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febbraio 2017
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

NPWJ si rallegra per la decisione della Magistratura sudafricana sull’ilegalità del ritiro dalla Corte Penale Internazionale
 

Alla fine del 2016 il Governo del Sud Africa ha depositato un avviso di ritiro dallo Statuto di Roma che costituisce la base della Corte Penale Internazionale con il Segretario Generale dell’ONU. Così facendo il Sud Africa sarebbe diventato il primo paese a ritirarsi dal trattato. Oggi, L’alta Corte del Sud Africa ha ordinato al Governo di revocare l’avviso di ritiro, poiché la decisione senza l’avvallo del Parlamento è illegittima e incostituzionale.
 
“Questa è chiaramente una vittoria per lo stato di diritto e una brillante dimostrazione del ruolo del sistema giudiziario nell’assicurare il bilanciamento dei poteri” ha dichiarato Alison Smithdirettrice di NPSG per la giustizia penale internazionale. “La decisione odierna dà sollievo alle vittime e riavvicina Il Sud Africa a quella di comunità di nazioni che non credono nella legge del più forte; che l’impunità per i crimini nel diritto internazionale è una minaccia e un affronto per l’umanità intera, e che richiede un intervento legale su scala globale quando i sistemi nazionali non possono o non vogliono investigare e perseguire; e infine che coloro che sono maggiormente responsabili di atrocità devono pagare per i loro crimini, a prescindere dal loro status diplomatico o dal loro ruolo ufficiale.
 
Il governo sud africano ha dichiarato di star soppesando la possibilità di ricorso in appello e ha anche segnalato l’intenzione di introdurre una proposta di legge in Parlamento per recedere dallo Statuto di Roma. “Speriamo che la decisione odierna consenta a menti più fredde di prevalere all’interno del Governo sudafricano e che non sia deciso di presentare un disegno di legge per uscire dalla CPI” ha aggiunto Alison Smith. “tuttavia, se ciò dovesse accadere, speriamo che il parlamento sudafricano stia dalla parte delle vittime e dalla parte della protezione dei diritti umani, valori su cui si fonda Sud Africa di oggi. Nel frattempo, esortiamo tutti i firmatari a reiterare senza ambiguità il loro impegno nei confronti dell’integrità e dei principi che sottendono lo Statuto di Roma e la CPI così come il loro impegno assoluto nel garantire giustizia e riparazione per le vittime dei peggiori crimini del mondo, ovunque siano essi perpetrati.
 
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Proteggere l’Infanzia dalla Guerra: 10 anni dai Principi di Parigi
 

Dieci anni dopo l’adozione dei Principi di Parigi in difesa dei Bambini coinvolti con forze armate e gruppi armati, Stati, organizzazioni internazionali e società civile si sono riuniti ieri per riconfermare il proprio impegno nel proteggere bambini e rinforzare la protezione dei loro diritti. La Conferenza, organizzata dal governo francese e UNICEF, è stato un importante momento per discutere i progressi fatti sin dall’adozione dei Principi di Parigi nel 2007 e definire strategie per rinforzare la protezione dell’infanzia negli anni a venire.

“Gli ultimi dieci anni hanno visto alcuni importanti miglioramenti per i bambini che si trovano coinvolti in conflitti armati,  tra cui l’impegno preso da molte forze armate e gruppi paramilitari di non reclutare o servirsi di bambini nelle ostilità; inoltre molti bambini già coinvolti sono stati rilasciati da questi gruppi” ha dichiarato Alison Smith, Direttrice del programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG, la quale ha partecipato all’incontro che si è tenuto oggi a Parigi. “Gli strumenti legali per la protezione dei bambini sono stati rinforzati anche grazie all’adesione di molti altri Stati al Protocollo Opzionale alla Convenzione sui diritti dell’Infanzia che alza l’età minima per il reclutamento ai 18 anni. Congratuliamo inoltre il fatto che tre nuovi stati – Kazakhstan, Myanmar e Tunisia – hanno aggiunto i loro nomi ai Principi di Parigi, portanto il numero totale di Stati impegnati ai Principi a 108. Di fronte a questi miglioramenti tuttavia non solo il coinvolgimento o il reclutamento di bambini nei conflitti non è stato arrestato, ma i bambini rimangono le principali vittime dei conflitti armati e della violenza politica di massa".
 
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Siria: NPSG chiede agli Stati Membri dell’ONU di fornire il proprio sostegno al Meccanismo per l’Investigazione e la prosecuzione di gravi crimini
 

In occasione della pubblicazione dei Termini di Referimento per il Meccanismo di supporto all’investigazione e prosecuzione di gravi crimini in Siria, creato dall’Assemblea Generale dell’ONU (AGNU) il 21 Dicembre 2016, NPSG ha inviato una lettera aperta agli Stati Membri dell’ONU per invitarli a fornire il loro supporto politico ed economico a questo nuovo Meccanismo.

