CPI: Non c'e' Pace Senza Giustizia accoglie l’udienza di conferma delle accuse contro Jean-Pierre Bemba come un passo importante nella lotta contro l'impunita'

Bruxelles – Roma 15 gennaio 2009

L'udienza di conferma delle accuse nei confronti di Jean-Pierre Bemba davanti alla camera delle indagini preliminari della Corte Penale Internazionale (CPI) si è conclusa oggi dopo quattro giorni di presentazione degli elementi di prova da parte del Procuratore, della difesa e dei rappresentanti delle vittime. L'udienza pubblica costituisce la prima fase del caso contro il Signor Bemba davanti al CPI il cui scopo è di determinare se vi sono prove sufficienti per processare Jean-Pierre Bemba sulla base delle accuse portate contro di lui da parte del Procuratore della CPI.
 
Jean-Pierre Bemba, presidente e comandante in capo del Mouvement de Libération du Congo (MLC) ed ex Vice-Presidente della Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stato arrestato il 24 maggio 2008 dalle autorità belghe a seguito di un mandato di cattura della CPI per quattro capi di imputazione che rientrano nei crimini di guerra e due per crimini contro l’umanità, commessi nella Repubblica Centro Africana tra l’ottobre 2002 e il marzo 2003. Si tratta della prima persona arrestata nell’ambito delle investigazioni della Corte nella Repubblica Centro Africana avviate nel maggio 2007.
 
Dichiarazione di Sergio Stanzani e Gianfranco Dell'Alba, Presidente e Segretario Generale di Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG):
 
"NPSG accoglie con soddisfazione la tenuta dell’udienza di conferma delle accuse contro Jean-Pierre Bemba davanti alla camera delle indagini preliminari della Corte Penale Internazionale (CPI) e resta in attesa della decisione da parte dei giudici che verrà emessa entro i prossimi sessanta giorni. Questa prima fase nel caso di Jean-Pierre Bemba rappresenta un passo notevole per il risarcimento delle vittime del brutale conflitto avuto luogo nella Repubblica Centrafricana, nel biennio 2002-2003. E’ significativo che molte delle vittime erano rappresentate all'udienza: per quanto i processi come questo possano contribuire ad affermare l’autorità della legge ed il suo ruolo deterrente a livello nazionale, regionale ed internazionale, dobbiamo tener conto che essi costituiscono anche un'opportunità per la popolazione della RDC di avere giustizia e di verificare che giustizia si sta facendo.
 
"Per questo motivo, NPSG chiede alla Corte Penale Internazionale di prendere misure immediate per accelerare lo sviluppo di un programma consistente e ampio di informazione per la popolazione della Repubblica Centro Africana, perchè quanto sta accadendo venga conosciuto e compreso e ogni cittadino possa quindi essere pienamente coinvolto nell’iter dello svolgimento processuale. Se lo scopo di questo processo è di ottenere giustizia, il popolo della Repubblica Centroafricana va reso partecipe: questa è una della funzioni fondamentali della Corte Penale Internazionale e ci aspettiamo che le attività di informazione si rafforzino per far fronte alle aumentate esigenze generate da queste audizioni, sia nella Repubblica Centroafricana sia nella RDC, entrambe colpite da questo caso.
 
"NPSG esorta la CPI a continuare le sue indagini nella Repubblica Centrafricana e a mantenere la priorità su “coloro che hanno le responsabilità maggiori” per la totalità dei reati presumibilmente commessi. Concentrarsi sugli attori di spicco, che hanno progettato, istigato e ordinato di compiere questi crimini permetterà di rendere giustizia a più vittime di quanto sarebbe stato altrimenti possibile. 
 
Documenti sul caso sono disponibili sul sito web della Corte Penale Internazionale.
 
Per ulteriori informazioni contattare Alison Smith su asmith@npwj.org o +32-2-548-3912 o Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org +32-2-548-3913 org.