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Dopo 14 anni l'Italia si adegua alla Corte penale internazionale
Dopo 14 anni l'Italia si adegua alla Corte penale internazionale
By Emma Bonino, Huffington Post, 07 Dec 2012
Di tutta evidenza l'Italia ha un vero problema, per usare un eufemismo, quando si tratta di giustizia nazionale, europea o internazionale che sia:
- a livello nazionale: oltre 9 milioni di processi pendenti, una situazione carceraria letteralmente fuorilegge, un elenco impressionante di leggi criminogene di per sé, nessuna seria riforma in corso in grado di interrompere questa flagranza di reato, solo un coro unanime e ferreo al grido di: "amnistia e indulto NO"...Sottinteso: meglio la situazione attuale anche se è una realtà che ci umilia in Europa.
- a livello europeo: con oltre 2.100 provvedimenti, siamo il Paese - dopo la Turchia- con il maggior numero di condanne per violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in particolare per l'irragionevole durata dei processi; da cinque anni abbiamo anche il triste primato dello Stato con il maggior numero di sentenze della Corte europea di Strasburgo rimaste inapplicate (un quarto del totale delle sentenze non eseguite sono quelle che riguardano l'Italia) .
- a livello internazionale: 13 (TREDICI!!!!!!!) anni per adeguare il nostro ordinamento interno allo statuto della Corte Penale Internazionale (CPI). E' una storia illuminante, da molti punti di vista, ma infine ce l'abbiamo fatta...
Con il via libera bipartisan definitivo della Camera dei Deputati, martedì scorso l'Italia ha finalmente adeguato il suo ordinamento interno allo statuto della Corte: a 14 anni di distanza dalla sua approvazione (lo statuto fu approvato nel 1998 alla conferenza diplomatica istitutiva che il nostro paese aveva fortemente voluto ospitandola a Roma!), 13 dalla sua ratifica (1999) e 10 dalla sua entrata in vigore (2002). Per superare questa anomalia, e battere ostruzionismi vari, ci è voluta tutta la caparbietà e la determinazione di uno sparuto gruppo di parlamentari.