Bahrein: NPSG ospita un dibattito con i leader dell’opposizione e invoca la fine della repressione e la promozione di significative riforme politiche

Bruxelles, 5 Giugno 2014


 

Il 5 giugno 2014, in occasione del viaggio di una settimana nelle principali città europee, una delegazione di leader dell’opposizione del Bahrein ha visitato Bruxelles per una serie di incontri con le istituzioni dell’UE e varie organizzazioni di diritti umani. La visita aveva lo scopo di attirare l’attenzione sulla situzione attuale del Bahrein e lavorare con partners internazionali nello sforzo di consolidare un dialogo serio e significativo che porti ad una riforma democratica genuina.

 
La delegazione era composta da Sheikh Ali Salman, Segretario Generale di Al Wefaq, Radhi Al-Mosawi, Segretario Generale della Società Waad (Società di Azione Nazionale e Democratica), Dr Munira Fakhro, docente e Vice-Presidente della Società Waad (Società di Azione Nazionale e Democratica), Abdulnabi Salman, Segretario Generale della Società Al-Minbar e Ali Alaswad parlamentare dimissionario di Al Wefaq

 

 

 
Per l’occasione Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha organizzato una tavola rotonda per discutere la situazione attuale e le prospettive future del paese. Alla riunone, condotta da Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG nell’ufficio di Bruxelles, hanno partecipato rappresentanti da varie NGO tra le quali Human Rights Watch, Amnesty International, Partnership for Democratic Change International (PDCI) e Human Rights Without Frontiers (HRWF).
 
La riunione ha dato l’occasione alla delegazione del Bahrein di sottolineare il progressivo deteriorarsi della situazione dei diritti umani nel paese. Nonostante le ripetute promesse di applicare le raccomandazioni emanate sia dalla Commissione Indipendente di Inchiesta del Bahrein (BICI) nel novembre 2011 che dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (HRC) nel maggio 2012, il regime del Bahrein non ha apportato alcuna riforma concreta. Ancor peggio, continua a negare di giorno in giorno i diritti basilari alla maggior parte bahreiniti. Gli attivisti della società civile, i difensori dei diritti umani, inclusi i minori, continuano ad essere esposti ogni giorno a molestie, detenzione arbitraria e carcerazione, maltrattamenti, processi iniqui e a sfondo politico che danno luogo ad ingiuste sentenze per aver partecipato a manifestazioni pacifiche o aver criticato le autorità.

 

 

La delegazione ha spiegato che i primi passi verso la soluzione della crisi costituzionale e politica è fermare le continue violazioni di diritti umani contro la popolazione bahreinita e rilasciare tutti i prigionieri di coscienza e i difensori dei diritti umani detenuti per aver esercitato il diritto di libera espressione e di assemblea pacifica a cominciare dai giovani, le donne, gli anziani, i malati e coloro che soffrono deformità. Il governo del Bahrein deve inoltre stabilire meccanismi credibili ed imparziali per far valere le responsabilità delle violazioni passate e prevenire i continui abusi come richiesto dal rapporto della BICI e dal meccanismo di UPR. Inoltre le autorità del Bahrein dovrebbero cooperare pienamente con i meccanismi di monitoraggio delle Nazioni Unite ed i Rapporteur Speciali per seguire una stima indipendente riguardo alla situazione dei diritti umani, in particolar modo riguardo la libertà di associazione e di assemblea, la situazione dei difensori di diritti umani, la tortura e l’equità dei processi.
 
La delegazione bahreinita ha inoltre sottolineato chiaramente la necessità di supporto ed impegno in tutta la regione, essenziale per portare il paese sulla giusta strada e aiutera ad ancorare il Bahrein alla democrazia e allo stato di diritto per riportare pace, stabilità e sviluppo. La comunità internazionale ha la responsabilità di far si che le autorità bahreinite non persistano nella continua strategia di repressione e di rappresaglia contro i sostenitori della democrazia, anziché conformarsi ai propri obblighi.
 
La delegazione ha infine enfatizzato che la partecipazione del partito di opposizione alle prossime elezioni, programmate per novembre 2014, è condizionata da riforme cruciali che darebbero la possibilità a coloro che contribuiscono ad un dialogo pacifico e nonviolento di essere liberi di contribuire al processo politico. Le richieste di base del movimento democratico sono note: la riforma dell’esecutivo per renderlo veramente rappresentativo della popolazione Bahrenita; un’autorità con poteri legislativi e di monitoraggio; un sistema giudiziario indipendente; ed un sistema elettorale equo basato sul principio una persona-un voto. 

 
Documentazione

 
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