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gennaio 2016
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

I colloqui intra-siriani a Ginevra richiedono chiarezza sul ruolo della società civile
 

Alcuni giorni fa Staffan de Mistura, l’Inviato Speciale dell’ONU per la Siria, ha annunciato l’intenzione di coinvolgere la società civile nei colloqui intra-siriani, che sono cominciati oggi a Ginevra. Questa dichiarazione è giunta in un momento delicato per gli sforzi diplomatici per trovare una soluzione politica alla guerra in Siria, creando preoccupazioni che la "partecipazione della società civile" possa determinare ulteriore confusione su chi formerà la delegazione dell’opposizione.
 
La società civile in Siria si è evoluta notevolmente nel corso del conflitto: Quando la rivolta ebbe inizio, i siriani cominciarono ad organizzarsi, uniti dal comune desiderio di promuovere i diritti umani e preparare un’eventuale transizione. Essi si sono costituiti in organizzazioni della società civile per coordinare il loro lavoro individuale, e tra le diverse regioni e zone di intervento. Queste organizzazioni hanno fatto un lavoro straordinario nel monitorare e documentare le violazioni diffuse del diritto internazionale commesse negli ultimi cinque anni in Siria, tra cui tortura, violenza sessuale e di genere, così come tattiche di guerra illegali come l'assedio, la fame, l’uso di bombe-barile e i bombardamenti indiscriminati di quartieri civili. Essi hanno avuto un’esperienza diretta di queste violazioni e delle loro conseguenze, anche attraverso il loro enorme lavoro nel portare aiuto alle vittime.
 
Nel corso di questi cinque anni, la società civile siriana ha costantemente sviluppato la propria conoscenza e comprensione dei bisogni del paese e dei principali meccanismi internazionali per la protezione dei diritti umani, che ha contribuito a dare speranza e significato al lavoro che stanno facendo sul campo. La totalità dell’esperienza accumulata, i bisogni e le aspirazioni che essi possono trasmettere, possono, e devono, contribuire al raggiungimento di un esito positivo dei colloqui di Ginevra.
 
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Rami Nakhla è coordinatore del Progetto Siria di NPSG

Bahrain: NPSG aderisce ad un appello congiunto chiedendo di revocare il divieto di viaggio a Nabeel Rajab
 

In un comunicato congiunto, 26 organizzazioni della società civile (tra cui Non c'è Pace Senza Giustizia) chiedono alle autorità del Bahrein di revocare il divieto arbitrario di viaggio al difensore dei diritti umani Nabeel Rajab e di far cadere tutte le accuse relative alla libertà di parola contro di lui. Nabeel Rajab è presidente del Centro del Bahrain per i Diritti Umani, fondatore del Centro per i Diritti Umani del Golfo, vice segretario generale della Federazione internazionale per i Diritti Umani e membro del Comitato consultivo della divisione Medio Oriente di Human Rights Watch.Rajab è uno dei tanti attivisti che sono stati vittime della campagna di intimidazione condotta dal governo del Bahrein volta  a mettere a tacere il dissenso attraverso la persecuzione giudiziaria e l'uso improprio dei poteri giudiziari e di polizia.
 
Un pubblico ministero ha imposto il divieto di viaggio per Nabeel Rajab, senza alcuna sentenza giudiziaria il 13 luglio 2015, il giorno in cui il Re del Bahrein lo ha assolto e ordinato il suo rilascio in seguito alla sua condanna per "aver offeso pubblicamente le istituzioni ufficiali”, criticando il governo sui social media. Il divieto di viaggio è legato ad altre due accuse legate alle sue dichiarazioni che hanno portato al suo arresto, il 2 aprile 2015, accuse che i pubblici ministeri non hanno lasciato cadere. Invece di reprimere ogni pacifico dissenso, le autrorità bahreinite dovrebbero garantire in tutte le circostanze che i difensori dei diritti umani in Bahrain siano in grado di portare avanti le loro attività legittime per i diritti umani senza timore di rappresaglie, e liberi da tutte le restrizioni, tra cui la persecuzione giudiziaria.
 
