Fatal error: Cannot use object of type content_handler_field_multiple as array in /var/www/vhosts/npwj.org/httpdocs/modules/i18n/i18nviews/i18nviews.module on line 74
Click here to see the English version
febbraio 2016
Direttore resp.: Nicola Giovannini
Visita la nostra pagina Facebook Seguici su Twitter

 Notizie

Bahrein: NPSG e il Partito Radicale condannano fortemente la nuova sentenza di imprigionamento contro il leader dell’opposizione Ibrahim Sharif
 

Il 24 febbraio, una corte penale di Bahrain ha condannato Ibrahim Sharif, eminente leader dell’opposizione e ex-Segretario Generale del partito di sinistra laica Wa’ad, ad un anno di reclusione con l’accusa di “incitamento all’odio contro il regime”. Sharif era stato inoltre accusato di “incitamento volto al rovesciamento del governo con mezzi violenti”, ma la Corte ha respinto l’accusa.
 
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) condannano fortemente la condanna ad un anno di detenzione del leader dell’opposizione Ibrahim Sharif. Questa sentenza, fondata su accuse puramente politiche, è un altro chiaro esempio della determinazione delle autorità bahreinite di criminalizzare la libertà di parola e di sopprimere qualsiasi richiesta non-violenta di riforma democratica, stato di diritto e rispetto dei diritti umani nel paese. Questa inoltre, dimostra che le intenzioni di riforma sono puramente retoriche e parte di una strategia volta a gettare fumo negli occhi per coprire la vera faccia del regime bahreinita, basato su campagne di repressione sistematiche per far tacere ogni opposizione pacifica e voce indipendente.
 
Purtroppo, la risposta della comunità internazionale è stata fino ad oggi, debole e sorda alla difficile situazione in cui versano i cittadini di questo piccolo paese. Le autorità bahreinite hanno sfruttato questo approccio come un via libera per continuare le loro pratiche di repressione e ritorsione invece di impegnarsi in un reale ed inclusivo dialogo con i leader pacifici delle opposizioni e attivisti dei diritti umani.  È arrivato il momento per la comunità internazionale e l’Unione Europea (UE) in particolare, di reagire fortemente con la massima urgenza e con tutte le attenzioni che il caso richiede, a questo ultimo colpo inferto alla libertà di espressione in Bahrein.
 
Leggi l'articolo

Siria: “Promuovere la lotta contro l'impunità attraverso i meccanismi delle Nazioni Unite"
 

Il conflitto in Siria sta continuando a provocare un numero altissimo di vittime, con attacchi contro la popolazione civile che si sono intensificati nelle ultime settimane. Nonostante la creazione dell’ “International Syria Support Group” nell’autunno del 2015 e gli sforzi continui dell’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Siria, le violazioni del diritto internazionale umanitario, crimini di guerra e crimini contro l’umanità sono sempre più diffuse e il numero di parti coinvolte nel conflitto e nelle violazioni del diritto internazionale continua a crescere.
 
In questo scenario drammatico è cruciale sostenere le capacità di ripresa della Società Civile Siriana e degli attivisti democratici, e supportare i loro sforzi per riportare la pace e la giustizia in Siria. Queste organizzazioni hanno fatto un lavoro straordinario nell’indirizzare e documentare le violazioni diffuse del diritto internazionale commesse negli ultimi cinque anni in Siria, tra cui tortura, violenza sessuale e di genere, così come tattiche di guerra illegali come l'assedio, l’inedia, l’uso di barili bombe e bombardamenti indiscriminati di quartieri civili.
 
Qualsiasi futuro sistema siriano di accountability e giustizia di transizione dovrà rispondere in maniera efficace, giusta e indipendente a queste violazioni e alle aspirazioni e bisogni della popolazione. Tale sistema dovrà essere parte essenziale di un processo di transizione verso l’instaurazione di un effettivo sistema democratico e dello stato di diritto in Siria. A questo fine, Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha organizzato un workshop intitolato “Promozione dell’accountability attraverso i meccanismi delle Nazioni Unite, con un focus su donne e bambini”, che ha avuto luogo a Istanbul dal 20 al 23 febbraio 2016. I partecipanti includevano rappresentanti delle maggiori associazioni della società civile ed attivisti dei diritti umani siriani, nonché esperti internazionali dei meccanismi delle Nazioni Unite per la difesa dei diritti umani e i processi di accountability.
 
Leggi l'articolo

“Giornata Internazionale di Tolleranza Zero alle Mutilazioni Genitali Femminili”: NPSG chiede a tutti gli Stati di applicare e attuare le legislazioni che vietano questa violazione dei diritti umani
 

In questa Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili, NPSG ed il Partito Radicale Non Violento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) vogliono estendere un un riconoscimento speciale a tutti i meritevoli individui e organizzazioni che si battono contro questa violazione dei diritti umani ed estrema forma di discriminazione e violenza contro donne e bambine, della quale rischiano di essere vittime ogni anno tre milioni di ragazze in tutto il mondo.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha preso una prima forte posizione su questa questione il 20 dicembre 2012 con l’adozione della Risoluzione 67/146, che fu promossa dalla Campagna Ban FGM, una coalizione di ONG africane ed europee creata grazie all’iniziativa di NPSG. Nel dicembre 2014, la risoluzione 69/150 aveva rinnovato il proprio impegno, con un aumentato numero di paesi sponsor ed un linguaggio più forte.
 
