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gennaio 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Bahrein: 110 parlamentari da 43 paesi chiedono il rilascio immediato di Sheikh Ali Salman
 

In un appello congiunto, promosso da Parliamentarians for Global Action (PGA), Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale (PRNTT), 110 parlamentari da 43 paesi (tra cui l'Italia) chiedono alle autorità del Bahrein di rilasciare immediatamente Sheikh Ali Salman, Segretario Generale del maggior partito di opposizione del Bahrein, Al Wefaq, che si trova in arresto dal 28 dicembre 2014 con l'accusa di "promuovere il rovesciamento e il cambiamento del regime politico con la forza". I firmatari includono 36 membri del Parlamento Europeo, così come gran parte del Comitato e del Consiglio Internazionale di PGA, che ne rappresentano tutti i membri.
 
La prima udienza del processo di Salman si è svolta oggi davanti a un tribunale penale superiore a Manama. Nonostante la negazione da parte di Salman di tutte le accuse mosse contro di lui e la richiesta del suo rilascio su cauzione emessa dalla difesa, il giudice ha deciso di prolungare la sua detenzione almeno fino alla prossima udienza fissata il 25 febbraio 2015.
 
Come sottolineato dai firmatari dell’appello, Salman, da sempre, è stato il promotore di una modalità pacifica di protesta, nella condanna di qualsivoglia forma di violenza, e sostenitore dell’instaurazione di una genuina monarchia costituzionale, come espressione di un sistema politico giusto e trasparente in Bahrein. Le accuse mosse dal Ministero dell'Interno contro Salman sono quindi prive di fondamento e, di fatto, rappresentano la copertura di un attacco politico contro la libertà d’espressione.
 
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Egitto: NPSG si felicita della sentenza relativa al primo processo per mutilazioni genitali femminili nel Paese
 

Il 26 gennaio 2015, il Tribunale di Aga in Egitto ha emesso una condanna di due anni e tre mesi di pena e 500 EGP di multa per il dott. Raslan Fadl, accusato di omicidio colposo e di aver commesso mutilazione genitale femminile sulla tredicenne Soheir Al-Batea, nel giugno 2013. Il padre della ragazzina, che ha voluto che fosse sottoposta alla pratica, ha ricevuto una condanna a tre mesi, poi sospesa.
 
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si rallegrano della sentenza di ieri relativa al primo processo per mutilazioni genitali femminili in Egitto, che rappresenta una pietra miliare nella battaglia legale contro questa violazione dei diritti umani nel paese. Questo verdetto manda un importante messaggio a tutti coloro che trasgrediscono la legge perpetrando questa violazione dei diritti umani: d’ora in avanti saranno ritenuti responsabili; la magistratura, inoltre, ha dimostrato di prendere importanti misure per proteggere le donne e le bambine da questa forma di violenza.
 

In Egitto le MGF sono considerate un reato dal 2008, quando venne adottata una legislazione per rispondere al caso di una ragazzina morta un anno prima in seguito alla perpetrazione di MGF; la legislazione è stata inoltre il risultato di anni di campagna di parte della società civile e di alcune istituzioni, anche in occasione delle conferenze organizzate nel 2003 e 2008 da NPSG in collaborazione col Cosniglio Nazionale per la Maternità e l’Infanzia. Tuttavia, fino al processo al dottor Fadl e al padre di Soheir, non erano state emesse condanne. L’Egitto ha uno tra i più alti tassi di MGF, basti pensare che, secondo uno studio del Centro di Ricerche sulla Salute egiziano, almeno il 90% delle donne tra i 15 e i 49 anni è stata vittima di MGF, la maggior parte delle quali effettuate da personale medico.

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Alvilda Jablonko è Coordinatrice del Programma Genere e Diritti Umani di Non c’è Pace Senza Giustizia

Uganda: NPSG si rallegra del trasferimento di Dominic Ongwen alla CPI e chiede che si faccia un ulteriore sforzo affinché tutti i mandati di arresto vengano rispettati
 

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale (PRNTT) accolgono il trasferimento di Dominic Ongwen alla CPI, considerandolo un passo importante verso l’obbligo di responsabilità nei confronti delle migliaia di vittime che l’Esercito di Resistenza del Signore ha mietuto in Uganda.
 
“Questo è anche il risultato di una fruttuosa collaborazione tra l’Uganda, gli Stati Uniti, la Repubblica Centrafricana, l’Unione Africana e la CPI. I mandati di arresto emessi dalla CPI rappresentano un invito ad agire per tutti i membri della comunità internazionale. La giustizia dipende dagli arresti individuali – e dalla cooperazione dei singoli Stati perché questo sia possibile. NPSG e PRNTT, pertanto, invitano tutti gli Stati affinché prendano le misure necessarie per  consegnare alla giustizia joseph Kony e Okot Odhiambo, i leader dell’LRA che sono ancora in libertà, così come tutti gli altri fuggitivi.
 
