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aprile 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Giornata della Memoria per le vittime della guerra chimica: NPSG si appella per l’accountability in Siria
 

In questa giornata della memoria per le vittime della guerra chimica, Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si appellano a tutti gli stati affinché riaffermino il loro impegno e intensifichino gli sforzi per l’eliminazione della minaccia delle guerre chimiche, sia per proteggere i civili, che per prevenire la sofferenza di ulteriori esseri umani in futuro.”
 
Quest’anno la commemorazione è particolarmente importante in quanto segna anche il centesimo anniversario della prima volta in cui sono state usate armi chimiche su larga scala, durante la Battaglia di Ypres, nel 1915. Ciò offre, purtroppo, l’occasione per ricordare che, come oltraggiosamente dimostrato dal devastante conflitto in Siria, la comunità internazionale non è stata in grado finora di metter fine al mortale lascito delle armi chimiche, a spesa di esseri innocenti, le cui vite sono state distrutte attraverso il loro uso indiscriminato.
 
Due anni fà, l’attacco chimico che ha colpito le zone periferiche di Ghouta, a Damasco, controllate dall’opposizione, e che ha ucciso più di 1400 persone - la maggior parte delle quali civili, tra cui molti bambini - ha provocato proteste in tutto il mondo e ha condotto, il 27 settembre 2013, all’adozione unanime da parte del Consiglio di Sicurezza della Risoluzione 2118, richiedente l’eliminazione del programma siriano per le armi chimiche. Dopo un anno, i leaders del mondo hanno celebrato l’annuncio dell’OCPW secondo cui la maggior parte dell’arsenale chimico dichiarato dal regime siriano era stato distrutto. Tuttavia, come riportato da numerose investigazioni indipendenti, dacché la Siria ha aderito alla Convenzione sulle Armi Chimiche, le forze del Presidente Assad hanno usato – e continuano a farlo – altre sostanze tossiche, compreso il gas cloro, nel corso di attacchi sistematici contro aree civili, reiterando la sfacciata violazione del diritto internazionale umanitario.
 
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* Niccolò Figà-Talamanca è Segretario Generale di Non C’è Pace senza Giustizia

Siria: organizzazioni per i diritti umani celebrano il compleanno di Razan Zaitouneh rinnovando l’appello per il rilascio delle ‘Duma Four’
 

Per celebrare il 38esimo compleanno (il 29 aprile) della scomparsa Razan Zaitouneh, avvocato e attivista per i diritti umani, capo del Centro di Documentazione sulla Violenza in Siria (VDC), vincitrice nel 2011 del Premio Sakharov per la libertà di pensiero e del Premio Anna Politkovskaya per il RAW in WAR (“raggiungere tutte le donne in guerra”), 70 organizzazioni per i diritti umani (inclusa Non C’è Pace Senza Giustizia) hanno ribadito il loro appello per il suo immediato rilascio, così come quello delle sue colleghe Samira Khalil, Nazem Hamadi e Wa’el Hamada.
 
Il 9 dicembre 2013, le quattro attiviste per i diritti umani, comunemente conosciute come le “Duma Four”, sono state rapite da un gruppo di uomini armati durante un raid nell’ufficio del VDC a Duma, vicino a Damasco. Da allora non si hanno più avute notizie su dove siano e sulla loro salute. Il VDC si occupa di monitorare e documentare le violazioni dei diritti umani in Siria e le organizzazioni firmatarie credono che il rapimento delle quattro attiviste sia diretta conseguenza del loro pacifico lavoro per i diritti umani. La loro attuale detenzione fa parte di un più ampio piano di minacce e persecuzioni da parte sia delle forze governative, che di attori non statali che, sottoponendo a vari abusi i difensori dei diritti umani, cercano di impedirne l’operato.
 
Le organizzazioni firmatarie, così come altri attivisti, hanno richiesto il rilascio delle “Duma Four” fin dal momento del loro rapimento. Oggi esse richiedono nuovamente all’Esercito dell’Islam e agli altri gruppi armati operanti nel territorio di prendere immediati provvedimenti per il rilascio dello staff del VDS rapito, o di indagare sul loro sequestro e lavorare per il loro rilascio. Esse inoltre sollecitano i governi che supportano tali gruppi, così come i leaders religiosi e altri che hanno su essi influenza, affinché facciano pressione per tali azioni, in accordo anche con la Risoluzione 2139 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che “condanna fortemente” il rapimento di civili e richiede l’immediata fine di tale pratica.
 