Come richiamato da queste risoluzioni fondamentali, NPSG ed il NRPTT hanno costantemente sottolineato che l’adozione e l’applicazione di legislazioni chiare ed efficaci, appoggiate da sanzioni, che vietino tutte le forme di MGF, sono fattori fondamentali e cruciali per combattere questa forma di violenza di genere, proteggerne le vittime e porre fine all’impunità. In questo giorno importante nel quale riaffermiamo il nostro impegno a sradicare le MGF, faciamo appello a tutti gli stati in cui sono perpetrate, ad adottare e applicare legislazioni per vietare questa pratica in modo inequivocabile come un reato penale, nonché per fornire un sostegno forte e chiaro per gli innumerevoli gruppi per i diritti umani, le associazioni femminili ed i singoli sostenitori che combattono una battaglia quotidiana per assicurare che le donne e le ragazze di domani siano libere dalla minaccia delle MGF.
 
Leggi l'articolo

*  Alvilda Jablonko è Direttore per Genere e Diritti Umani, Non c’è Pace Senza Giustizia

 Eventi

CPTAFE e NPSG organizzano il workshop nazionale “BANFGM: verso l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili" in Guinea
 

In occasione della Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili, CPTAFE (Cellule de coordination sur les Politiqeus Traditionnelles Affectant la Santé des Femme set des Enfants) e NPSG, in partenariato con il Comitato Inter-Africano sulle pratiche Tradizionali Pregiudizievoli per la Salute delle Donne e dei Bambini (CI-AF) e con il supporto del Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno organizzato un workshop nazionale intitolato “BANFGM: Verso l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili”.
 
Sulla proposta del Ministero di Azione Sociale e la Promozione di Donne e Bambini della Repubblica di Guinea, l’evento, così come altre attività volte a commemorare la Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le MGF, si sono tenute nella città di Gueckedou, dove una giovane ragazza, Koumba Tonguino, è morta nel Dicembre 2015 dopo essere stata sottoposta alla circoncisione. Questa tragedia ha richiamato le coscienze e spronato i cittadini a mobilitarsi in massa nel paese per la eliminazione di questa pratica. Nonostante sia vietata dalla legge, si stima che in Guinea il 97% di donne tra i 15 e i 49 anni siano vittime di mutilazioni genitali.
 
Oltre all’intento di consolidare la volontà politica delle autorità guineane di implementare la Risoluzione 69/150 adottata dall'ONU, il workshop ha fornito un opportunità per analizzare e discutere i meccanismi nazionali designati a proteggere donne e ragazze dalla pratica delle MGF e ad identificare misure adeguate a migliorare le strategie esistenti, rispondere alle violazioni e a rafforzare la capacità della polizia, gendarmeria e sistema giudiziario di garantire il rispetto della legge. Tra i partecipanti al workshop nazionale vi erano rappresentanti dei Ministeri competenti, delle autorità locali di Gueckédou, rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite, nonchè attivisti della società civile e gruppi per i diritti delle donne, capi religiosi e tradizionali, organizzazioni delle comunità e la popolazione della città di Gueckédou.
 
Leggi l'articolo

GAMCOTRAP e NPSG organizzano un workshop nazionale per favorire l’implementazione della legge che proibisce le MGF in Gambia
 

In occasione della Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali FemminiliGAMCOTRAP NPSG, in partenariato con Il Comitato Inter-Africano sulle pratiche Tradizionali Pregiudizievoli per la Salute delle Donne e dei Bambini (CIAF) e il Gambian Women’s Bureau, e con il supporto del Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno organizzato un workshop nazionale intitolato “Ban FGM: Una legge per porre fine alle MGF nel Gambia”.  L’evento, tenutosi a Banjul, ha ospitato rappresentanti del governo ma anche della popolazione civile (inclusi mediatori di comunità, persone che in passato hanno effettuato le operazioni di MGF, donne e giovani provenienti dalle 7 regioni amministrative del paese).
 
Il 28 Dicembre 2015, l’Assemblea Nazionale del Gambia ha adottato il “Women's Amendment Bill 2015” il quale proibisce le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) e prevede sanzioni penali severe per gli esecutori di tale pratica. Secondo la nuova legge, la persona che compie la mutilazione rischia una condanna fino a tre anni di carcere o una multa di 50,000 dalasi e in caso di morte della donna, l’ergastolo. L’adozione del progetto di legge è avvenuta a seguito della dichiarazione e decisione del Presidente del Gambia Yahya Jammeh di proibire le MGF.
 
Il “Women Amendment Bill” è una risposta concreta alla richiesta di numerose comunità che negli ultimi otto anni hanno dimostrato la loro volontà di porre fine alle Mutilazioni Genitali Femminili. Inoltre, la nuova legge rinforza la legittimità e l’impatto positivo degli sforzi di advocay e di sensibilizzazione  portati avanti da molti gruppi della società civile come GAMCOTRAP che, sotto la guida del suo instancabile presidente Isatou Touray, da anni lavora per porre fine a questa quotidiana violazione dei diritti umani. Sulla scia dell’approvazione della nuova legislazione che proibisce le MGF in Gambia, il fine di questo evento era quello di rafforzare le attività di sostegno e sensibilizzazione tra i rappresentanti del governo ma anche tra la popolazione in generale circa la corretta applicazione della nuova legge e delle sue ripercussioni.
 
Leggi l'articolo