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gennaio 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Evento di alto livello sul bando universale delle mutilazioni genitali femminili
 

Non c'e' Pace Senza Giustizia e la Coalizione per la messa al bando universale delle MGF, con il sostegno del Ministero degli affari esteri italiano e l’ENI, organizzano un evento di alto livello sul bando universale delle mutilazioni genitali femminili, co-ospitato dal Senato, a Roma, il 3-5 febbraio 2013.
Il 20 dicembre 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione per un bando universale delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Una tappa decisiva e storica che riflette l’intesa universale nel ritenere che le mutilazioni genitali femminili costituiscano una violazione dei diritti umani e che tutti i paesi del mondo dovrebbero intraprendere “tutte le misure necessarie, inclusa la promulgazione ed il rafforzamento di legislazioni che proibiscano le MGF, per proteggere donne e bambine da queste forme di violenza e per porre fine all’impunità”.
L’adozione della Risoluzione è il culmine di anni di dedizione di ciascun membro della coalizione, che ha lavorato insieme all’Unione Africana ed agli Stati membri delle Nazioni Unite, come Burkina Faso e Italia, e di leader politici dediti come Emma Bonino e Chantal Compaoré, che si sono prodigati per combattere la pratica nel loro paese ed a livello internazionale.
Lo scopo della riunione ad alto livello, a cui parteciperanno le First ladies del Burkina Faso e di Guinea, ministri, parlamentari e attivisti della società civile provenienti da oltre 20 paesi africani ed europei, che sono stati più dedicati alla lotta contro la pratica, sarà quello di discutere e definire, alla luce della risoluzione adottata, le prossime misure e strategie da attuare sia a livello nazionale che internazionale, nonché di fornire un’ opportunità per celebrare insieme questo successo.

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  • Per informazioni sulle modalità di partecipazione, contattare: segreteria.bonino@senato.it
  • Programma provvisorio dell’evento

Mali: intervento necessario, ora responsabilita' internazionale
 

Dichiarazione di Demba Traoré, Segretario Generale del Partito Radicale, Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, e Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c'è Pace Senza Giustizia:
 
“In quanto attivisti per i diritti umani e strenui sostenitori dello stato di diritto e della giustizia, elogiamo la volontà della Francia di prendere l'iniziativa mentre la comunità internazionale sembra solo aspettare fino a quando sarà troppo tardi. Ci auguriamo che la comunità internazionale condivida questa responsabilità assicurando l'attuazione della Risoluzione 2085 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni in tutte le sue dimensioni: politica, securitaria e umanitaria. In particolare, tutti gli sforzi dovrebbero essere intrapresi per la restaurazione dell'ordine costituzionale basato sullo stato di diritto.
Crimini di guerra e crimini contro l'umanità sono stati commessi da vari gruppi armati che stanno occupando la parte nord del paese, come l'arruolamento di bambini soldato, distruzione di edifici religiosi, rapimenti e stupri di civili. Attacchi deliberati contro i civili, incluso il sequestro di ostaggi, non devono diventare uno strumento di influenza politica e per raggiungere il potere e la legittimità.
Di conseguenza, accogliamo con favore la decisione del Procuratore Generale della Corte Penale Internazionale Fatou Bensouda di richiedere il permesso alal Corte di iniziare un'indagine preliminare in risposta alla diffusione e gravità dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Mali dal gennaio 2012. Il Mali, oggi più che mai, necessita della pressione della comunità internazionale per fermare coloro che hanno commesso e continuano a commettere violazioni del diritto internazionale, così come chi li ha comandati, ricordando loro con fermezza e con le proprie azioni che l'impunità non verrà tollerata e che saranno messi di fronte alle proprie responsabilità per la commissione di questi gravissimi atti.”

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Tunisia: Proposta di Legge su giustizia di transizione presentata all'Assemblea Costituente
 

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si congratulanocon il Ministro per aver presentato all'Assemblea Nazionale Costituente la proposta di legge a seguito degli emendamenti decisi dal Gabinetto dei Ministri. 
Un primo documento era stato presentato al Ministro Dilou dalla Commissione per il Dialogo Nazionale e la Giustizia di Transizione, creata dallo stesso Ministro e composta dall'Accademia per la giustizia di transizione e varie ONG con un ruolo chiave nell'ambito.
Questa proposta di legge è un passo importante verso la transizione democratica in Tunisia, e chiediamo all'Assemblea Nazionale Costituente di includere i cittadini nel processo legislativo per assicurare che la Tunisia stabilisca un processo di giustizia transitoria che sia uno sforzo concertato di tutti i partiti politici e segmenti della società, e risponda genuinamente alla necessità di giustizia dopo decenni di dittatura. La Tunisia potrà costruire una nuova società aperta e democratica in cui i cittadini hanno fiducia nelle istituzioni statali solamente assicurando che le violazioni del passato siano correttamente affrontate e le vittime debitamente ricompensate.

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Per ulteriori informazioni  sulle attività di NPSG e KADEM sulla giustizia di trasizione in Tunisia, clicca qui

Giustizia e lottà contro l'impunità sono l’unica via per raggiungere una pace duratura e garantire sicurezza in Siria e nella regione
 

Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono l’iniziativa promossa dai 57 stati che richiede al Consiglio di Sicurezza di deferire alla Corte Penale Internazionale (CPI) la situazione della Repubblica Araba Siriana dal marzo del 2011,  senza eccezioni ed indipendentemente dai potenziali coplevoli.

