CPI-Sudan: primo passo verso la giustizia per il popolo del Darfur

Roma-Bruxelles, 27 febbraio 2007

Con una mossa storica, il procuratore della Corte Penale Internazionale ha oggi presentato le prove alla Camera Preliminare della CPI, che richiedono che ordini di comparizione vengano inoltrati per due individui sospettati di avere responsabilità penali per i crimini in Darfur.
 
Non c’è pace senza giustizia si congratula per questo segnale di determinazione della CPI e della comunità internazionale di porre fine alle impunità e di rispondere alla richiesta di giustizia da parte del popolo del Darfur, che si evidenzia nell’ampio spettro di accuse attribuite nel documento del Procuratore incluso l’ assassino, la persecuzione e lo stupro.
 
NPSG chiede al Procuratore di continuare le investigazioni, non solo su coloro che hanno materialmente commesso i crimini, ma anche su coloro che sono al vertice della catena di comando, che sono i responsabili dell’istigazione e della pianificazione delle politiche e delle campagne che hanno implicato violazioni su larga scala del diritto penale internazionale: sono queste le persone che portano le più gravi responsabilità per i crimini commessi in Darfur.
 
NPSG chiede alle autorità sudanesi di cooperare pienamente con la CPI e di assicurare la presenza di quegli individui chiamati a comparire di fronte alla Corte. Il governo del Sudan alla quinta assemblea degli stati parti della Corte Penale Internazionale che si è tenuta nel dicembre del 2006 ha dichiarato che avrebbe iniziato un intenso processo di consultazione e cooperazione con la Corte. Questo è il momento di tramutare quelle parole in fatti.
 
NPSG inoltre chiede alle autorità sudanesi di tenere fede alle promesse di aprire processi nazionali per i crimini commessi in Darfur. La Corte Penale Internazionale è fondata sul principio di complementarità: se il Sudan si dimostra effettivamente intenzionato ed in grado di intraprendere autonomamente investigazioni e indagini in modo equo ed efficace, l’intervento diretto della CPI non sarà più necessario. Cosa ancora più importante vi è una necessità urgente per il popolo del Darfur che è la vittima di questi orrendi crimini, di essere informato e coinvolto nel lavoro che sta venendo intrapreso in suo nome.
 
Fin dal 2005 la CPI ha promesso di coinvolgere le comunità del Darfur in un processo di costruttiva interazione con la Corte volto a promuovere la comprensione e il supporto al proprio mandato, per far fronte alle aspettative e mettere in grado tali comunità di seguire e comprendere la strada della giustizia penale internazionale: NPSG si appella a tutti gli organi della Corte affinché mantengano questa promessa.