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Libia: le attuali negoziazioni condotte da UNSMIL dovrebbe concentrarsi sull’accountability e sulla lotta contro l’impunità
 

In una lettera aperta ai membri del Consiglio dell’Onu per i diritti umani, NPSG si è rivolta agli stessi affinchè utilizzino l’imminente 22esima sessione della Revisione Periodica Universale per rafforzare e sostenere le attuali trattative di pace condotte dall’UNSMIL in Libia e portare la questione dell’accountability e della lotta contra l’impunità al centro delle negoziazioni.
 
Fino a questo momento, gli sforzi dell’UNSMIL per portare al termine la crisi si sono concentrati sulla creazione di un governo di unità nazionale e lo stabilimento di consigli multipli e corpi consultativi, piuttosto che su principi e valori basilari che dovrebbero sostenerli, e ancora meno sulla questione di come questi corpi garantiranno eguaglianza di fronte alla legge, accountability e responsabilità personale per tutti i cittadini. Questi sono elementi fondamentali senza i quali un regime stabile, democratico e pacifico non può essere stabilito e sostenuto.
 
Affinchè il processo di mediazione politica e diplomatica abbia successo, si devono perseguire tabnto il bisogno per una concreta accountability quanto strategie per la giustizia di transizione che abbia un effetto tangibile e costruttivo sulla riconciliazione e i progressi in Libia, includendo in  particolare il rafforzamento del sistema giudiziario, fornendo sia l’aspettativa sia la realtà della responsabilità individuale per le attuali violazioni, oltre che un’intesa onnicomprensiva del passato, necessaria per costruire una soluzione politica credibile e su vasta scala in Libia.
 
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 Eventi

Libia: NPSG presenta ai membri del Consiglio per i diritti umani delle NU le raccomandazioni su diritti umani, governo della legge e giustizia di transizione
 

Il 10 Aprile 2015, Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha partecipato alla Pre-sessione dell’UPR sulla Libia, organizzato dall’UPR Info all’International Confernce Centre a Ginevra, in vista della ventiduesima sessione del gruppo di lavoro dell’UPR, che si terrà a Maggio 2015. L’obbiettivo del meeting è stato quello di offrire alle Organizzazioni della Società Civile (CSOs) e alle Istituzioni Nazionali per i Diritti Umani (NHRIs) l’opportunità di informare le delegazioni permanenti sulla situazione dei diritti umani negli stati sotto revisione, nonchè di condividere le loro preoccupazioni e le loro raccomandazioni a riguardo.
 
Al meeting hanno partecipato i rappresentanti delle delegazioni permanenti di 30 diversi paesi così come i rappresentanti delle organizzazioni della società civile libica , tra cui WILPF Libya, Alkarama,  Avvocati per la giustizia in Libya (LFJL), l’Organizzazione libica nazionale per lo sviluppo delle persone con disabilità (NLODPD) e il Consiglio Nazionale per le libertà civili e i diritti umani (NCCLHR). Gianluca Eramo, Coordinatore del programma di NPSG sulla democrazia nella regione MENA, ha presentato le raccomandazioni sviluppate e presentate congiuntamente, in ottobre dello scorso anno, da NPSG, il Network libico per il monitoraggio dei processi (TMN) e il Network civile per la giustizia di transizione (CNTJ).
 
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WFUNA, Creative Learning e NPSG organizzano la prima sessione del Programma di formazione giovanile sui Diritti Umani per la Libia
 

Dal 23 al 27 marzo 2015, la Federazione Mondiale delle Associazioni delle Nazioni Unite (WFUNA) e il Creative Learning, con il supporto di Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) hanno organizzato a Ginevra la prima sessione del programma di formazione giovanile per i diritti umani per la Libia.
 

Il corso si è tenuto interamente presso il quartier generale delle Nazioni Unite, a Ginevra, ed è coinciso con la 28a sessione del Consiglio dei Diritti Umani e in particolare con la discussione e l’approvazione della risoluzione sull’Assistenza Tecnica in Libia, un processo che i partecipanti hanno seguito per tutta la sua durata. Allo stesso tempo, altre sessioni con membri delle istituzioni delle Nazioni Unite e delle organizzazioni della società civile, così come con rappresentanti diplomatici della Libia alle NU, hanno permesso loro di acquisire una profonda comprensione dei meccanismi dei Diritti Umani.

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