Siria: Dichiarazione congiunta che esorta al rilascio dell’avvocato sostenitore dei diritti umani Khalil Ma'touq

6 ottobre 2015


 

In occasione del terzo anniversario della sparizione forzata dell’avvocato siriano per i diritti umani Khalil Ma'touq e del suo assistente ed amico Mohamed Zaza, le organizzazioni firmatarie ribadiscono il loro appello per l'immediato ed incondizionato rilascio dei due uomini.
 
Si pensa che i due uomini siano stati arrestati il ​​2 ottobre 2012 presso una delle diverse stazioni di controllo gestite dal governo lungo il tragitto verso la casa di Ma'touq nel sobborgo di Sahnaya a Damasco nel suo ufficio di Damasco. La richiesta di ricevere notizie fatta al pubblico ministero a Damasco dalla sua famiglia e dai suoi colleghi nel 2012 e 2013 ha portato solo al fatto che le autorità siriane hanno negatodi aver arrestato gli uomini. Da allora le loro famiglie ed i loro amici non hanno ricevuto più alcuna notizia da parte delle autorità circa il loro stato o la loro collocazione. I detenuti rilasciati, d’altro canto, hanno informato la famiglia di Ma'touq di averlo visto presso i diversi centri di detenzione gestiti dal governo, tra cui lo “State Security Branch 285” ed il “Military Intelligence Branch 235” a Damasco.
 
Anche se non è molto chiaro il motivo per cui gli uomini sono stati arrestati, la loro sparizione forzata è probabilmente correlata al lavoro di Ma'touq come avvocato nell’ambito dei Diritti Umani, specializzato nella difesa dei prigionieri politici. Ha lavorato, spesso pro bono, con centinaia di persone detenute per permettere loro il legittimo esercizio dei diritti umani. E’ anche il direttore del Centro siriano per la ricerca e gli studi in ambito giuridico. Nel 2015 è comparso al secondo posto nella rosa degli avvocati candidati a ricevere un premio in quanto avvocati "che lavorano per promuovere lo stato di diritto e dei diritti umani in modo straordinario e vengono minacciati a causa del loro lavoro."
 
La tortura ed altri maltrattamenti sono diffusi nei centri di detenzione gestiti dalle forze di sicurezza siriane ed i detenuti sono abitualmente tenuti in condizioni spaventose. Gli ex detenuti di “Branch 235”, dove è stato visto Ma'touq, hanno dichiarato che sono stati tenuti in condizioni indigenti all’interno di celle affollate con un insufficiente accesso al cibo, all'acqua ed ai servizi igienici. Un detenuto ha riferito che almeno cinque uomini al giorno morivano nella sua cella, ciò in seguito a tortura o malattia, ed anche a causa delle condizioni di detenzione. Ma'touq soffre di una malattia polmonare avanzata e la sua vita potrebbe essere a rischio, dato che ha bisogno di farmaci e cure mediche.
 
Ma'touq e Zaza risultano ancora detenuti, nonostante le richieste da parte della comunità internazionale di porre fine alle pratiche di sparizioni forzate, torture ed altri maltrattamenti presso i centri di detenzione in Siria. Con la Risoluzione 2139 di febbraio 2014, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha chiesto la liberazione di tutte le persone detenute arbitrariamente, una richiesta che è stata ribadita con una dichiarazione del Presidente del Consiglio di Sicurezza emessa il 17 agosto 2015. Le autorità siriane devono ascoltare questi appelli senza ulteriore indugio e devono rilasciare immediatamente ed in maniera incondizionata Khalil Ma 'touq e Mohamed Zaza, così come tutti gli altri, che si trovano in stato di detenzione solo per il fato di aver esercitato pacificamente i loro diritti umani. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe garantire l'attuazione effettiva ed immediata della risoluzione 2139 delle Nazioni Unite, nonché garantire che osservatori internazionali indipendenti possano incontrare senza ostacoli tutte le persone private della libertà.
 

 
Firmatari:
 

1. Africa Freedom of Information Centre (AFIC)
2. Amman Center for Human Rights Studies
3. Arab Foundation for Development and Citizenship
4. Arab Network for Human Rights Information (ANHRI)
5. Bahrain Centre for Human Rights (BCHR)
6. Canadian Journalists for Free Expression (CJFE) 
7. Centre for Democracy and Civil Rights in Syria
8. Committees for Defending  Democratic Freedoms and Human Rights in Syria
9. Egyptian Organisation for Human Rights
10. El-Nadeem Center for Rehabilitation of Victims of Violence
11. Euromed Rights (EMHRN)
12. FIDH (International Federation for Human Rights), within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
13. Foundation for Freedom of Thought and Expression
14. Front Line Defenders
15. Gulf Center for Human Rights (GCHR)
16. Humanistic Institute for Development Cooperation (HIVOS)
17. Human Rights Organization in Syria (MAF)
18. Human Rights Watch (HRW)
19. I'lam Arab Center for Media Freedom, Development and Research
20. International Civil Society Action Network (ICAN)
21. Iraqi Journalists Rights Defense  Association (IJRDA)
22. Kurdish Committee for Human Rights in Syria (Observer)
23. Kurdish Organization for Human Rights in Syria (DAD)
24. Maharat Foundation
25. March Lebanon
26. Media Foundation for West Africa
27. Metro Centre to Defend Journalists in Iraqi Kurdistan
28. National Organization for Human Rights in Syria
29. National Union of Somali Journalists (NUSOJ)
30. Non c'è Pace Senza Giustizia / No Peace Without Justice (NPSG / NPWJ)
31. Pax for Peace – Netherland
32. Pen American Center
33. Pen International
34. Rethink Rebuild Society
35. Sisters Arab Forum for Human Rights (SAF)
36. SKeyes Center for Media and Cultural Freedom
37. Syrian American Council
38. Syrian Centre for Legal Studies and Research
39. Syrian Network for Human Rights (SNHR)
40. The Day After
41. Tunisian Initiative for Freedom of Expression
42. Vigilance for Democracy and Civic State
43. Violations Documentation Center in Syria (VDC)
44. World Organisation Against Torture (OMCT), within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
45. Yemen Organization for Defending  Human Rights and Democratic  Freedom