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dicembre 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Nazioni Unite: NPSG e il Partito Radicale si congratulano per l’adozione della risoluzione sulla protezione dei difensori dei diritti umani
 

Il 17 dicembre 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato in plenaria la risoluzione intitolata “Difensori dei Diritti Umani nel contesto della Dichiarazione dei Diritti e Responsabilità degli Individui, Gruppi e Organi della Società per Promuovere e Proteggere i Diritti Umani e le Libertà Fondamentali Universalmente Riconosciuti” (70/161), con 127 voti in favore, 14 voti contrari e 41 astenzioni.
 
Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) si congratulano per l’adozione di questa risoluzione da parte di una chiara maggioranza di stati che rappresenta un accolto riconoscimento della necessità di proteggere coloro che affrontano rischi e attacchi per il proprio lavoro nel difendere i diritti umani. Ci congratuliamo e ringraziamo le 127 delegazioni che, come esortato da 180 ONG in un appello congiunto, hanno appoggiato la risoluzione e in tal modo dimostrato il loro costante impegno per garantire la protezione dei difensori dei diritti umani e consentire loro di contribuire alla difesa e alla promozione della libertà, dell'uguaglianza, della giustizia e della dignità umana, tutti valori universali fondamentali.
 
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Bahrein: NPSG e Nessuno Tocchi Caino si uniscono alla dichiarazione delle ONG condannando la pratica della pena di morte
 

In una dichiarazione congiunta rilasciata oggi, 18 Ong (tra cui Non c'è Pace Senza Giustizia e Nessuno Tocchi Caino) condannano la pratica della pena di morte in Bahrain e sollecitano il governo del Bahrein a commutare tutte le condanne a morte emesse dai suoi tribunali.
 
Il 29 dicembre 2014, un tribunale penale del Bahrein ha condannato a morte Mohammed Ramadan e Husain Ali Moosaper il loro presunto coinvolgimento in un attacco bomba nel febbraio 2014. Entrambi gli imputati affermano che le autorità li hanno torturati per indurli a confessare il crimine. Secondo Moosa, le autorità lo hanno appeso al soffitto per tre giorni, lo hanno picchiato e in diverse occasioni minacciato di fare del male ai suoi familiari. Ramadan sarebbe stato arrestato senza un mandato e violentemente picchiato sulle parti più sensibili del suo corpo fino a che non ha accettato di confessare. Entrambi hanno successivamente avuto la propria pena confermata dalla Corte di Cassazione il 16 novembre 2015, nonostante avessero ritrattato le loro confessioni e ribadito di aver confessato sotto tortura. Le loro accuse non hanno provocato alcuna indagine. Ramadan e Moosa sono solo due dei nove individui nel braccio della morte in Bahrain e sono i primi ad essere stati condannati a morte dal 2011.
 
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Crisi libica e Stato islamico: quei pericoli di un patto affrettato
 

I diplomatici stanno lavorando febbrilmente per risolvere la lunga crisi libica, con un occhio alla necessità di arrestare le ondate di profughi verso l'Europa e l'altro allo sradicamento dello Stato Islamico dalla costa del Nord Africa. Ma ci sono pericoli ancora più grandi, derivanti da un processo affrettato che consacrasse un governo di unità nazionale senza aver consolidato l'appoggio interno o affrontato le preoccupazioni relative alla sicurezza.
 
Il Governo libico diviso e le sue milizie litigiose stanno, infatti, lacerando il Paese. Questa è la ragione principale per cui lo Stato Islamico si è radicato ancor più profondamente in una base a Sirte, città natale sul Mediterraneo del deposto dittatore libico Gheddafi. Le Nazioni Unite e le grandi potenze puntano sul fatto che una forte spinta da parte della comunità internazionale possa aprire la strada alla creazione di un governo libico che ripristini l'ordine e diventi un partner per la lotta al terrorismo e il controllo delle migrazioni. Sarebbe una scommessa irresponsabile. All'accordo per l'unità sotto l'egida dell'Onu si oppongono rigidamente i due parlamenti rivali della Libia - il Congresso Generale Nazionale (GNC) nella capitale, Tripoli, e la Camera dei Rappresentanti (HoR) nella città orientale di Tobruk.
 
