Tutto il mondo contro Duterte: pioggia di critiche sulla guerra alla droga

Tutto il mondo contro Duterte: pioggia di critiche sulla guerra alla droga
di Andrea Spinelli Barrile, International Business Times, 13 Mar 2017


 
 
Lo scorso 23 febbraio la signora Leila de Lima è stata arrestata a Manila, nelle Filippine, accusata di corruzione e narcotraffico, diventando la più famosa detenuta del Paese, in patria e all'estero. Leila de Lima è una senatrice del Parlamento della Repubblica delle Filippine, già Ministro della Giustizia con il precedente governo, e negli ultimi mesi si è distinta per essere un'accanita oppositrice al presidente Rodrigo Duterte, criticandolo fortemente e accusandolo di responsabilità dirette nelle esecuzioni extragiudiziali di “spacciatori” e “drogati”: oltre 7.000 cadaveri dal 1 luglio ad oggi, secondo i numeri snocciolati dallo stesso governo filippino (la vice-presidente Robredo ha di recente corretto il numero parlando di 8.000 morti).
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Leila de Lima è il primo prigioniero politico della presidenza di Rodrigo Duterte ma non è l'unica a temere per la propria incolumità: il senatore Antonio Trillanes IV ha dichiarato di recente che “Duterte mi vuole morto”. Il proibizionismo nelle Filippine “si conferma come una potente e mortale museruola. Chi è contro la guerra alla droga è un nemico della sicurezza del popolo e, se non direttamente coinvolto o comunque coinvolgibile nel traffico, deve esser sequestrato fisicamente per zittire ogni voce critica” ha dichiarato a IBTimes Italia Marco Perduca dell'Associazione Luca Coscioni, ed ex-senatore Radicale, che partecipa proprio in questi giorni alla 60° Conferenza ONU sulle Droghe di Vienna.
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In verità la guerra alla droga di Duterte, che indigna mezzo mondo, sta incrinando gli equilibri politici anche all'interno delle Filippine: alla riunione della Commissione ONU di Vienna è intervenuta anche la vice-presidente delle Filippine Leni Robredo, che ha sorprendentemente criticato le priorità del presidente Duterte in materia di guerra alla droga: “È un problema complesso che non si risolve solo con le pallottole e deve essere considerato per ciò che è veramente: un complesso problema di salute pubblica legato a povertà e disuguaglianze sociali”, ha dichiarato in un video (…) trasmesso il 13 marzo durante un incontro organizzato dall'Associazione Luca Coscioni a margine della Conferenza ONU, con il sostegno dell'Internazionale liberale e della Drug Policy Alliance, oltre che in collaborazione con la DRCNet Foundation.
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Ieri (15 marzo) diversi senatori e deputati italiani hanno rilanciato un appello, #FreeLeila, lanciato proprio dall'Associazione Luca Coscioni, da Radicali Italiani e da Non C'è Pace Senza Giustizia affinché la senatrice filippina Leila de Lima venga scarcerata. Una battaglia sempre più aspra e sempre più ampia condotta dentro e fuori dell'arcipelago delle Filippine, che sopperisce oggi ciò che la comunità internazionale non riesce a fare: cercare di fermare i crimini di Duterte contro il suo stesso popolo.
 

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