“Speriamo che questi procedimenti contribuiscano all’indebolimento dell’LRA, ancora attivo nell’Uganda del nord, nella Repubblica del Congo, in Sud Sudan e nella Repubblica Centrafricana e mettano fine alle sue atrocità. Questa è anche un’opportunità, per la CPI e per la comunità internazionale, di rinnovare il loro impegno nei confronti delle vittime dell’LRA, non solo in Uganda ma anche negli altri paesi coinvolti. 
 
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*  Alison Smith è Consigliere Legale e direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

 Eventi

NPWJ e KADEM organizzano un training sulla “Promozione del contributo della Corte Penale Internazionale alle riforme sui diritti umani e democratici in Libya
 

Dal 27 al 29 gennaio 2015, No Peace Without Justice, con il supporto del Kawakibi Democracy Transition Center (KADEM), ha organizzato un corso su “Promozione del contributo della Corte Penale Internazionale alle riforme per i diritti umani e democratici in Libya”, a Hammamet, Tunisia.
 
Tra i presenti ci sono stati Fadi El Abbdallah, portavoce e capo dell’Unità degli Affari Pubblici, Amady Ba, capo della Cooperazione Internazionale presso l’Ufficio del Procuratore della Corte Penale Internazionale, così come esperti libici e tunisini. Il corso ha coinvolto 20 libici, tra cui avvocati, rappresentanti della società civile e media, selezionati per l’importanza del loro ruolo nella promozione della riforma giudiziaria e legale in supporto alla necessità di responsabilità e risarcimento verso le vittime, nel monitoraggio dei processi e nell’aiuto alla popolazione libica, comprese le vittime e le popolazioni colpite.
 
Il corso aveva come principale scopo il rafforzamento della comprensione da parte degli  attori della società civile libica del mandato, delle normative e delle procedure della Corte Penale Internazionale. Ciò potenzierà la loro competenza sui legami tra il principio di complementarietà della Corte e il sistema giudiziario libico, compresi quelli dei casi libici attualmente davanti alla Corte e le loro connessioni con i processi nazionali in corso contro i leaders del regime di Mohammad Gaddafi. Il training è anche finalizzato al rafforzamento della capacità dei gruppi considerati di organizzare attività legate alla Corte e volte a ingaggiare effettivamente la popolazione, in particolar modo le vittime e le popolazioni colpite, attraverso comunicazioni e attività che le coinvolgano.
 
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Bahrain: NPSG sostiene l'appello dei leaders dell’opposizione per porre fine alla repressione e promuovere riforme democratiche
 

il 20 gennaio 2015, una delegazione Bahreinita dei leader dell’opposizione è stata in visita a Bruxelles, tappa di un tour settimanale nelle principali capitali europee, per una serie di incontri con le istituzioni europee, organizzati con l’aiuto di Non c'è Pace Senza Giustizia. La visita era finalizzata a richiamare l’attenzione sull’attuale situazione in Bahrain e a lavorare con i partners internazionali sugli sforzi da intraprendere per consolidare un processo di dialogo serio e significativo che possa condurre a un’autentica riforma democratica nel paese.
 
La delegazione includeva Khalil Almarzooq, assitente politico del Segretario Generale di Al Wefaq ed ex portavoce del Parlamento, Ali Alaswad, deputato dimissionario di Al Wefaq, Radhi Al-Mosawi, Segretario Generale della Waad Society (Società per l’Azione Democratica Nazionale), e il Dott. Munira Fakhro, accademico e Vice Presidente della Waad Society. Gli incontri sono stati organizzati con i funzionari dell’European External Action Service (EEAS) responsabili dei GCC (Gulf Cooperation Countries), insieme a Stravros LambrinidisRappresentante Speciale dell’Unione Europea per  i diritti umani, così come con la deputata europea Ana Gomes e il membro della delegazione del PE per le relazioni con la Penisola Araba, Alyn Smith.
 
La delegazione bahreinita con questi incontri ha colto l’opportunità per far luce sull’attuale situazione di deterioramento dei diritti umani nel paese. Mentre il governo continua a dichiarare pubblicamente di stare lavorando per una riforma, i fatti dicono palesemente il contrario. L’arresto e la detenzione di Sheikh Ali Salman,Segretario Generale di Al Wefaq, il più grande partito di opposizione in Bahrain, dimostra l’ininterrotta determinazione delle autorità a sopprimere ogni dissenso politico e ogni richiesta non violenta per riforme democratiche significative, stato di diritto e rispetto dei diritti umani nel paese.
 
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