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aprile 2017
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Bahrain: NPSG condanna in maniera ferma la continua repressione contro le voci dissidenti prima dell’UPR
 

Il 23 aprile 2017 una trentina tra i più importanti attivitisti per i diritti umani del Bahrein sono stati convocati per un’interrogazione da parte della Pubblica Procura. Questo è avvenuto poco prima della convocazione a maggio della Universal Periodic Review del Bahrein presso il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU a Ginevra. Tra gli attivisti figurano il Segretario Generale di Waad Ibrahim Sharif, sua moglie Fareeda Ghulam, Sayed Hadi Almosawi, capo della divisione per i diritti umani di Al Wefaq, insieme a molte altre personalità di spicco. In seguito queste persone sono state accusate di assembramento illegale in relazione alle proteste attualmente in corso a Diraz, insieme alla notifica del divieto di lasciare il paese rilasciato verso di loro. 
 
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) esprime ferma condanna contro l’allarmante decisione da parte delle autorità del Bahrein di colpire i più prominenti attivisti per i diritti umani proprio prima dell’imminente sessione del Consiglio per i Diritti Umani in un tentativo di intimidirli e impedirgli di viaggiare fino a Ginevra per cercare appoggio a livello internazionale. Noi invitiamo caldamente la comunità internazionale e l’Unione Europea (UE) in particolare a reagire in maniera decisa e urgente a questo ultimo colpo inferto alla libertà d’espressione in Bahrein con la serietà che merita.
 
La decisione di ieri è ancora un altro esempio della chiara determinazione da parte delle autorità bahreinite di voler criminalizzare il diritto di parola e sopprimere qualunque tentativo non violento di ottenere significative riforme democratiche, il rispetto della legge e dei diritti umani nel paese. Sin a partire dal movimento a favore della democrazia del 2011 e nonostante il regime sostenga di star facendo delle riforme, la repressione contro qualunque opposizione pacifica e voce di dissenso nel paese ha continuato a peggiorare.
 
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Nasce "In Difesa Di": rete italiana dei difensori dei diritti umani
 

E' nata la rete “In Difesa Di – per i diritti umani e chi li difende”, una coalizione di oltre 30 organizzazioni e associazioni italiane (tra cui Non c’è Pace Senza Giustizia) attive su tematiche quali diritti umani, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, la libertà di stampa e lo stato di diritto.
 
La rete ha l'obiettivo di unire le forze e le competenze di queste organizzazioni per aprire in Italia uno spazio di riflessione e di azione sulla questione dei difensori/e dei diritti umani, e chiedere al Governo, al Parlamento e agli enti locali di impegnarsi per la loro tutela e protezione. Accanto al lavoro di pressione sui decisori politici, la rete lavora su Paesi e casi specifici, sensibilizzando l’opinione pubblica, e mobilitando di volta in volta i suoi aderenti e le altre realtà della società civile italiana e internazionale. La rete ha già ottenuto importanti risultati: nel novembre 2016 ha organizzato alla Camera dei Deputati un convegno internazionale con difensori da Iraq, Afghanistan, Siria, India e Mauritania, e il 31 gennaio 2017 la Commissione Affari Esteri della Camera ha approvato una risoluzione che impegna il Governo e il Ministero degli Affari Esteri a rafforzare il proprio impegno a protezione dei difensori dei diritti umani.
 
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Perché la comunità internazionale non dovrebbe giocare la carta dei soldi con Assad
 

La mattina del 4 aprile, il governo del president siriano Bashar Al Assad ha ordinato un attacco con armi chimiche sulla città di Khan Sheikhoun nella provincia di Idlib controllata dai ribelli. Almeno 70 abitanti sono rimasti uccisi e altri centinaia sono state feriti, poiché l’agente chimico, quasi sicuramente Sarin ha indotto le vittime ad un agonizzante soffocamento.
 
Sempre il 4 aprile, i leader mondiali si sono riuniti a Bruxelles per il secondo giorno della conferenza annuale sulla Siria, indetta dall’Unione Europea e giunta quest’anno alla sua quinta istanza, occasione per decine di paesi di impegnarsi a fornire miliardi in aiuti per le vittime del conflitto in Siria. In precedenza, questi stanziamenti decisi alla conferenza dei donatori erano destinati quasi esclusivamente all’aiuto umanitario. Tuttavia, quest’anno per la prima volta, il tema della ricostruzione è apparso nell’agenda. L’assistenza alla ricostruzione è un obiettivo distinto dall’aiuto umanitario, in quanto sarebbe incanalato negli sforzi per stabilizzare la Siria – come la ricostruzione di infrastrutture e per lo sviluppo economico, ad esempio. È un obiettivo distinto anche in ragione del fatto che significherebbe dover scendere a patti con Assad.
 
Nonostante la vaghezza delle discussioni alla conferenza dei donatori – ogni paese è libero di allocare le proprie finanze come preferisce – lo scarto verso la ricostruzione avvenuto nel dibattito, seppur discreto, ha conseguenze gravi. Infatti, finora la posizione ufficiale dell’UE e dei paesi donator era quella che ogni assistenza alla ricostruzione fosse condizionata da un sincero impegno alla transizione politica. La comparsa recente della prospettiva all’assistenza alla ricostruzione, prima di aver realizzato un qualsiasi progresso concreto, segnala che la comunità internazionale si sta mobilitando verso una nuova strategia per risolvere il conflitto in Siria: la cosiddetta carta dei soldi.
 
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Steven Joe Dixon é assistente e Rami Nakhla coordinatore del progetto Siria di Non c'è Pace Senza Giustizia.

 Eventi

NPSG partecipa a "DEDICATO", uno spettacolo di beneficenza dedicato alle donne vittime di violenza e alla tutela dei diritti umani
 

Tutti voi conoscete l’impegno di Non c’è Pace Senza Giustizia e di altre autorevoli ONG italiane nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica tradizionale dichiarata fuori legge dalle Nazioni Unite perché lesiva dei diritti umani fondamentali di donne e bambine. In realtà le forme di violenza e discriminazione contro le donne sono numerose e toccano la vita di un numero insospettabile di persone: dallo stupro coniugale ai matrimoni forzati, gli esempi che si possono fare sono davvero numerosi.
 
Il fenomeno è talmente diffuso che le iniziative promosse per combatterlo non sono mai abbastanza. Soprattutto è importante l’impegno di tutti: uomini e donne, istituzioni e società civile, esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo e mezzi d’informazione. Ci sono inoltre molti modi per affrontare il problema e combatterlo. Uno di questi consiste nel sostenere progetti mirati attraverso iniziative volte alla sensibilizzazione.
 
Proprio questo si è proposto di fare Dedicato, lo spettacolo teatrale che è andato in scena il 10 aprile alle 21:00 al teatro Brancaccio di Roma e i cui proventi andranno a costituire un fondo di solidarietà per sostenere la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne attraverso campagne di sensibilizzazione e progetti di formazione e reinserimento.
 
La manifestazione, ormai alla sua seconda edizione, nasce dall’impegno dell’associazione L’ApertaMente e della sua presidente Tiziana di Vito, che ha lavorato incessantemente per settimane per farne un evento all’altezza dell’obiettivo che si è dato. Per questo Non c’è Pace Senza Giustizia, assieme a Differenza Donna, Amref Health Africa,L.I.D.U., Oxfam, Action Aid, Nosotras, Amnesty International e Unicef, ha voluto dare il proprio patrocinio e apporto a questa iniziativa, che ha il pregio di dare un sostegno concreto al lavoro in corso e di farlo grazie alle capacità artistiche di personalità che hanno deciso di esibirsi gratuitamente.
 
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