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agosto 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Rapporto UNICEF sulle Mutilazioni Genitali Femminili: un cambiamento di strategia necessaria?
 

Lo scorso mese UNICEF ha pubblicato un importante rapporto sulle mutilazioni genitali femminili (MGF), il quale rappresenta ad oggi il più esauriente studio sulla pratica, con dati provenienti da ricerche effettuate in 29 paesi africani dove la pratica è molto diffusa. Secondo I dati raccolti e contenuti nel rapporto, le MGF sono sempre una delle più diffuse e sistematiche violazioni del dirritto umano all'integrità personale.
Questo rapporto consente anche di valutare l'impatto delle azioni intraprese per favorire l'eliminazione della pratica, e in particolare delle strategie di sensibilizzazione su base comunitaria, che sono state sostenute sin dal 2008 dal Programma Congiunto UNFPA-UNICEF.
Purtroppo il quadro che emerge mostra quanto il cambiamento (in termini di atteggiamenti e di prevalenza delle MGF) sia stato minimo in una serie di paesi, tra cui il Senegal, nonostante il lavoro di lunga data nel paese supportato da UNICEF. Malgrado questo risultato, il rapporto non suggerisce un cambiamento di strategia, ma sostiene che vi sia la necessità di ulteriori investimenti programmatici nel modello di cambiamento sociale che è stato fino ad ora la spina dorsale del loro programma. Campagne per favorire consapevolezza e di educazione e sforzi di sensibilizzazione delle comunità, in corso da decenni, sono ovviamente importanti. Tuttavia, come confermato dalla Risoluzione 67/149 adottatta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2012, al fine di contestare con successo la pratica e promuovere la sua eliminazione, è essenziale che sia adottata la legislazione che vieta esplicitamente le mutilazioni genitali femminili e che venga effettivamente promulgata, con sufficienti risorse dedicate alla sua messa in pratica e sforzi di conformità. 
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*Alvilda Jablonko è Coordinatrice del Programma sulle MGF di Non c'è Pace Senza Giustizia

Libia/TPI: “Sulla custodia di Saif al-Islam Gheddafi la CPI dovrebbe fare meglio”
 

Il 18 luglio 2013, la Camera d'appello della Corte Penale Internazionale (CPI) ha stabilito che Saif al-Islam Gheddafi debba essere trasferito a L'Aja in attesa di una decisione sulla ricevibilità del suo caso. la Camera di Appello sta ancora considerando se la questione di complementarietà avanzata dalla Libia debba precludere la giurisdizione della CPI e permettere alla giurisdizione nazionale di avere la precedenza, come previsto dallo Statuto di Roma”
Se i mandati di cattura della CPI contro i maggiori ufficiali del regime di Gheddafi sono stato bene accolti dai libici, un processo fuori dalla Libia è qualcosa che il popolo non ha mai voluto; i libici volevano, e vogliono ancora, che Saim al-Islam Ghedaffi e consorti affrontino le vittime sul loro territorio per rispondere delle accuse sui terribili crimini di cui sono imputati, crimini commessi contro il popolo libico. La decisione emessa lo scorso luglio rischia quindi di aumentare il malinteso sulla CPI e sul suo funzionamento, nonchè di danneggiare la credibilità della Corte e il suo futuro ruolo nel paese. Ci si potrebbe chiedere se la Camera di Appello abbia effettivamente preso in considerazione le conseguenze reali della consegna di Gheddafi a L'Aja per un paese impegnato ancora nel processo di superamento del proprio passato, trascurando l'impatto pregiudicante che potrebbe avere non solo sul caso giudiziario libico contro di lui, ma anche altri casi che formano la spina dorsale della strategia di giustizia di transizione della Libia.
 
