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dicembre 2016
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Siria: NPSG plaude l’adozione della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come un passo concreto affinchè giustizia sia fatta per i crimini commessi
 

Mercoledì 21 dicembre 2016 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato per definire un meccanismo che assista l’investigazione e la prosecuzione di crimini secondo le leggi internazionali e delle violazioni dei diritti umani avvenuti a partire dal marzo 2011. L’Assemblea ha votato con 105 voti a favore, 15 contrari e 52 astenuti. “Dopo anni di stallo politico nel Consiglio di Sicurezza e la sua apparente impotenza in particolare di fronte a quello che sta accadendo attualmente ad Aleppo, quest’azione da parte dell’Assemblea Generale arriva come una ventata di aria fresca” ha dichiarato Alison Smith, Direttrice del programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG. “Anche se bisognerà attendere la prova dei fatti, questo passo molto concreto contro l’impunità per i crimini commessi in Siria può essere considerato come la tanto attesa dimostrazione di leadership da parte dell’Assemblea Generale”.
 
Durante la sessione speciale del Consiglio di Sicurezza sulla situazione ad Aleppo che si è tenuto il 13 dicembre, molti membri del Consiglio hanno fatto menzione del bisogno di assicurare alla giustizia chi ha commesso crimini di Guerra, un bisogno che è stato ricordato nella risoluzione del CSNU sulla distribuzione di aiuti umanitari che pure è stata adottata ieri. “Abbiamo apprezzato che settimana scorsa alla sessione speciale molti membri del Consiglio hanno fatto riferimento al bisogno di giustizia e che questo è stato reiterato nell’ultima risoluzione sulla Siria”, ha continuato Alison Smith. “Tuttavia negli ultimi tempi l’attribuzione di responsabilità è stata messa in secondo piano, cosa che temiamo possa minacciare la sua inclusione in una future soluzione politica del conflitto. L’Assemblea Generale, guidata dal Lichtenstein e da altri sponsor della risoluzione del CSNU di ieri, hanno rimesso la questione dell’assicurare giustizia al centro del dibattito”.
 
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Bahrein: sopprimere ogni dissenso pacifico non è un’opzione per la costruzione di un futuro democratico
 

Il 13 dicembre, una Corte d’Appello del Bahrein ha deciso di confermare la condanna a nove anni di prigione per il leader del principale partito di opposizione, Sheikh Ali Salman, una sentenza che era stata annullata pochi mesi fa dalla Corte di Cassazione. Questa  scioccante sentenza dimostra in maniera chiaria la determinazione delle autorità del Bahreinite di criminalizzare la libertà di parola, di sopprimere ogni dissenso pacifico e di impedire qualunque possibilità di dialogo per l’avanzamento di riforme democratiche, stato di diritto e rispetto dei diritti umani nel paese.
 
Negli ultimi 6 mesi si è vista un’escalation nella repressione contro l’opposizione politica e gli attivisti della società civile. Questo ha portato alla dissoluzione di Al Wefaq, la revoca della cittadinanza a Sheikh Issa Qassim e l’arresto di Nabeel Rajab, la cui prossima e probabilmente ultima udienza è prevista per il 28 dicembre.
 

Questa campagna di repressione rafforzata può solo indirizzare il Paese verso la pericolosa strada dei disordini politici e la disunione. Di fronte a ciò che sta rapidamente diventando la realizzazione del peggior scenario possibile per il Bahrain, la risposta della comunità internazionale non può continuare ad essere debole e sorda rispetto alla situazione dei cittadini del Bahrain. Finora, le autorità del Bahrein hanno usato questo approccio come una luce verde per perseverare le loro pratiche repressive e di rappresaglia contro i leader dell'opposizione pacifici e difensori dei diritti umani.

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Giornata dei Diritti Umani: NPSG chiede maggiore impegno per garantire il rispetto e la protezione universali
 

In troppe regioni del mondo, i diritti umani fondamentali vengono limitati o negati da regimi autoritari e brutali. Ogni giorno donne e uomini combattono coraggiosamente e instancabilmente per il riconoscimento di aspirazioni e richieste legittime provenienti dalle loro comunità: libertà, uguaglianza, giustizia e dignità umana, tutti valori universali fondamentali. Tuttavia, nel portare avanti queste battaglie, affrontano spesso un largo ventaglio di violazioni e abusi per mano di attori statali e non-statali, i quali dedicano un gran numero di risorse per metterli a tacere attraverso la censura, la legislazione repressiva, arresti arbitrari, imprigionamenti, intimidazioni, violenza e tanto altro ancora.
 