La creazione di un Meccanismo internazionale, indipendente e imparziale rappresenta il passo più concreto verso l’attribuzione di responsabilità che la comunità internazionale ha intrapreso sin dall’inizio del conflitto, sei anni fa. Fornita del mandato di fornire supporto alle investigazioni, raccogliere informazioni da varie e diverse fonti, incluso la Commissione di Inchiesta, e preparare i documenti per l’avvio dei processi, il meccanismo ha l’opportunità di preparare il terreno per future azioni legali. Per realizzare il suo potenziale, il meccanismo dovrà adempiere al proprio mandato mantenendo come principi guida questi obiettivi: servirsi di procedimenti e protocolli che aderiscano ai più alti standard internazionali; servirsi dell’esperienza di altre corti e tribunali internazionali, in partic olare nell’ambito della presenza sul terreno, e adattare le loro lezioni ai propri bisogni; e avere il supporto necessario per adempiere al proprio mandato da parte della comunità internazionale.
 
Nella sua lettera aperta, NPSG invita in maniera decisa tutti gli Stati Membri dell’ONU a fornire supporto al Meccanismo in questo modo: (1) fornendo supporto finanziario, sia pure in quantita ridotte, ma preferibilmente prima del prossimo rapporto del Segretario Generale previsto per la fine di Febbraio; (2) fornendo supporto politico, in particolare non esitando di esprimere il proprio sostegno in ogni evento e contesto internazionale, incluso durante la sessione di Marzo del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra; (3) relazionandosi con il Meccanismo e aspettandosi trasparenza e assunzione di responsabilità per il proprio operato.
 
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Giornata internazionale di Tolleranza Zero sulle MGF: NPSG chiede a tutti gli stati di introdurre e far rispettare le leggi che vietano questa violazione dei diritti umani
 

In questa Giornata Internazionale per la Tolleranza Zero verso le Mutilazioni Genitali Femminili, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG)  vuole rendere uno speciale riconoscimento a tutti gli straordinari individui e organizzazioni che combattono questa violazione dei diritti umani che rappresenta anche un’estrema forma di discriminazione e violenza contro donne e bambine”.

Milioni di donne e bambini in tutto il mondo sono ancora vittime o sono minacciate dalle MGF, in quanto sia risultato sia perpetuazione di diseguaglianze di genere e discriminazioni che negano loro le forme più basiche di autonomia personale e autodeterminazione. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (AGNU) ha preso una prima chiara posizione su questa questione il 20 dicembre 2012 con l’adozione della Risoluzione 67/146, la quale fu accolta con soddisfazione dalla Campagna BanFGM, una coalizione di ONG europee e africane creata grazie all’iniziativa di NPSG. Nel dicembre 2014, l’AGNU ha rinnovato il suo impeno con la Risoluzione 69/150, la quale, oltre ad un rafforzamento del linguaggio usato, vide inoltre aumentare il numero degli Stati sostenitori.

Come chiesto da queste fondamentali risoluzioni, NPSG  e I suoi partner della Campagna BanFGM hanno continuamente sottolineato come l’adozione e la messa in atto di una legislazione esplicita ed efficace, sostenuta da sanzioni, che denunci qualunque forma di MGF siano fattori fondamentali e cruciali per contrastare con successo questa forma di violenza di genere, proteggerne le vittime e porre termine all’impunità dei perpetratori. In aggiunta a perseguire chi la pratica, nuove leggi potrebbero proteggere le donne e provvedere loro strumenti legali per sfidare la pressione a livello social delle tradizioni culturali e rifiutare la MGF, e creare anche un contesto legale che legittimizzi e facility il avoro di advocacy ed educativo da parte di attivisti anti-MGF locali e gruppi per i diritti delle donne.
 
In questa importante giornata in cui noi ribadiamo il nostro impegno per eliminare totalmente le MGF, è anche necessario notare come la maggior parte degli Stati del mondo non possieda ancora di leggi appropriate ed efficacy per la protezione di donne e bambine da questa violazione dei diritti umani; dove le leggi sono state create, non sempre la volontà politica di renderle effettive ha seguito di pari passo. Noi ci appelliamo a tutti gli Stati in cui le MGF sono praticate perché assicurino il rispetto delle leggi che proibiscono inequivocabilmente le MGF in quanto atto criminale e allo stesso tempo provvedano un forte e chiaro sostegno ai numerosi gruppi per la difesa dei diritti umani, associazioni di donne e attivisti individuali che comnbattono una battagloia quotidiana per far sì che le donne e le bambine di domani siano libere dalla minaccia delle MGF”.
 
