Le mutilazioni genitali femminili messe al bando all'ONU: 10 anni di lotte

Le mutilazioni genitali femminili messe al bando all'ONU: 10 anni di lotte
Cecilia Zecchinelli, Il Corriere della Sera, 20 Dec 2012

Oggi le Nazioni Unite hanno messo al bando le mutilazioni genitali femminili, che i tecnici definiscono in sigla “mfg”, che molti chiamano in modo improprio “circoncisione delle bambine”. Un voto che segna una svolta fondamentale, anche se non la fine della battaglia, la lotta infatti continua perché nella sola Africa ci sono 3 milioni di bambine ancora a rischio: su questo potrete leggere domani sul Corriere l’articolo che sto scrivendo.
Ma già ora voglio ricordare come si sia arrivati a questo punto.
Dieci anni di campagna partita in sordina nel 2003 in Egitto, poi rilanciata nel 2005, per volere di Emma Bonino allora residente al Cairo e dell’egiziana Moushira Khattab, capo del Consiglio nazionale per la maternità, con l’appoggio dell’ex First Lady Suzanne Mubarak, controversa per mille motivi ma su questa battaglia riconosciuta anche dai nemici come attiva e fattiva.
In Egitto, già nei primi mesi, la sordina in realtà era stata tolta: i massimi leader religiosi, musulmani e cristiani, avevano appoggiato la campagna, nel Paese si era iniziato a parlare pubblicamente di questa pratica antica quanto terribile, l’Egitto nel tempo era davvero cambiato, riducendo sensibilmente il numero di bimbe “circoncise”.

Continua