La condizione dei diritti delle persone LGBTI nel mondo

 

Africa

Mentre tutti e 54 gli Stati africani hanno firmato la Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, nonché la Carta Africana sui Diritti Umani, questi trattati internazionali, generalmente, non sono stati tradotti in azioni pratiche di protezione dei diritti umani per gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), donne che hanno rapporti con donne (WSW) e persone LBGTI. Con l'eccezione del Sudafrica, che nella Costituzione fornisce delle protezioni contro discriminazioni effettuate sulla base dell'orientamento sessuale, e che attualmente permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e della Namibia, la cui legge sul lavoro proibisce la discriminazione a danno dei gay, in più della metà degli Stati africani, compresi Botswana, Kenya, Uganda e Zimbawe, esistono leggi che penalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso. In alcuni Paesi, mentre in realtà non esistono basi legali per una tale criminalizzazione, definirsi gay o lesbica è spesso punito come un crimine, in maniera tale che spesso la polizia locale si avvale di leggi sulla pubblica decenza, corruzione morale o sul vagabondaggio per trattenere e arrestare queste persone. In Africa, pregiudizi e discriminazione sono affrontati dalla maggioranza dei MSM e WSW, che si traducono poi in: estorsioni, perdita del lavoro e dell'alloggio, accesso ridotto all'assistenza sanitaria ed alle possibilità di educazione, attacchi fisici e verbali, arresti e detenzioni arbitrarie, e, nei casi più estremi, processi o esecuzioni extra-giudiziarie. Coloro che nascondono il loro orientamento omosessuale sono costretti a condurre delle vite caratterizzate dalla segretezza, dal rifiuto e dall'ostracismo. La situazione delle persone LGBTI in Africa è ancor più complicata dalla riluttanza di diverse organizzazioni africane per i diritti umani ad occuparsi delle violazioni dei diritti perpetrate a danno delle persone LGBTI, così come dalle dichiarazioni effettuate da alcuni Capi di Stato africani che incoraggiano pubblicamente l'omofobia.

 
Asia e  Pacifico
 

Diversi Paesi in Asia e nell'area del Pacifico hanno approvato delle legislazioni che criminalizzano i rapporti sessuali e le relazioni tra persone dello stesso sesso. In queste regioni del mondo, le persone transgender sono spesso ostracizzate dalle loro comunità e minacciate dalle loro stesse famiglie e conoscenti. Possono inoltre verificarsi, in reazione a cambiamenti di sesso, episodi di violenza di Stato, sebbene siano meno diffusi. Nella maggior parte dei casi, le persone LGBTI sono costrette a condurre delle doppie vite, che le rendono vulnerabili ad estorsioni e minacce da parte delle autorità locali. In alcuni Paesi, inoltre, si può essere arrestati per “promozione” dell'omosessualità. Lo scorso anno, per esempio, in Cina, tra le 50 e le 60 persone sono state arrestate per presunta omosessualità, accuse dovute solamente alla loro attività di promozione dell'educazione sessuale.

 
 
Medio Oriente e Nord Africa
 
In questa regione del mondo, la vita quotidiana delle persone LGBTI è dominata da violazioni dei loro diritti umani e civili sulla base dell'identità ed orientamento sessuale, tra cui: regolari atti di discriminazione e violenze, arresti, incarcerazione (compreso l'ergastolo) e condanne alla pena di morte, ma anche uccisioni di individui, gruppi ed intere comunità. In Iran, Arabia Saudita, Yemen ed Emirati Arabi Uniti, in base alla legge locale, l'omosessualità è punibile con la morte. Nondimeno, in Iraq, uno dei Paesi in cui si presenta la situazione peggiore da questo punto di vista, anche se il codice penale non criminalizza esplicitamente le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso, si verificano attacchi di squadroni, e in diverse occasioni sono stati riportati omicidi di persone LGBTI. Un esempio recente è rappresentato dal caso, riportato da media e stampa internazionale, dei giovani “emo” uccisi sempre in Iraq in virtù della loro presunta omosessualità. Si ritiene che le milizie che hanno commesso gli omicidi abbiano agito sulla base di una “lista” di nomi delle persone accusate di avere un atteggiamento “eccentrico” o essere “eccessivamente femminili”, e quindi presumibilmente omosessuali. Durante gli ultimi mesi sono almeno 58 i giovani uccisi, ed il numero sembra essere destinato ad aumentare.

 
Europa
 
Anche in Europa, per le persone LGBTI, violazioni dei diritti umani e civili sulla base dell'identità ed orientamento sessuale sono comuni, nella vita di tutti i giorni. Nonostante ogni Paese europeo abbia ormai de-criminalizzato l'omosessualità, azioni e comportamenti duramente omofobi da parte di individui, istituzioni, leader politici e religiosi rimangono comuni, suscitando frequentemente anche atti di violenza fisica e verbale a danno di singoli individui, gruppi o intere comunità. Episodi di arresti e incarcerazioni per omosessualità continuano ad essere riportati in diversi Paesi all'interno di questo continente.

 
Centro e Sud America
 
In America Centrale ed in Sudamerica, le persone LGBTI possono subire violazioni dei diritti umani e civili sulla base del loro orientamento ed identità sessuale inoltre, in certi Paesi, possono essere ritenute penalmente responsabili per il fatto di avere relazioni con persone dello stesso sesso. Nonostante diversi Paesi, tra cui Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Nicaragua e Portorico, abbiano de-penalizzato l'omosessualità, altri, tra cui Argentina e Honduras, continuano a punire e reprimere le espressioni dell'identità LGBTI. Violazioni dei diritti umani a danno delle persone LGBTI sono frequentemente riportate nelle isole Barbados ed in Giamaica, dove le uccisioni di individui LGBTI non solo sono divenute talmente comuni da non essere più considerate dai media, ma vengono spesso ignorate anche dalle forze di polizia locali.

 
Nord America
 
In Nord America, discriminazione e violenza basate sull'identità di genere, compresi attacchi contro le persone LGBTI ed organizzazioni per i diritti civili, si verificano, anche se in maniera meno frequente che in altre regioni. Gli Stati Uniti riportano l'attacco più brutale a danno delle comunità LGBTI al suo interno, mentre si tiene traccia di tutti i casi di serie discriminazioni e violenze basate sull'identità ed orientamento sessuale.

 
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