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agosto 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Bahrein: NPSG e il PRNTT condannano fortemente il nuovo processo farsa nei confronti del leader dell’opposizione Ibrahim Sharif
 

Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale condannano fortemente il nuovo arresto e il nuovo processo farsa nei confronti di Ibrahim Sharif, personalità di spicco dell’opposizione bahreinita. Esprimiamo la nostra immutata solidarietà e il nostro supporto a Sharif, il quale ha costantemente sollecitato una protesta pacifica e sostenuto un giusto e onesto sistema politico democratico in Bahrein.
 
Le nuove accuse di stampo chiaramente politico mosse dal Ministero dell’Interno nei confronti di Sharif dimostrano la determinazione delle autorità del Bahrein nel voler perseverare nella loro campagna quotidiana realizzata con intimidazioni e minacce. Come nel passato, queste accuse appaiono chiaramente mirate a far tacere ogni pacifico dissenso e la ricerca non violenta verso un significativo avanzamento delle riforme democratiche, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani nel paese.
 
E’ finito il tempo a disposizione della comunità internazionale per compiere immediati e concreti passi per assicurarsi che il Bahrein rispetti i suoi obblighi secondo il diritto internazionale dei diritti umani. Prima di tutto, essi devono rispettare e proteggere i diritti fondamentali dei propri cittadini. Essi devono rilasciare immediatamente e senza condizioni Ibrahim Sharif e tutti gli altri detenuti per reato d’opinione, incluso il resto dei Bahrein 13 e Sheikh Ali Salman, Segretario Generale del più grande partito d’opposizione al-Wefaq, il quale è stato recentemente condannato a quattro anni di prigione per aver incitato all’odio e alla disobbedienza contro il regime.
 
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* Niccolò Figà-Talamanca è Segretario Generale di Non C’è Pace senza Giustizia

Necessario, ma sufficiente? Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza un nuovo organo per investigare sulle armi chimiche in Siria
 

Il 7 agosto 2015 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto – attraverso la Risoluzione 2235 (2015) – al Segretario Genereale ONU di lavorare con l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) al fine di creare un meccanismo investigativo congiunto per identificare i responsabili dell’uso di armi chimiche in Siria. Questa decisione segue l’adozione, da parte dello stesso Consiglio di Sicurezza, della Risoluzione n. 2118 del 27 settembre 2013, la quale chiedeva di terminare il programma siriano di armi chimiche e i perduranti attacchi nel Paese, nonostante un annuncio dell’OPAC I 2014, secondo cui la più letale riserva di armi chimiche dichiarata dal regime siriano era stata distrutta.
 
Quest’ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla Siria dev’essere certamente ben accolta, giacchè punta i riflettori su quanto sta accadendo ai cittadini siriani ogni giorno, compreso un certo numero di casi di uso indiscriminato di armi chimiche contro civili. Nonostante questo sia un passo necessario per supportare la lotta contro l’impunità in Siria, Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale credono che esso sia solamente un miglioramento che, da solo, è insufficiente ad assicurare giustizia.
 
La risoluzione crea il meccanismo investigativo congiunto per identificare individui, enti, gruppi o governi coinvolti nell’uso di elementi chimici come armi. Questo è un precursore indispensabile per far valere la responsabilità di questi individui, enti, gruppi e governi, come è – fra l’altro – statuito nel preambolo della risoluzione stessa. Tuttavia, il documento non spiega come l’accountability dovrebbe essere raggiunta. Come Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale hanno più volte sottolineato in passato, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe avere un ruolo di leadership mondiale nel supporto dell’accountability e della giustizia in Siria – ma temiamo che quest’ultima risoluzione non sia ancora all’altezza di quel ruolo.
 
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*  Alison Smith è Consigliere Legale e direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

NPSG saluta la straordinaria figura di Giovanni Conso
 

Non c'è Pace Senza Giustizia apprende la notizia della scomparsa di Giovanni Conso con grande dolore. E' stato un uomo capace di mettere la propria scienza e conoscenza del diritto al servizio delle istituzioni e ha avuto un ruolo chiave nel far avanzare il diritto internazionale, in particolare grazie al suo impegno per l'istituzione della Corte Penale Internazionale.
 
Ricordiamo con ammirazione e rispetto il suo appassionato contributo alla redazione dello Statuto di Roma durante la Conferenza Diplomatica del 1998. Con Giovanni Conso non scompare solo un grande giurista, scompare un uomo con una visione chiara della funzione del diritto come baluardo della legalità e dello Stato di diritto nel mondo.
 
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 Eventi

Siria: NPSG organizza una riunione su giustizia di transizione e lotta contro l'impunità con Stephen Rapp
 

Il 27 Luglio 2015 Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e l’Orient Policy Centre (OPC), insieme all’organizzazione turca Kirkayak Sanat Merkezi (KSM) e alle organizzazioni siriane Syrian Association for Missing and Conscience Detainees e Euro-Syrian Democratic Forum, hanno organizzato un incontro private con H.E. Stephen J. Rapp, ambasciatore straordinato degli Stati Uniti per questioni attinenti a crimini di guerra.
 
Il meeting, che si è tenuto nell’ufficio di Gaziantep di NPSG, aveva lo scopo di riunire, secondo le regole di Chatham House, professionisti siriani ed internazionali della Giustizia di Transizione in Siria per discutere le attuali prospettive di ottenere giustizia per i continui crimini contro l’umanità e riparazione per le loro vittime quale elemento chiave di qualunque soluzione politica durevole al conflitto siriano.
 
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