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febbraio 2014
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Il “Premio No Peace Without Justice per i Diritti Umani” 2014
 

Siamo lieti di annunciare che la cerimonia di consegna del “Premio No Peace Without Justice per i Diritti Umani” si terrà il 3 marzo 2014 a Roma, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, in concomitanza con la ricorrenza della nascita di Sergio Stanzani Presidente di Non c’è Pace senza Giustizia e del Partito Radicale, recentemente scomparso.

La cerimonia di consegna sarà aperta dal Presidente del Senato, Piero Grasso, ed Emma Bonino. A seguire, sarà organizzata una conferenza stampa presso la sede di NPSG, in Via di Torre Argentina 76.


Il Premio è volto a sostenere coloro che in Italia e nel mondo si battono per la promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della democrazia e dello stato di diritto. Il Premio, che è un riconoscimento politico e non ha carattere monetario, ha due sezioni: una per le attività svolte in Italia, e una per le attività a livello internazionale.

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Terzo anniversario della rivolta in Bahrein: fermare l'impunità per le violazioni dei diritti umani, presenti e passate, deve ricoprire un ruolo centrale
 

Durante i mesi di febbraio e di marzo 2011, il Governo del Bahrein ha risposto ad una serie di richieste popolari di riforme, con assalti violenti ai manifestanti pacifici da parte delle forze armate, detenzioni extragiudiziali, arresti arbitrari ed troture durante la detenzione.
 
Tre anni dopo, e nonostante l’accettazione senza riserve da parte del Sovrano del Bahrein delle raccomandazioni fatte dalla Commissione Indipentente d’Inchiesta del Bahrein (Bahrain Independent Commission of Inquiry - BICI) nel novembre 2011, il regime bahreinita non solo non è riuscito a fornire un qualsiasi significativo programma di riforma, ma continua a reprimere il dissenso pacifico e nega quotidianamente alla maggioranza del popolo bahreinita i diritti fondamentali. Questa campagna di di repressione e di rappresaglia si è recentemente ampliata ulteriormente fino a comprendere anche esponenti dell’opposizione impegnati nel processo di dialogo nazionale in corso.
 
Se il governo è davvero sinceramente impegnato nel processo di riforma, deve rilasciare senza ulteriori indugi tutti i prigionieri di coscienza rimasti in carcere, smettere vessazioni e maltrattamenti contro i difensori dei diritti umani, stabilire meccanismi di attribuzione delle responsabilità credibili e imparziali per affrontare le violazioni perpetrate nel passato e per prevenire gli abusi presenti e futuri, nonché cooperare pienamente con i meccanismi di monitoraggio dei diritti umani e con gli Special Rapporteurs delle Nazioni Unite.

La giustizia e la pace sono elementi integranti di un sistema democratico e la comunità internazionale ha la responsabilità di assicurare che le autorità del Bahrein non continuino con questa strategia di “copertura” piuttosto che rispettare i loro obblighi. Ciò significa sostenere quelle forze politiche all’interno del Bahrein, nella loro ricerca nonviolenta ed instancabile di promozione della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. 
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Siria/Conferenza Ginevra 2: NPSG indirizza una lettera aperta ai Rappresentanti Permanenti delle Nazioni Unite
 

Alla vigilia della ripresa dei negoziati di Ginevra II, il Segretario Generale di Non c'è Pace Senza Giustizia, Niccolò Figà-Talamanca, ha indirizzato una lettera aperta ai Rappresentanti Permanenti presso le Nazioni Unite dei paesi e delle organizzazioni internazionali partecipanti per sollevare alcuni punti di fondamentale importanza per il successo dei negoziati e per il miglioramento della situazione per il popolo siriano.

Nonostante le diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, le decisioni importanti del Consiglio per i Diritti Umani, e il Comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012 che hanno reso evidente che non ci dovrebbe essere impunità per i crimini più gravi secondo il diritto internazionale, siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria e a un fallimento politico che vanno affrontati con prontezza e con decisione.
Tra le priorità su sui tutte le parti dovrebbero concentrarsi durante i negoziati :  1. adottare una dichiarazione d’intenti per rispettare gli obblighi fondamentali derivanti dal diritto internazionale umanitario e i principi fondamentali dell’assistenza umanitaria ; 2.  concordare immediatamente le modalità per l’ingresso senza ostacoli di un’adeguata assistenza umanitaria in tutte le zone assediate, per garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini siriani – a prescindere dalla loro ubicazione geografica, dalla religione e dal sesso ; 3. concordare su una smilitarizzazione piena ed immediata delle scuole e degli ospedali per garantire che servizi pubblici primari siano difesi e restaurati.

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Bangladesh: Avvocati Internazionali presentano prove al procuratore della CPI sui gravi reati commessi dalle forze governative
 

Oggi è stata presentata al Procuratore della Corte penale Internazionale (CPI) la richiesta di un'indagine immediata sui crimini commessi in Bangladesh da forze militari governative contro la popolazione civile. La domanda è stata presentata dagli avvocati delle Camere di Londra di 9 Bedford Row International, a nome della Coalizione internazionale per la libertà e i diritti. Delinea informazioni su arresti diffusi e arbitrari di attivisti dell'opposizione, sulle continue esecuzioni extragiudiziali, torture durante il fermo di polizia e sparizioni forzate commesse dalle forze armate e di sicurezza del Bangladesh prima, durante e dopo le recenti elezioni contestate del 5 gennaio 2014.

