Una giornata mondiale per chi difende i diritti umani

Una giornata mondiale per chi difende i diritti umani
Francesco Martone, Huffington Post, 08 Dec 2016


 
 
 
Costruire una rete di supporto e lanciare una mobilitazione per far fronte all'emergenza globale rappresentata dall'aggressione sistematica ai difensori dei diritti umani.
Questi gli obiettivi dell'iniziativa lanciata la settimana scorsa alla Camera dei Deputati, in occasione del convegno "Difendiamoli! Storie di difensori dei diritti umani e strategie di protezione" da un'ampia coalizione di associazioni ambientaliste e dei diritti umani e civili, giornalisti ed avvocati, Ong.
Un passo necessario ed importante, come ci ricordano le Nazioni Unite, che hanno dedicato una Giornata mondiale ai difensori dei diritti umani il 9 dicembre, un giorno prima della Giornata mondiale dei Diritti Umani. I lavori del Convegno sono stati aperti non a caso da un messaggio di Malek Adly, avvocato egiziano che seguì il caso di Giulio Regeni, di recente scarcerato, ma impossibilitato a lasciare il paese.
Gli ha fatto seguito Nibras Almamuri, Presidente dell'Iraqi Women Journalist Forum - Iraq. "Nel nostro paese siamo perseguitate, veniamo molestate sessualmente e picchiate per spingerci a lasciare le piazze, per farci abbandonare il nostro impegno politico e civile, ma noi non molliamo", ha raccontato Nibras, che assieme alla Ong Un ponte per... gestisce un progetto per donne giornaliste e human rights defenders a Baghdad.
Donne in prima fila, quindi, come Weeda Ahmad, afghana della Social Association of Social Justice Seekers, partner del Cospe e dei Cisda, che ha ripercorso puntigliosamente le tappe delle guerre che hanno insanguinato il suo paese, la violenza dello stato e quella talebana. Weeda ha costruito assieme a tante altre una rete di rifugi protetti e di monitoraggio della situazione dei difensori dei diritti umani nel paese.
Drammatica la testimonianza di Biram Dah Abeid dell'Initiative for the Resurgence of the Abolitionist Movement mauritano, accompagnato dall'organizzazione "Non c'è Pace senza Giustizia", discendente di schiavi "neri" in un paese dove già i feti vengono venduti sul mercato degli schiavi.

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