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gennaio 2014
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Il “Premio No Peace Without Justice per i Diritti Umani” 2014
 

Siamo lieti di annunciare che la cerimonia di consegna del “Premio No Peace Without Justice per i Diritti Umani” si terrà il 3 marzo 2014 a Roma, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, in concomitanza con la ricorrenza della nascita di Sergio Stanzani Presidente di Non c’è Pace senza Giustizia e del Partito Radicale, recentemente scomparso.
Il Premio è volto a sostenere coloro che in Italia e nel mondo si battono per la promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della democrazia e dello stato di diritto. Il Premio, che è un riconoscimento politico e non ha carattere monetario, ha due sezioni: una per le attività svolte in Italia, e una per le attività a livello internazionale.
 
La Commissione giudicatrice selezionerà i Laureati per ognuna delle categorie del Premio. La Commissione sarà composta da personalità autorevoli nel mondo dei diritti umani e da rappresentati degli organi istituzionali coinvolti.

Ricordiamo che le candidature possono essere inviate on line attraverso il sito di NPWJ entro il 7 febbraio 2014.

Rinnoviamo quindi l’invito ad avanzare e/o sostenere le candidature di coloro che abbiano dato un contributo eccezionale per la protezione e la promozione dei diritti umani e il cui lavoro potrebbe beneficiare del riconoscimento politico del Premio NPWJ.
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Siria: l’Istituto Siriano per la Giustizia (ISG) e Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) commemorano il primo anniversario del massacro del fiume Queiq con una cerimonia nella città di Istanbul
 

Il 29 gennaio 2014, l’Istituto Siriano per la Giustizia (ISG) e Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) hanno tenuto una cerimonia nella città di Istanbul, Turchia, per commemorare il primo anniversario delmassacro di Queiq River, avvenuto nelle vicinanze di Aleppo, nella Siria settentrionale, tra il mese di gennaio e marzo dello scorso anno.
 
La commemorazione, presieduta da Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG, ha visto la partecipazione di: Nabil Al Halabi, avvocato per I diritti umani e manager dell’organizzazione libanese Life, da Aleppo; Yousef Houran, avvocato, inquirente e co-fondatore del ISG; l’avvocato per I diritti umani, inquirente e co-fondatore del ISG Abdulkader Mandou, da Aleppo.

"Negli ultimi tre anni, i cittadini siriani sono stati testimoni di molti massacri e atrocità. Oggi vogliamo commemorare uno di questi atroci episodi, che è in qualche modo speciale, perchè non si è trattato di un singolo episodio di violenza ma bensì un sistematico, metodico e prolungato massacro di civili che sono stati rapiti a check-point sotto controllo del regime e che, nel corso di diverse settimane - giorno dopo giorno - sono stati sistematicamente giustiziati. E il fiume Queiq ci parla di questo massacro riconsegnandoci i cadaveri delle vittime", ha detto Niccolò Figà-Talamanca durante la cerimonia.

Questo è il primo di una serie di eventi commemorativi che termineranno con la presentazione pubblica del rapporto “Quando il fiume parla”, elaborato dall’Istituto Siriano per la Giustizia.
 
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Costituzione tunisina: una pietra miliare per il paese della rivoluzione dei gelsomini
 

 Domenica 26 gennaio, l'Assemblea Nazionale Costituente tunisina ha adottato una nuova Costituzione. Si tratta di una pietra miliare per la Tunisia e per la storia della regione araba, che rafforza le voci di coloro che stanno agendo per sostenere la democrazia in altri paesi della regione. L'ultimo mese di trattative è stato frenetico, sia dentro che fuori l'Assemblea Costituente.

Il processo costituzionale, che inizialmente doveva essere concluso entro il 23 ottobre 2012, è durato più a lungo di quanto ci si aspettasse. Le trattative hanno assistito ad alcuni momenti critici della storia tunisina. L'escalation di violenza politica è culminato nell’assassinio di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, rispettivamente nei mesi di febbraio e luglio 2013, inducendo grandi manifestazioni contro il governo e creando due crisi politiche profonde che hanno immobilizzato tutto il paese, inclusa la redazione della Costituzione. Tuttavia, i membri del Governo, l'opposizione e l'Assemblea Costituente sono stati in grado di superare la situazione di stallo e di trovare un accordo sul modo di procedere, che, di per sé, dimostra le notevoli risorse dei tunisini.

Nelle scorse settimane, molti hanno giustamente elogiato la bozza emersa dai colloqui costituzionali come una tra le più avanzate nel mondo arabo, in particolare per quanto riguarda il fatto che ha respinto la sharia come fonte di diritto. La Costituzione tunisina riconosce diritti e libertà più di altri testi costituzionali nella regione; tuttavia, mentre molti diritti umani universali sono ora sanciti nel nuovo testo, per certi aspetti, un certo numero di queste disposizioni mostrano chiaramente che si è trattato di un difficile compromesso.