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Emma Bonino è ex ministro degli Esteri italiano e fondatrice di Non c'è Pace Senza Giustizia, Jean-Marie Guéhenno è presidente di International Crisis Group.

Prima Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime di Genocidio: NPSG e il Partito Radicale chiedono un impegno più forte per combattere l’impunità
 

In questa Giornata di Commemorazione di tutte le Vittime di Genocidio, NPSG ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si uniscono alla comunità internazionale per ricordare ed onorare le numerose vittime dei più gravi crimini per il diritto internazionale e la continua lotta – spesso inter-generazionale- delle loro famiglie per ricostruire le loro vite come sopravvissuti.
 
Cogliamo questa opportunità per elogiare tutti gli Stati che hanno contribuito all’istituzione di questa giornata ufficiale e universale di osservanza, attraverso l’adozione di una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU, in data 11 settembre 2015. Dobbiamo alle vittime ed ai superstiti di tali orribili crimini che gli eventi che hanno subito siano formalmente e universalmente riconosciuti, affinché una memoria condivisa della loro tragica eredità possa essere un forte deterrente contro il ripetersi di tali atrocità.
 
Il primo passo verso la riparazione per le vittime e i superstiti comincia con il riconoscimento e la consapevolezza che la loro sofferenza non è il risultato di una calamità naturale, ma è una deliberata e pianificata politica per ottenere e mantenere il potere attraverso crimini brutali contro uomini, donne e bambini. L’obiettivo di questa nuova osservanza non è solo quello di ricordare e onorare il passato. Decisamente, è anche un’opportunità per tutti gli Stati per riaffermare il loro impegno ed intensificare gli sforzi per prevenire il perpetrarsi di genocidi e altre atrocità di massa ovunque ed in qualunque momento possano verificarsi. Assicurare la giustizia e le riaprazioni per tutte le vittime di questi crimini è l’unico modo per dimostrare ai possibili colpevoli che non è più ammissibile che la violenza trionfi sulla giustizia.
 
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Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

 Eventi

Assemblea degli Stati Parte della Corte Penale Internazionale: NPSG sostiene l’accountability in Siria e esorta a rafforzare il sistema di giustizia penale internazionale
 

Dal 18 al 26 novembre, una delegazione di NPSG, con a capo il Segretario Generale Niccolo’ Figa-Talamanca, ha partecipato ai lavori della 14esima sessione annuale dell’Assemblea degli Stati Parte (ASP) della Corte Penale Internazionale (CPI), tenutasi all’Aia.
 
NPSG ha approfittato di questa opportunità per assicurare il coinvolgimento attivo di diversi partner siriani all’ASP, con lo scopo di sensibilizzare i policy-makers presenti su tematiche legate all’accountability, comprese questioni strettamente legate ai diritti dei bambini nel contesto del conflitto siriano, come lo sfruttamento dei bambini soldato e la violenza sessuale e di genere. Due eventi sono stati organizzati nel contesto di queste attività di advocacy, a margine della 14esima sessione dell’ASP: “All’interno delle prigioni del regime siriano: l’esposizione dei Caesar files”, ospitata dal Syrian Association for Missing and Conscience Detainees, Euro-Syrian Democratic Forum e NPSG, ed un panel di discussione su “Accountability e possibilità di una soluzione politica al conflitto in Siria”, che si è tenuto il 25 novembre 2015.
 

Rispetto alla CPI, le priorità politiche di NPSG sono state le seguenti: rafforzare la presenza sul campo della CPI; rafforzare le attività e le strategie di sensibilizzazione, incluse quelle da fare nel corso degli esami preliminari; mantenere la questione della strategia di completamento della CPI in agenda; promuovere lo sviluppo, da parte della CPI, di una strategia riguardantei bambini, soprattutto da parte dell’ufficio del procuratore. NPSG ha contribuito, a tale scopo, all’evento “Miglioramento dell’impatto della Corte sul terreno: Un approccio strategico alla presenza sul campo e alle operazioni esterne della CPI”, organizzato dalla Cancelleria della CPI, il 23 novembre 2015. Il 26 novembre 2015, in conclusione della sessione, il Segretario Generale di NPSG ha inoltre pronunciato una dichiarazione per conto della Coalizione di Società Civile Globale per la Corte Penale Internazionale.

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