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giugno 2012
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Yemen: per costruire un futuro democratico è necessaria la giustizia di transizione
 

Nonostante lo Yemen sia stato uno dei primi Paesi della regione a seguire l'esempio della Tunisia, e ad iniziare una lotta pacifica e nonviolenta per la riforma delle istituzioni nazionali e rimuovere il corrotto e violento regime dell'ex Presidente Saleh, che ha governato per 30 anni il Paese attraverso coercizione e costante repressione dei diritti umani fondamentali, la strada verso la democrazia è ancora lunga.

Tuttavia, la speranza che una gioventù coraggiosa ed una società civile esuberante riescano a raggiungere i loro obiettivi è ancora forte, e diversi progressi sono stati fatti nel Paese negli ultimi 18 mesi. Le massicce proteste popolari e dimostrazioni nelle principali città dello Yemen, infatti, e la risposta nonviolenta espressa da società civile e sostenitori della democrazia contro i proiettili e i coltelli dell'esercito e delle milizie di Saleh, costituiscono un segnale di maturità politica. L’ascesa di figure politiche come Tawakkul Karman, inoltre, che ha ricevuto il Premio Nobel nel 2011 ed è divenuta un attore di primo piano nella lotta dello Yemen per la democrazia, rappresenta un simbolo per tutte le donne arabe che si battono per un futuro migliore, per loro stesse così come per i loro Paesi.

Se la comunità internazionale ha davvero l'intenzione di impegnarsi per lo Yemen, e per la transizione alla democrazia ed allo stato di diritto che questo Paese sta affrontando, deve, di conseguenza, essere supportato ed inaugurato immediatamente un profondo ed olistico processo di giustizia di transizione. I prossimi mesi saranno particolarmente critici per lo Yemen e per il futuro della Primavera Araba stessa. Se, infatti, la seconda fase della transizione funzionerà, se la nuova costituzione e legge elettorale saranno sviluppate sulla base dei reali bisogni del Paese e della popolazione, senza spazio alcuno perché poteri provvisori ed anti-democratici si possano insinuare nel processo politico di transizione e tenere la democrazia ostaggio di interessi passati e futuri, come sta purtroppo succedendo in queste ore a Il Cairo, e se, infine, sarà posta fine all'impunità e coloro che portano le maggiori responsabilità per gli abusi commessi negli ultimi 18 mesi saranno messi sotto processo, allora il panorama politico dello Yemen potrà davvero cambiare offrendo così un esempio costruttivo per altri Paesi, come la Libia o addirittura la Siria, di transizione verso istituzioni aperte e democratiche.

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* Gianluca Eramo è il Coordinatore del Programma per la Democrazia nella Regione MENA, e capo della sede di New York di NPSG

 

NPSG esprime il più ampio supporto al nuovo Procuratore della CPI e guarda con ottimismo alla sua leadership nella lotta per la giustizia e l'accountability
 

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transazionale e Transpartito (PRNTT) si congratulano con Fatou Bensouda del Gambia per il suo solenne giuramento come nuovo Procuratore Capo. In qualità di nuovo Procuratore di questa nuova generazione della Corte, si troverà ad affrontare nuove sfide nel rafforzare la CPI ed il suo ruolo nella lotta contro l'impunità, per la promozione della pace e, in particolare, nell'assicurare riparazione alla vittime dei crimini.

L'elezione del nuovo Procuratore della CPI, di sei giudici e sei membri del Comitato per il Bilancio e la Finanza, così come la nuova leadership dell'Assemblea degli Stati Parte, a seguito della decima sessione annuale tenutasi a dicembre 2011, segnala l'inizio di un nuovo ciclo nella vita della Corte, appena entrata nella seconda decade della sua esistenza come primo tribunale internazionale permanente.

NPSG esprime il suo pieno sostegno al nuovo Procuratore, proprio nel momento in cui si trova a dover affrontare grandi sfide per la giustizia internazionale come l'universalità dello Statuto di Roma, la cooperazione degli Stati, la protezione delle vittime, e la lotta contro l'impunità. Accogliamo con particolare favore la chiara intenzione dimostrata di assicurare indagini e persecuzione dei crimini di genere e contro i diritti dell'infanzia, e supportiamo pienamente la sua visione della giustizia internazionale come diretta, in primo luogo e soprattutto, alle vittime ed alle popolazioni colpite dai conflitti.

 

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* Alison Smith è il Consigliere Legale e Coordinatrice del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

 

Il Parlamento Europeo adotta una risoluzione in supporto all'abolizione mondiale delle Mutilazioni Genitali Femminili da parte delle Nazioni Unite
 

 

 

 

 

Il 14 giugno 2012, il Parlamento Europeo ha adottato all'unanimità una risoluzione sulle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), riaffermando la sua forte condanna delle MGF in quanto violazione dei diritti umani di donne e bambine. Il Parlamento sostiene la decisione dell'Unione Africana che richiede all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di adottare un bando mondiale delle mutilazioni genitali femminili.