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* Greta Barbone è Senior Associate ed ex coordinatrice del Progetto di Non c'è Pace Senza Giustizia in Tunisia

I leader dell’opposizione del Bahrein, riuniti a Bruxelles, hanno chiesto il sostegno internazionale per fermare la repressione e promuovere riforme politiche significative
 

Il 22 gennaio 2014, una delegazione di leader dell’opposizione del Bahrein, all’interno di un tour di una settimana delle maggiori città europee, si è recata a Bruxelles per una serie di incontri, organizzati col sostegno di Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), con le istituzioni dell’Unione Europea e le organizzazioni che si occupano di diritti umani. La visita era intesa ad attirare l’attenzione sulla situazione attuale in Bahrein e a favorire gli sforzi dei partner internazionali per consolidare un processo di dialogo serio e significativo che possa condurre a una vera riforma democratica.
La delegazione annoverava tra i suoi membri, Radhi Al-Mosawi, Segretario Generale dell’associazione “Wa'ad”, Associazione Nazionale per l’Azione Democratica (National Democratic Action Society), Abdulnabi Salman, Segretario Generale dell’associazione Al- Minbar, Tribuna Democratica Progressista (Democratic Progressive Tribune), Abduljalil Khalil, deputato dimissionario ed ex capo del blocco parlamentare Al Wefaq e Ali Alaswad, deputato dimissionario di Al Wefaq.

NPSG ha ospitato una tavola rotonda per discutere la situazione attuale e le prospettive per il futuro del paese. L’incontro, ospitato da Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG, e tenutosi nella sede di Bruxelles di NPSG, ha visto la partecipazione di rappresentanti di Human Rights Watch, FIDH (Federazione Internazionale per i Diritti dell’Uomo), Carnegie Europe, Partnership for Democratic Change International (PDCI) e Diritti Umani Senza Frontiere (HRWF). La Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo (DROI), in collaborazione con NPSG, ha anche tenuto una riunione straordinaria che è stata presieduta dal deputato europeo Ana Gomes, a cui hanno partecipato rappresentanti di tutti i gruppi politici.

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 Eventi

Libia: NPSG sensibilizza e promuove la partecipazione per la legge sulla Giustizia di Transizione
 

Il 16 gennaio, NPSG ha convocato un convegno a Tripoli all’interno del suo programma di Giustizia di Transizione in Libia, sulla legge di Giustizia Transitoria approvata recentemente. Più di 30 partecipanti, tra cui attivisti locali, giornalisti, studenti, rappresentanti della comunità internazionale, si sono impegnati in una discussione aperta e vivace sulla legge di giustizia di transizione e l'istituzione della Commissione di inchiesta e riconcilazione (la Commissione), che sarà incaricata di raccogliere informazioni sulle violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani.

Il 21 gennaio 2014, NPSG, in collaborazione con la Right Direction Organization for Human Rights (RDOHR), uno dei suoi partner locali in Libia, ha inoltre convocato una riunione sul ruolo e le capacità delle tribù libiche nella risoluzione dei conflitti interni e sulla loro rilevanza nel processo di transizione in corso del paese.

Questi incontri sono parte della serie di convegni che NPSG ha organizzato regolarmente dal lancio del programma Libia, fornendo l'occasione per generare una discussione costruttiva all'interno della società civile e la comunità giuridica.

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Sicurezza digitale per la giustizia di transizione: NPSG conclude la Formazione sulla sicurezza digitale per gli attivisti siriani per i diritti umani
 

Dopo tre anni di guerra e di violenza in Siria, la maggior parte dei media occidentali e delle organizzazioni internazionali che documentano le violazioni ed i crimini in corso, utilizzano le relazioni redatte dai cittadini-giornalisti ed attivisti siriani come loro principale fonte di informazione. Già minacciati dalle bombe e dai proiettili, rapimenti e torture, questi attivisti devono anche proteggersi dalle forze del regime e dei gruppi estremisti che riconoscono in loro un pericolo per via di questi sforzi di documentazione straordinari. In queste condizioni, la sicurezza digitale è essenziale sia per coloro che stanno lavorando sul campo sia per quelli che stanno raccogliendo e conservando i dati sensibili all'estero.

In questo contesto , NPSG ha organizzato un corso su "Sicurezza digitale - resistenza digitale" dal 14 al 16 gennaio 2014 nella città di Gaziantep, nel sud della Turchia, citta’ in cui hanno sede, dall'inizio della crisi siriana, un numero di ONG ed organizzazioni internazionali. La formazione ha mirato a presentre ai partecipanti le diverse tecniche e strategie per salvaguardare le comunicazioni digitali, tra cui la crittografia, l’archiviazione sicura di documenti e la gestione dei dati sensibili.

La formazione è stata organizzata con l'Unità del Consiglio di Amministrazione Locale (LACU - Local Administration Council Unit), un ramo del Consiglio Nazionale Siriano (SNC - Syrian National Council), il Centro di Documentazione delle Violazioni (VDC - Violations Documentation Center), il Kirkayak Art Center ( KSM ) e Front Line Defenders. Tra i partecipanti al corso erano presenti rappresentanti dei Centri Media dei Consigli Locali Siriani basati all'interno della Siria, attivisti del Centro di Documentazione delle Violazioni (VDC) incaricati di documentare e raccogliere dati sulle violenze in atto ed altri rappresentanti di associazioni informali ed ONG che lavorano all'interno del paese.

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