Commentando la richiesta, Alison Smith, Consigliere Legale di Non c'è Pace Senza Giustizia, ha dichiarato: « La comunicazione alla CPI sul Bangladesh dimostra chiaramente che nonostante tutte le critiche che la CPI ha dovuto affrontare nel corso dell'ultimo anno, l'articolo 15.2 rimane una delle più importanti garanzie di indipendenza della Corte. Ogni volta che si sviluppa una situazione in cui sono stati commessi crimini di diritto internazionale sul territorio o da cittadini di uno Stato Parte, la CPI costituisce l’ultimo baluardo di riparazione ». 

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 Eventi

Partito Radicale convoca al Parlamento europeo confronto internazionale su "ragion di Stato" e Diritti Umani
 

Il 18 e 19 febbraio, il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, assieme a Nessuno Tocchi Caino e Non c'è Pace Senza Giustizia, e con il sostegno del Gruppo ALDE  al Parlamento europeo e della Commissione europeahaconvocato a Bruxelles un incontro di alto livello politico e accademico per porre all'agenda internazionale temi di grande urgenza politica come il rispetto dello Stato di Diritto a livello nazionale e internazionale contro il ritorno della "ragion di stato" al fine di elaborare proposte che possano ricondurre nell'alveo della legalità internazionale l'agire della stragrande maggioranza degli stati democratici membri delle Nazioni unite.
Particolare rilievo nel dibattito è stato dato al "diritto alla Conoscenza", inteso anche come "diritto alla verità", con riferimento alle varie legislazioni dei "freedom of information act", nonché l'esempio della Commissione britannica presieduta dal Sir John Chilcot, e ogni altra  inchiesta ufficiale e ufficiosa relativa alla Guerra in Iraq e dalle sue conseguenze storiche e attuali.
Tra le adesioni a questa iniziativa lanciata da Marco Pannella alla fine del 2013 : il vice-presidente della Commissione europea Antonio Tajani, il Presidente del consiglio belga Elio Di Rupo, la ministra degli esteri Emma Bonino, il leader dei liberal-democratici al Parlamento europeo Guy Verhofstadt, l'ex ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, l'eurodeputato ed ex Commissario europeo Louis Michel, il ministro della giustizia della Sierra Leone Frank Kargbo, quello del Niger Marou Amadou, il leader del maggiore partito   d'opposizione cambogiana Sam Rainsy e quello dei montagnard del Vietnam Kok Ksor, l'ex ministro dei diritti umani dell'Iraq Bakhtiar Amin.
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Siria: NPSG conclude il secondo corso di formazione di “Investigazione forense in casi di violenze a sfondo politico e sparizioni forzate”
 

Attribuzione delle responsabilità e riparazione per le violazioni dei diritti umani presenti e passate subite dalla popolazione civile devono essere centrali se si vuole dare una qualche speranza al raggiungimento di una riconciliazione, pace e stabilità durature. A questo proposito, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) accresce le potenzialità della società civile siriana, degli attivisti per i diritti umani e la democrazia, e ne sostiene gli sforzi, per documentare crimini ed abusi commessi in Siria, anche alla luce di possibili investigazioni penali internazionali ed eventuali procedimenti.

Come parte di questo lavoro, NPSG ha organizzato a Gaziantep, Turchia, dal 11 al 14 febbraio 2014 un corso di formazione su “Investigazione forense in casi di violenze a sfondo politico e sparizioni forzate in Siria”, insieme a Assistance Cooperation Unit (ACU), Centro di Documentazione delle Violazioni (Violations Documentation Centre - VDC) ed il Kirkayak Art Center (KSM), e con il supporto del Ministero degli Esteri italiano e l’Ufficio per gli Esteri ed il Commonwealth britannico. Si tratta del secondo corso svolto da NPSG sul tema delle investigazioni forensi e sparizioni forzate in Siria, ed era specificamente organizzato sull abase di raccomnadazioni emerse durante il primo corso, tenuto nel novembre scorso.Tra i partecipanti, avvocati, dottori e rappresentanti di ONG ed associazioni informali che lavorano su indagini e raccolta di prove in Siria, da Aleppo, Damasco e dintorni, e Idlib, così come ex-membri della polizia siriana che si trovano ora in Turchia. 

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Libia: NPSG promuove consapevolezza sulla giustizia di transizione all’Università di Tripoli
 

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e l’Unione Studenti dell'Università di Tripoli, nel quadro del suo programma sulla giustizia di transizione (GT) in Libia, hanno organizzato una serie di incontri con gli studenti e docenti della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Tripoli. L'obiettivo dei Colloqui è stato quello di coinvolgere gli studenti in discussioni sulle questioni che sono rilevanti sulla transizione in Libia, per incoraggiarli a partecipare a questo momento cruciale e per sensibilizzare sulle diverse esperienze di transizione della giustizia in tutto il mondo. I 50 partecipanti erano impegnati in discussioni produttive e vivaci su vari aspetti della giustizia di transizione in ciascuno dei quattro giorni dei colloqui.

La serie di colloqui si è concentrata sui seguenti temi : possibili meccanismi della GT e la loro applicazione in Libia, situazione umanitaria dei profughi interni in Libia, giustizia di transizione e il processo costituzionale, e si è conclusa con un esercizio di giochi di ruolo sul compito dei giovani nel processo di transizione.

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