Negli ultimi 22 mesi le notizie e le immagini che pervengono dalla Siria non lasciano molti dubbi nella mente degli spettatori: crimini contro l’umanità e crimini di guerra continuano ad essere perpetrati con sempre maggiore intensità, favoriti da un clima di totale impunità. Sin dall’inizio del conflitto, al fine di consentire una pacifica e condivisa soluzione della crisi siriana e la transizione politica verso la democrazia, abbiamo sempre perorato la creazione di un sistema imparziale ed effettivo di attribuzione delle responsabilità e monitoraggio delle violazioni dei diritti fondamentali individuali, insieme alla prosecuzione di coloro che si sono resi maggiormente responsabili per i crimini contro la popolazione civile.

Un deferimento alla CPI porrebbe fine alla cultura di impunità che connota il panorama siriano, indicando in modo incisivo che la comunità internazionale si sta finalmente muovendo nel tutelare i diritti umani in Siria e supportare gli sforzi del suo popolo per garantire giustizia, lo stato di diritto ed un processo politico verso la democrazia. Invitiamo gli altri stati membri delle Nazioni Unite di appoggiare questa iniziativa e, in caso di deferimento, di impegnarsi con le risorse e i mezzi necessari al fine di investigare questi crimini e dare esecuzione ai possibili mandati di arresto. 

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Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

 Eventi

Siria: tavola rotonda con Mustafa Haid sul ruolo di “Dawlaty” nella promozione della giustizia di transizione
 

Il 24 Gennaio 2013, Non C’è Pace Senza Giustizia ha ospitato una tavola rotonda con Mustafa Haid,  attivista per i diritti umani operante in Beirut e fondatore di “Dawlaty”, una innovativa organizzazione siriana che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della giustizia di transizione come una alternativa alle vendetta personale in quanto mezzo di riparazione per le violenze subite. L’intervento è stato organizzato nell’ambito di una serie di seminari intitolati Brown Bag Lunch, lezioni mensili tenute da relatori di primo piano ed esperti di diritti umani e questioni politiche rilevanti per il lavoro condotto da NPSG.

Haid ha illustrato come lo stato siriano sia percepito come una struttura intimidatoria, una istituzione di controllo, di fronte alla quale gli individui sono costretti a soccombere.  Dawlaty, che significa “il mio stato”, cerca di recuperare la nozione di stato per i cittadini.  Dawlaty promuove una visione alternativa di stato, nella quale le differenze individuali sono accolte e rispettate e dove c’è spazio per il confronto e il dibatitto politico. Dawlaty utilizza come strumenti di promozione e insegnamento materiali audiovisivi e testi, come cartoni animati, video, poster e graffiti, al fine di raggiungere e coinvolgere tutti i cittadini, inclusi coloro che  vivono in zone belliche, dove l’accesso all’eletricità ed ad internet è limitato. 

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Per maggiori informazioni: http://www.dawlaty.org/

La Corte Speciale per la Sierra Leone e NPSG presentano rapporto sull’impatto della Corte Speciale in Sierra Leone e Liberia
 

Lunedi 7 gennaio 2013, Non c’è Pace Senza Giustizia, insieme alla Corte Speciale per la Sierra Leone (SCSL), ha presentato l’indagine “Affinché la Giustizia conti: una stima dell’impatto e del lascito della Corte Speciale per la Sierra Leone in Sierra Leone e Liberia”, preso la sede della Corte a Freetown, Sierra Leone. 
Tra i partecipanti, Joseph Kamara, Presidente Commissione Anti-Corruzione della Sierra Leone ed ex Vice Procuratore della Corte Speciale, Binta Mansaray, Presidente della cancelleria della Corte, rappresentanti della società civile dalla Sierra Leone e Liberia, e partners di NPSG in Liberia e Sierra leone, tra cui la Coalizione per la giustizia e la responsabilità (“Coalition for Justice and Accountability”), la rete delle ONG liberiane (“Liberia NGOs Network” (LINNK)), Manifesto 99 e l’Istituto della Sierra Leone per il Diritto Internazionale (“Sierra Leone Institute for International Law”).
Tra i principali risultati, il rapporto* evidenzia l'ampio e profondo impatto che la Corte ha avuto nel porre fine all'impunità, rafforzando lo stato di diritto, restaurando la pace e portando compensazione alle vittime. Ha anche dimostrato che parte del successo può essere attribuito al lavoro di sensibilizzazione e in una visione, definita nei primi momenti di vita della Corte, di un'istituzione creata in funzione delle aspettative del popolo di Sierra Leone e Liberia. Ora è fondamentale che questa esperienza venga tenuta in considerazione così che la SCSL lasci un'utile eredità consolidata a favore della giustizia, della riconciliazione e dello stato di diritto, per il governo ed il popolo di Sierra Leone e Liberia, così che per tutte le iniziative future di giustizia penale internazionale, incluso il lavoro in corso della Corte Penale Internazionale.

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* L'indagine, che è stata commissionata dalla SCSL e condotta da NPSG insieme ai suoi partner in Sierra Leone e Liberia, è stata condotta in Sierra Leone e Liberia su 2,841 persone, rappresentando diversi strati sociali, età e sessi, con un enfasi sull'inclusione di voci storicamente non considerate, incluse donne, giovani e persone con disabilità.