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Alvilda Jablonko è Direttrice del Programma Genere e Diritti Umani di Non c’è Pace Senza Giustizia

 Eventi

Conferenza BanFGM sulla messa al bando universale delle Mutilazioni Genitali Femminili
 

La conferenza BanFGM sulla messa al bando universale delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) è una riunione di alto livello invocata dalla Consultazione ministeriale sub-regionale di Dakar che si è tenuta a Roma il 30-31 gennaio e il primo febbraio 2017, presso il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Senato.
 
La conferenza è stata organizzata da Non C’è Pace Senza Giustizia e il Comitato Inter-Africano sulle Pratiche Tradizionali Nocive per la Salute di Donne e Bambini, in partenariato con l’African Women Forum, il Crans Montana Forum,Women Empower the World, AMREF Health Africa e Sénégambie, e con il sostegno politico e finanziario del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Banca Islamica per lo Sviluppo, Open Society Foundations, l'Ambasciata di Francia in Italia,  White & Case AFV.
 
La battaglia per porre fine alle MGF è emblematica di tutte le battaglie che puntano a stabilire la tutela legale di diritti individuali, autonomia e autodeterminazione personale. Questa riunione di vertice, a cui hanno partecipato ministri, parlamentari e rappresentanti della società civile provenienti da oltre 45 paesi, rappresenta un punto culminante della Campagna BanFGM.
 

La Conferenza si è dedicata a compilare l’inventario e divulgare i risultati della Campagna BanFGM, riesaminarne le principali tappe politiche fondamentali e evidenziarne la strategia di coinvolgimento degli attivisti, parlamentari e ministri a livello locale, nazionale e internazionale. E' anche stata l’occasione per allargare la prospettiva oltre l’Africa, mettendo in evidenza come le MGF siano una violazione persistente anche in altre regioni del mondo e non solo tra le comunità di immigrati, come sottolineato dalla mobilitazione universale che ha portato alla Risoluzione 67/146  dell’Assemblea Generale dell’ONU per il divieto mondiale delle MGF.

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Tavola Rotonda con Fernando Iglesias sulla Campagna per l’istituzione per una Corte Caraibica e Latinoamericana Contro il Crimine Organizzato Transnazionale
 

Venerdì 10 febbraio 2017, NPWJ ha ospitato nei suoi uffici di Bruxelles una tavola rotonda con il dottor Fernando Adolfo Iglesias*, Direttore della Campagna per l’istituzione per una Corte Caraibica e Latinoamericana Contro il Crimine Organizzato Transnazionale (COPLA nell’acronimo originale in spagnolo). La campagna sta assemblando una coalizione di organizzazioni sudamericane e caraibiche dedite alla creazione di un organo giuridico regionale per combattere le reti criminali in America Latina.
 
Tra i partecipanti alla discussione erano inclusi Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG e Alison Smith, direttrice del programma di Giustizia Penale Internazionale, affiancati da rappresentanti di altre associazioni internazionali (come la Coalizione per la Corte Penale Internazionale (CICC), Fair TrialsTransparency International e FIDH). L’incontro era incluso nel quadro della serie di seminari Brown Bag Lunch, che consistono in conferenze mensili da parte di esperti di diritti umani e di temi politici pertinenti con il lavoro di NPSG.
 
Il Dr. Iglesias ha spiegato le motivazioni che rendono necessaria la creazione del COPLA, di come il COPLA è coerente con il federalismo sudamericano e di come ciò sia stato ostacolato dal disaccordo tra gli stati. Ha poi evidenziato la peculiarità del crimine organizzato in Sudamerica, causa di un numero drammatico di vittime, maggiore che in qualsiasi altra area del mondo. Ad oggi, il crimine organizzato rappresenta la minaccia più grave per i diritti umani in Sudamerica, avendo sostituito la violenza politica, tanto da poter affermare che la discriminazione sociale più comune oggi riguarda la sicurezza, la possibilità di arrivare vivi alla fine del giorno. Inoltre, rappresenta un limite per lo sviluppo economico dei paesi colpiti, dovuto alla natura multinazionale e transnazionale del crimine organizzato e la sua influenza sulle strutture statuali e sull’economia sommersa. Gli stati non possono combattere questo fenomeno efficientemente in ragione della differenza di risorse tra il crimine organizzato, che dispone di mezzi tecnologici ed economici enormi, e le forze di sicurezza che operano con limiti di budget invalidanti.
 
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