Bonino: "Quanta vitalità nelle donne africane e arabe. Sono le più inventive"

Bonino: "Quanta vitalità nelle donne africane e arabe. Sono le più inventive"
di Sara Ficocelli, Repubblica, 12 Oct 2016


Abbiamo incontrato l'ex Ministro degli Esteri e Commissario Europeo a Roma, durante l'incontro "Bambine, non spose" organizzato dall'Unicef in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze: "Non dobbiamo mollare sui diritti umani. Abbiamo già mollato abbastanza".
Come sarebbe il mondo se ogni donna avesse la possibilità di esprimere a pieno il proprio potenziale? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe innazitutto risolvere il problema che accomuna 700 milioni di ragazze e bambine, costrette dalla famiglia a sposarsi ancora minorenni e quasi sempre trattate alla stregua di un oggetto, abusate, tenute ai margini, sia della società che della propria vita.
Per discutere del dramma delle spose bambine l'Unicef, in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze (11 ottobre), ha organizzato a Roma l'incontro "Bambine, non spose", invitando a parlare, con altri illustri relatori, la senatrice radicale Emma Bonino, già Ministro degli Esteri e Commissario Europeo.
Oggi si parla di matrimoni precoci. A che punto siamo della battaglia? "I diritti civili e umani vengono considerati purtroppo una politica di serie B, e difficoltà ulteriori si incontrano se parliamo di diritti umani al femminile. Ricordo quando incontrai la più giovane divorziata al mondo, Nojoon, 10 anni, dello Yemen. La bambina era riuscita a scappare dal marito e aveva trovato rifugio in un tribunale. Nessuno se la filava, finché un giorno un'avvocatessa la notò mentre piangeva, l'avvicinò e si offrì di difenderla. Vinse la causa. Ogni singolo episodio come questo significa moltissimo per le bambine e le donne di tutto il mondo".
Che cosa ha fatto negli ultimi anni in questo campo l'Italia? "Il nostro Paese negli ultimi venti anni è stato protagonista di una battaglia di cui noi Radicali, in particolare con Non c'è pace senza giustizia, siamo stati parte: di mutilazioni genitali femminili nel 1990 in molti Paesi non si poteva neanche parlare, oggi la discussione è aperta. E' stato avviato un processo di cambiamento fondamentale".

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