziale umano del minore e con gravi effetti sullo sviluppo fisico e psicologico come le gravidanze precoci, che aumentano sensibilmente il rischio di complicazioni durante la gravidanza e il parto, di mortalità materno-infantile e di problemi di salute per il neonato, spesso prematuro e sottopeso, problemi nello sviluppo emotivo delle bambine, isolamento sociale, abbandono scolare, impossibilità di raggiungere una piena autonomia e, quindi, la dipendenza dal marito e la sottomissione al sistema patriarcale.
 
In Italia non esistono studi e statistiche ufficiali sul fenomeno dei matrimoni precoci. Alcune stime parlano di oltre 2.000 bambine nate qui e costrette a sposarsi. Nonostante l’obbligo espressamente imposto dalla Convenzione di Istanbul, l’Italia non prevede la criminalizzazione dei matrimoni forzati e/o precoci. Scopo dell’iniziativa promossa da NPSG è di rispondere a questa mancanza nonchè esortare le autorità italiane a prendere le misure adeguate per evitare che nessuna bambina sia prigioniera di questa pratica patriarcale.