Egitto: NPSG si felicita della sentenza relativa al primo processo per mutilazioni genitali femminili nel Paese

Bruxelles – Roma – New York, 27 gennaio 2015

 
Il 26 gennaio 2015, il Tribunale di Aga in Egitto ha emesso una condanna di due anni e tre mesi di pena e 500 EGP di multa per il dott. Raslan Fadl, accusato di omicidio colposo e di aver commesso mutilazione genitale femminile sulla tredicenne Soheir Al-Batea, nel giugno 2013. Il padre della ragazzina, che ha voluto che fosse sottoposta alla pratica, ha ricevuto una condanna a tre mesi, poi sospesa. La sentenza di ieri ribalta di fatto la precedente assoluzione, risalente a novembre scorso, del dottore e del padre, contro cui il Procuratore Generale aveva immediatamente presentato appello.
 
Dichiarazione di Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma su Genere e Diritti Umani di Non c’è Pace Senza Giustizia:
 

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si rallegrano della sentenza di ieri relativa al primo processo per mutilazioni genitali femminili in Egitto, che rappresenta una pietra miliare nella battaglia legale contro questa violazione dei diritti umani nel paese. Questo verdetto manda un importante messaggio a tutti coloro che trasgrediscono la legge perpetrando questa violazione dei diritti umani: d’ora in avanti saranno ritenuti responsabili; la magistratura, inoltre, ha dimostrato di prendere importanti misure per proteggere le donne e le bambine da questa forma di violenza.
 
“In Egitto le MGF sono considerate un reato dal 2008, quando venne adottata una legislazione per rispondere al caso di una ragazzina morta un anno prima in seguito alla perpetrazione di MGF; la legislazione è stata inoltre il risultato di anni di campagna di parte della società civile e di alcune istituzioni, anche in occasione delle conferenze organizzate nel 2003 e 2008 da NPSG in collaborazione col Cosniglio Nazionale per la Maternità e l’Infanzia. Tuttavia, fino al processo al dottor Fadl e al padre di Soheir, non erano state emesse condanne. L’Egitto ha uno tra i più alti tassi di MGF, basti pensare che, secondo uno studio del Centro di Ricerche sulla Salute egiziano, almeno il 90% delle donne tra i 15 e i 49 anni è stata vittima di MGF, la maggior parte delle quali effettuate da personale medico.
 
“NPSG e il PRNTT hanno costantemente sottolineato la necessità di adottare e implementare leggi efficaci, che mettano al bando qualsiasi forma di MGF e promuovano la sua eliminazione. Oltre a fornire strumenti per perseguirne legalmente i perpetratori, la legislazione include strumenti legali rivolti alle donne e ragazze che vogliono sfidare in prima persona le MGF, lavorando al fianco di attivisti contro le MGF e attivisti dei diritti delle donne”.
 
“Nella maggior parte degli stati manca ancora una legislazione efficace, che protegga donne e bambine; anche laddove le leggi ci sono, manca la volontà politica di farle rispettare in maniera effettiva. NPSG e il PRNTT chiedono che tutti gli stati si impegnino a implementare le leggi contro le MGF, laddove ci sono, e a fornire un sostegno forte ad attivisti dei diritti umani, dei diritti delle donne e associazioni che portano avanti una battaglia quotidiana per porre fine a questa violazione dei diritti umani”.

 

Link utili:

 
Per ulteriori informazioni è possible contattare Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma contro le Mutilazioni Genitali Femminili, all’indirizzo  ajablonko@npwj.org / +32 494 533 915 o Nicola Giovannini, al  ngiovannini@npwj.org  /+32 (0)2 548-39 15.