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), insieme agli altri membri della Coalizione BanFGM, si congratulano con il Parlamento Europeo per l'adozione, all'unanimità, della Risoluzione, la quale non fa altro che rafforzare il Rapporto Lambsdorff, che a sua volta, tra gli altri punti, raccomanda al Consiglio Europeo ed alla Commissione di sostenere attivamente l'iniziativa guidata dai Paesi Africani per la messa al bando mondiale delle Mutilazioni Genitali Femminili con una Risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
 
Personalità politiche di rilievo in tutto il mondo, tra cui  Elio Di Rupo, Primo Ministro  del Belgio, Viviane Reding, Vice-Presidente  della Commissione Europea e  Commissario per la Giustizia, Diritti Fondamentali e Cittadinanza e Cecilia Malmström, Commissario per gli Affari Interni, hanno espresso il loro sostegno all' Appello Internazionale lanciato dalla Coalizione BanFGM per richiedere alle Nazioni Unite di assumersi la responsabilità e dare ascolto alle voci degli innumerevoli gruppi per la protezione dei diritti umani, associazioni femminili e singoli attivisti che combattono una battaglia individuale per contrastare il fenomeno delle MGF e lavorare per l'adozione ed attuazione di una legislazione completa che proibisca questa dolorosa pratica.

 

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 Eventi

NPSG conclude la prima formazione dei procuratori libici in materia di giustizia di transizione
 

 

Dal 26 al 28 maggio 2012, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), su invito del Ministero della Giustizia libico e in stretta collaborazione con il loro Istituto Superiore di Formazione della Magistratura, ha tenuto il primo di una serie di corsi pratici su indagini ed analisi specifiche, studiati appositamente per i pubblici ministeri libici e per gli investigatori impegnati nel processo di giustizia di transizione in corso del loro Paese.

Il sistema giudiziario libico si trova di fronte ad una enorme sfida. La rivoluzione che ha liberato con successo la Libia da 42 anni di dittatura è stata combattuta con l’intento , tra molti altri fattori, di sostituire l'impunità e gli abusi che hanno caratterizzato il regime di Gheddafi con un nuovo rispetto per lo stato di diritto e l’impegno a ripristinare la giustizia e di ridare dignità alle vittime. In tal senso sono necessari non solo le indagini e il perseguimento dei crimini e delle violenze perpetrati durante la rivoluzione, ma anche ulteriori sforzi per affrontare una storia di abusi e di oppressione dei diritti umani, che risale a decenni di dominio del precedente regime.  

Questo corso di formazione fa parte del programma di giustizia di transizione promosso in Libia da Non c'è Pace Senza Giustizia, e sarà seguito da un'ulteriore formazione tecnica su vari aspetti della giustizia di transizione sia per il Governo che per i partner della società civile.

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* Michael Gibb si trova attualmente in Libia per il programma di NPSG sulla giustizia di transizione

ONU/Bahrein: l'impunità non è un’opzione per la costruzione di un futuro democratico
 

Il 21 maggio 2012 Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), in collaborazione con Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG), ha organizzato un incontro dal titolo “Verso la giustizia per il Bahrein”, che si è tenuto presso l'Ufficio delle Nazioni Unite (Palazzo delle Nazioni) a Ginevra. L'incontro è stato organizzato in occasione della tredicesima sessione della Revisione Periodica Universale del Consiglio Onu per i Diritti Umani. Durante il quale sono state analizzate le condizioni dei diritti umani di 14 Paesi, compreso il Bahrein.

Lo scopo dell'incontro era fornire agli attivisti per i diritti umani bahreiniti un'occasione per poter relazionare sull'allarmante situazione umanitaria tuttora in corso e sui pessimi dati per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel loro Paese. In particolare, le lente e parziali riforme attuate finora dal governo del Bahrein non hanno permesso di affrontare in profondità e porre fine alle violazioni dei diritti umani e di rispondere adeguatamente alle richieste del popolo del Bahrein di maggiori diritti politici e partecipazione. Tutti questi deficit mantengono intatta la cultura d'impunità sviluppata da lungo tempo nel Paese. Come sottolineato dalla campagna di intimidazioni e minacce contro coloro che hanno testimoniato di fronte all'UPR, inoltre, l'opposizione politica e gli elettori del Bahrein continuano a subire l'esclusione o la negligenza, fattori che ostacolano significativamente la possibilità di un qualsiasi cambiamento significativo per il futuro politico del Paese, sia nel breve, che nel lungo termine.

All'incontro “Verso la giustizia per il Bahrein” hanno partecipato attivisti bahreiniti, esperti internazionali e rappresentanti di istituzioni nazionali ed internazionali, compresi Jalila Al Salman, Vice Presidente dell'Unione degli Insegnanti del Bahrein (arrestato per 5 mesi nel marzo 2011 e vittima di tortura), Syed Hadi Al Musawi, Capo del Dipartimento di Diritti Umani di Al Wefaq, il maggiore partito di opposizione bahreinita, Lamees Dhaif, giornalista, Karim Radhi, membro della Federazione Generale delle Camere di Commercio del Bahrein, Dott. Taha Alderazi, importante neurochirurgo, Faisal Hayat, giornalista, detenuto e torturato per tre mesi nel 2011, Mohamed Al Tajer, avvocato che difende le vittima degli arresti e Abdulhamad Aldasht, membro del Parlamento del Kuwait. L'incontro è stato presieduto da Marco Perduca, membro del PRNTT e del Senato italiano, e Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG.

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