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Gambia: NPSG e NRPTT accolgono l’adozione di un provvedimento che mette al bando le MGF da parte del Parlamento
 

Lunedi’ 28 dicembre 2015, l’Assemblea Nazionale del Gambia ha adottato la modifica della legge 2015 sulla donna, con un provvedimento che mette al bando le mutilazioni genitali femminili (MGF) e stabilisce pene severe per i trasgressori. Secondo la legge, una persona che commette un’escissione potrà subire una condanna fino a tre anni di prigione, o una multa di 50,000 dalasi (851 sterline). Inoltre, se l’atto causa la morte della vittima, la persona responsabile potrà essere condannata all’ergastolo. L’adozione dell’emendamento segue la decisione e l’annuncio di Yahya Jammeh, Presidente del Gambia, di mettere al bando le MGF.
 
Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento,Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono con favore l’adozione di questo emendamento da parte dell’Assemblea Nazionale: una legge che criminalizza le MFG rappresenta una pietra miliare nella durevole battaglia del Gambia contro le violazioni dei diritti umani delle donne e delle bambine.
 
L’adozione della legge rappresenta una risposta concreta alle richieste delle molte comunità che, nel corso degli ultimi otto anni, hanno pubblicamente dimostrato la loro volontà di mettere fine alle MGF. Rafforza inoltre la legittimità e l’impatto del lavoro di advocacy e degli sforzi messi in atto da gruppi della società civile come il GAMCOTRAP, sotto l’instancabile guida della sua presidente Isatou Touray, per porre fine a questa violazione dei diritti umani.
 
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*  Alvilda Jablonko è Direttore per Genere e Diritti Umani, Non c’è Pace Senza Giustizia

 Eventi

Bahrein: NPSG ed il PRNTT supportano la visita dei leader dell’opposizione a Roma per chiedere la fine della repressione e promuovere riforme politiche significative
 

Il 25-26 gennaio 2016, una delegazione di leader dell'opposizione del Bahrein ha visitato Roma per una serie di incontri con le istituzioni italiane, organizzati con il supporto di Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT). La delegazione comprendeva Khalil Al Marzooq, Assistente Politico al Segretario Generale di Al Wefaq ed ex Vice Presidente del Parlamento, e Ali Alaswad, ex deputato di Al Wefaq. Al-Wefaq è il più grande partito di opposizione nel paese ed il suo Segretario Generale, Sheikh Ali Salman, sta attualmente scontando una condanna di quattro anni di prigione  per incitamento "all'odio" e "disobbedienza" contro il regime.
 
Lo scopo della visita della delegazione è stato quello di mettere in luce l’attuale campagna di intimidazioni e minacce condotta dalle autorità del Bahrein contro leader politici dell’opposizione e della società civile e difensori dei diritti umani, che lottano per portare avanti significative riforme democratiche, per lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani nel paese. Nonostante il regime del Bahrein sostenga di aver fatto le riforme, mettere a tacere qualsiasi dissenso pacifico resta un fenomeno di routine, come evidenziato dalla risoluzione sul Bahrain adottata nel luglio 2015 dal Parlamento Europeo che condanna le violazioni dei diritti umani in Bahrain e chiede la liberazione dei difensori dei diritti umani imprigionati.
 
Sono state organizzate riunioni con rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri italiano, Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani al Senato, Pier Ferdinando Casini, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Senato, così come con i membri della Commissione per  i Diritti Umani della Camera dei Deputati nel corso di un'audizione speciale presieduta da Pia Locatelli. Oltre ad incontri con Marco Pannella, leader del PRNTT, e Filippo Di Robilant, membro del Comitato Direttivo dell'Istituto Affari Internazionali, la delegazione del Bahrain è stata anche invitata a contribuire a una puntata speciale del programma radiofonico "Spazio transnazionale" (a cura di Oltre Radio e Radio Radicale) su "Bahrein. Un paese in cerca di Diritti".  Gli altri ospiti comprendevano Emma Bonino, ex Ministro degli Esteri e fondatrice di NPSG, Alberto Negri, giornalista de Il Sole 24 Ore, e Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG.
 
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