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*Alison Smith è Consulente legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

Tribunale Speciale per il Libano: NPSG estende il suo pieno supporto al nuovo Capo della Cancelleria
 

Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si congratulano con Daryl A. Mundis per la sua nomina a nuovo Capo della Cancelleria per il Tribunale Speciale per il Libano (STL). Sebbene siano grosse le sfide da affrontare, auspichiamo di vedere il suo mandato segnato da ulteriori passi avanti nel compimento della missione chiave del Tribunale, quella della giustizia e della riparazione, e nell’essere ancora più riconoscibile e reattivo per le persone colpite dai crimini che esso indaga e persegue.
Accogliamo con particolare favore la sua dichiarata intenzione di assicurare una strategia di outreach robusta come una priorità politica fondamentale del lavoro del STL. Coinvolgere le vittime e le popolazioni colpite in Libano autorizzandoli a partecipare ai processi che sono stati avviati per loro, è centrale per rafforzare la rilevanza e l'impatto del Tribunale nella vita politica e sociale del paese.
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 Eventi

Siria: Dawlaty e NPSG pubblicano un rapporto a sostegno della giustizia di transizione
 

La violenza non può essere considerata come una via legittima per ottenere potere e influenza politica. In tal senso, il ciclo d'impunità che sta devastando la Siria deve terminare. Gli attivisti per i diritti umani in Siria possono giocare un ruolo chiave nell'assicurare che il futuro del paese sia regolato da istituzioni fedeli ai principi della democrazia e del pluralismo, capaci di offrire riparazione e attribuzione delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani, promuovendo in tal modo la riconciliazione.
Nel quadro del loro comune impegno a sostegno dei gruppi della società civile, degli attivisti dei diritti umani e della democrazia siriani, l'associazione Dawlaty e Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) pubblicano un rapporto dedicato alla “Giustizia di Transizione in Siria”. Una pace stabile e sostenibile in Siria, governata dallo Stato di diritto, richiede una giustizia completa e un processo di attribuzione delle responsabilità allo scopo di sconfiggere la cultura di impunità che ha permesso violazioni incontrastate per anni.
La giustizia di transizione è lo strumento attraverso cui la Siria può chiudere i conti con il proprio passato, favorendo e ripristinando la dignità delle vittime, fornendo una base per la riforma delle strutture politiche e il ripristino dello stato di diritto, garantendo una base per iniziative di riconciliazione. La giustizia di transizione non è l'unico strumento di cui la Siria avrà bisogno per chiudere con il suo passato e raggiungere la pace e la stabilità, ma è forse il più importante per il raggiungimento di questi obiettivi.
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  • Visita la pagina speciale dedicata al progetto di NPSG “Supporting Syrian civil society role on transitional justice and accountability issues”

Libia: NPSG pubblica un Manuale per supportare il Monitoraggio dei Processi Giudiziari
 

Nell’ambito del suo progetto di supporto della Transizione Democratica in Libia attaverso la giustizia e la lotta contro l’impnuità, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha prodotto un manuale con lo scopo di contribuire agli sforzi della rete di monitoraggio dei processi giudiziari in Libia per istituire un progetto efficace che abbia la capacità di seguire casi di alto profilo, quando ve ne saranno, e di contribuire alla riforme necessarie al sistema giudiziario nazionale.
In seguito alla rivoluzione libica, sono emersi chiari desideri ed aspettative rispetto al fatto che giustizia e attribuzione di responsabilità siano parte integrante del processo di transizione dalla dittatura alla democrazia. In particolare, la Libia deve affrontare le violazioni avvenute durante i 42 anni di regime di Gheddafi, il conflitto del 2011 e gli eventi immediatamente successivi; ciò al fine di dare supporto ad un effettiva transizione dall’autoritarismo alla democrazia e lo stato di diritto. Per raggiungere questi obiettivi, è importante che l’emergente società civile libica abbia capacità e conoscenze necessarie per impegnarsi insieme agli attori politici nello sviluppo concettuale e nell’applicazione pratica dei meccanismi di giustizia transitoria: impegnando avvocati, società civile e i media nel monitorare i processi sulle violazioni dei diritti umani avvenute nel paese si contribuirà a promuovere la trasparenza e l'affidabilità del sistema giudiziario.

Questo manuale tenta di adattare le diverse esperienze pratiche di monitoraggio dei processi giudiziari al contesto libico ed alle prevalenti circostanze specifiche nel paese. Alla sua stesura hanno anche contributo dibattiti con esponenti libici della professione legale che hanno mostrato interesse nella partecipazione alla rete di monitoraggio, in occasione della visita nel paese tra il 14 e il 17 giugno 2013.

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