NPSG e PRNTT esortano l'India a lottare per la giustizia e non concedere l'impunità al Presidente al-Bashir

Bruxelles-Roma, 27 ottobre 2015

 
Il Presidente del Sudan Omar al-Bashir oggi è in viaggio verso l’India per partecipare al forum del vertice India-Africa che si terrà a Nuova Delhi dal 26 al 29 ottobre 2015, a seguito di un invito ufficiale ricevuto dal governo indiano.
Il Presidente al-Bashir è oggetto di un mandato d'arresto da parte della Corte Penale Internazionale (ICC) per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi contro la popolazione civile del Darfur. Anche se l'India non rientra tra gli stati appartenenti allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, la risoluzione 1593 del 2005 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la quale la situazione nel Darfur è stata rimessa alla Corte Penale Internazionale, "esorta tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali interessate regionali ed altre a collaborare assolutamente" con le indagini della Corte Penale Internazionale. 
 
Dichiarazione di Alison Smith, consulente legale per Non c'è Pace Senza Giustizia:
 
"Non c'è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale (PRNTT) sono estremamente delusi dalla decisione del governo indiano di ospitare il presidente sudanese Al-Bashir. Questa mossa si mostra palesemente in contraddizione con i valori ed i principi su cui si fonda questa nazione ed è un affronto per le vittime dei reati rispetto ai quali sarebbe il maggiore responsabile”.
 
"Invece di concedere l'impunità ad un Capo di Stato che sta scappando dai mandati di cattura internazionali per le gravi violazioni dei Diritti Umani, l'India dovrebbe dimostrare il suo impegno per la giustizia, lo stato di diritto e la promozione e protezione dei Diritti Umani. Ciò può essere raggiunto cooperando con la Corte Penale Internazionale ed assistendola nell’arresto del presidente al-Bashir, mentre si trova sul territorio indiano. Fare ciò è nell’interesse stesso dell'India: essere considerata un rifugio sicuro per i criminali di guerra può solamente offuscare quella posizione di leadership globale a cui aspira”.
 
"Dodici anni dopo l'inizio del conflitto nel Darfur, continuano senza sosta le violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario in modo diffuso e sistematico. La popolazione civile del Darfur continua ad essere presa di mira dalle forze governative, con continue e diffuse violenze sessuali e di genere e crimini contro i difensori dei Diritti Umani, esponenti della società civile e leader della comunità, per citarne solo un paio. Esortiamo l’India a difendere il diritto della popolazione del Sudan e del Darfur a vedersi risarcita ed a stabilire verità e giustizia su quanto sia loro successo." 
 
Per maggiori informazioni contattare Alison Smith: asmith@npwj.org; + 32-2-548-3912 o Nicola Giovannini: ngiovannini@npwj.org;+ 32-2-548-3915.