L’esperienza di Paesi devastati da violenti conflitti, come la Siria, dimostra drammaticamente che le dinamiche della guerra portano a diffusi abusi e violazioni dei diritti umani che colpiscono in misura sproporzionata i civili, specialmente donne e bambini. Negli ultimi cinque anni, la Siria è stata testimone di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani, che continuano ad essere commessi con frequenza e brutalità sempre crescenti. Dall’inizio del conflitto nel 2011, abbiamo costantemente sostenuto che la mancanza di attribuzione di colpevolezza genera una situazione in cui l’impunità per la violazione dei diritti umani diventa la norma; siano i crimini commessi in violazione del diritto internazionale o per mancanza di rispetto degli obblighi legali internazionali come prescritto dalla giurisprudenza e dalle risoluzioni ONU.
 
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 Eventi

Conferenza BanFGM sul divieto globale alle Mutilazioni Genitali Femminili
 

La conferenza BanFGM sul divieto globale alle Mutilazioni Genitali Femminili è una riunione di alto livello invocata dalla Consultazione ministeriale sub-regionale di Dakar e sarà tenuta a Roma il 30-31 gennaio e il primo febbraio 2017. La conferenza è organizzata da Non C’è Pace Senza Giustizia e il Comitato Inter-Africano sulle Pratiche Tradizionali Nocive per la Salute di Donne e Bambini, in partenariato con l’African Women Forum e il Crans Montana Forum, con il sostegno politico e finanziario del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Banca Islamica per lo Sviluppo e il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione.
 
La battaglia per porre fine alle MGF è emblematica di tutte le battaglie che puntano a stabilire la tutela legale di diritti individuali, autonomia e autodeterminazione personale e questa riunione di vertice è il culmine della Campagna BanFGM e riunirà ministri, parlamentari e rappresentanti della società civile. La Conferenza si occuperà di compilare l’inventario e divulgare i risultati della Campagna BanFGM, riesaminarne le principali tappe politiche fondamentali e evidenziarne la strategia di coinvolgimento degli attivisti, parlamentari e ministri a livello locale, nazionale e internazionale.
 
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Workshop nazionale in Senegal per promuovere un’attuazione efficace della risoluzione ONU che vieta le mutilazioni genitali femminili
 

Il 20 dicembre 2016, Non c’è Pace Senza Giustizia, in collaborazione con il Ministero senegalese per le Donne, la Famiglia e l’InfanziaLa PalabreCOSEPRAT e il Comitato Inter-Africano per le Pratiche Tradizionali riguardanti la Salute di Donne e Bambini (IAC), ha indetto un workshop nazionale a Dakar, Senegal, finalizzato alla promozione dell’attuazione della Risoluzione 69/150 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che richiede un divieto a livello globale delle mutilazioni genitali femminili.
 
Il workshop si è tenuto sotto l’alto patrocinio del Ministero senegalese per le Donne, la Famiglia e l’Infanzia ed è stato organizzato con il supporto del Ministero italiano degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. Oltre all’obiettivo di consolidare la volontà politica delle autorità senegalesi nei confronti dell’implementazione della risoluzione 69/150, il Workshop ha fornito un’opportunità per analizzare e valutare i meccanismi nazionali destinati appositamente a proteggere donne e bambine dalle MGF e a identificare inoltre adeguate misure per migliorare le strategie esistenti, affrontando le violazioni del divieto di procedere a MGF e aumentando la capacità della polizia, della gendarmeria e del sistema giudiziario di garantire la conformità con la legge. A questa fin,e il worshop si è focalizzato in particolare sulle zone del paese dove il tasso di prevalenza della pratica è elevato (Matam, Tamba, Kédougou, Kolda, Sédhiou, Ziguinchor, Saint Louis, Thiès (Mbour)).
 
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