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giugno 2014
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

ONU/Ginevra: NPSG ed il NRPTT organizzano un evento parallelo su “Porre fine all’impunità per le atrocità in Siria”
 

In occasione della 26esima Sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Ginevra, Non C’è Pace Senza Giustizia ed il Partito Radicale Non violento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) hanno indetto un evento parallelo sul “Porre fine all’impunità per le atrocità in Siria”, tenutosi Martedì 17 Giugno 2014 presso il Palais des Nations. L’incontro è stato co-sponsorizzato dai governi di ItaliaFrancia e Qatar.
 
Tra i relatori ospiti dell’incontro: S.E. Ahmad Tu’mah, Primo Ministro del Governo ad Interim Siriano, Haitham Al Maleh, Presidente del Comitato Legale della Coalizione Siriana, Imad Al-Din Al-Rashid, Presidente dell’Ufficio Politico, Movimento Nazionale Siriano, Hasna Hariri, ex detenuta nel centro di detenzione di intelligence settore 215, il Generale di Brigata Assad Alzubi, ex comandante delle Forze Aeree Siriane, e Ayman Ghojal.
 
Lo scopo di questo evento parallelo era di presentare le immense violazioni dei diritti umani che sono state commesse e continuano ad esserlo ogni giorno per tutta la Siria insieme agli sforzi per far luce su questi orrori. Ciò che sta succedendo in Siria è un disastro umanitario e una strage di diritto. La mancanza di attenzione sull’attribuzione della responsabilità, sia per crimini previsti della legislazione penale internazionale che per il mancato rispetto degli obblighi internazionali previsti dalla legge generale e da risoluzioni ONU, ha creato una situazione in cui l’impunità è la norma. La comunità internazionale deve moltiplicare i suoi sforzi per supportare la giustizia e l’attribuzione di responsabilità per il popolo siriano, essendo l’unico strumento non violento ed efficace per interrompere il ciclo di violenza e per portare giustizia in Siria ed al suo popolo.
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CPI: NPSG e PRNTT accolgono la conferma delle accuse contro l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Ggabgo
 

Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (NRPTT) accolgono la decisione della Camera Preliminare di confermare le accuse per crimini contro l’umanità contro l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Ggabgo e di rinviarlo a giudizio di fronte alla Camera all’Aja. Impunità per violenza politica è una norma da troppo tempo ormai in Costa d’Avorio, e questa decisione della CPI segna un passo importante nella ricerca di giustizia e riparazione per moltissime vittime di gravi violazioni di diritti umani. Inoltre, questo primo caso contro un ex capo di stato alla CPI invia un chiaro messaggio che impunità per autori di crimini secondo il diritto internazionale non è mai un’opzione, indipendentemente dal rango o stato ufficiale.
 
Tuttavia, i crimini presumibilmente commessi dal Sig Ggabgo e dalle sue forze armate in un arco di periodo di quattro mesi tra il 2010 e il 2011 costituiscono solamente un singolo aspetto degli abusi che sono avvenuti in Costa d’Avorio. Anche le vittime di crimini avvenuti in Costa d’Avorio prima del dicembre del 2010 meritano giustizia e riparazione. Quindi NPSG e NRPTT auspicano che il Procuratore della CPI continui ad investigare tutti i gravi crimini secondo il diritto internazionale commessi contro civili dal settembre 2002 e assicuri che tutti coloro che detengono la massima responsabilità per la loro esecuzione siano ritenuti responsabili delle loro azioni, a prescindere dalla loro affiliazione politica.
 
La Costa d’Avorio detiene anche la responsabilità nei confronti dei suoi cittadini di perseguire la giustizia e prevenire l’impunità su tutti i livelli. Sollecitiamo le autorità ivoriane a provvedere con un’adeguata ed efficace attribuzione delle responsabilità per tutti i crimini presumibilmente commessi da tutte le forze armate in Costa d’Avorio nell’ultimo decennio, utilizzando vari approci nazionali di giustizia transitoria, che devono includere la giustizia penale. Solamente assicurando giustizia alle vittime, indipendetemente dai colpevoli, e sostenendo lo stato di diritto il governo può dimostrare una vera rottura con il passato e riconquistare la fiducia del popolo ivoriano nei confronti delle istituzioni statali.
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Bahrein: Nabeel Rajab è libero, dopo quasi due anni di detenzione arbitraria
 

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) sono lieti del fatto che Nabeel Rajab sia finalmente fuori di prigione, dove peraltro non avrebbe mai dovuto trovarsi. La detenzione arbitraria di Nabeel per aver esercitato il suo diritto di espressione, associazione e di riunione, insieme ad altri difensori di diritti umani, vittime di simili accuse di natura politica, dimostra la determinazione delle autorità bahreinite a sopprimere qualsiasi dissenso politico nonché la ricerca non violenta della democrazia, dello stato di diritto e di rispetto dei diritti umani nel paese.
 
Nonostante le ripetute promesse di attuare le raccomandazioni della Commissione di Inchiesta Indipendente Bahreinita (Bahrain Independent Commission of Inquiry - BICI) nel novembre 2011 e dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite nel maggio 2012, il regime in Bahrein continua quotidianamente a vietare i diritti fondamentali ad una gran parte di bahreiniti. Noti attivisti della società civile nonché difensori dei diritti umani, minori inclusi, sono tuttora soggetti a molestie, detenzioni arbitrarie ed arresti, maltrattamenti e processi iniqui e a sfondo politico che danno luogo a severe condanne per aver partecipato a manifestazioni pacifiche od aver criticato dei funzionari.
 
Se il governo è sincero riguardo le riforme atte ad ancorare il futuro del paese a valori democratici, deve rispettare lo stato di diritto ed assicurare il rispetto dei diritti umani. Le autorità bahreinite dovrebbero inoltre rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli altri prigionieri di coscienza ed i difensori di diritti umani in carcere, unicamente “colpevoli” di aver parlato a favore di riforme, di diritti umani, e di una democrazia effettiva in Bahrein.
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 Eventi

ONU/ Ginevra: NPSG e NRPTT organizzano un evento parallelo su “Le sfide e le opportunità per una transizione democratica in Libia”
 

In occasione della 26esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, Non c’é Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) hanno indetto un evento parallelo su “Le sfide e opportunità per una transizione democratica in Libia” tenutosi il 18 Giugno 2014 presso il Palais des Nations.
 
I relatori dell’incontro, aperto da Khaled Said Al Agily, Membro del Consiglio Nazionale per le libertà civili in Libia e moderato da Niccolò Figà-Talamanca, Segretario generale di Non C’è Pace Senza Giustizia, includevano Siraj Alezzabi, esponente del network per il monitoraggio dei processi in Libia, Layla Omran, membro del Consiglio Locale di Al Sharquiya e Mohamed Ghshoot, membro del network civile per la giustizia transitoria.
 
Lo scopo di questo evento era di attirare l’attenzione della comunità internazionale sulle sfide affrontate dalla Libia nella transizione verso la democrazia e gli sforzi che le istituzioni pubbliche e le organizzazioni della società civile libica stanno facendo dalla fine del 2011 per migliorare il rispetto dei diritti umani, civili e politici nel paese anche in vista del Processo di Revisione Universale che la Libia sottostarà in Aprile 2015. La Libia ha bisogno di un ampio consenso nella gestione del periodo di transizione e la stabilizzazione della situazione corrente che può beneficiare dal supporto delle Nazioni Unite  e degli stati membri per assicurare che i principi della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto siano rispettati, sostenuti ed espansi  a tutti i cittadini Libici.
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Al Global Summit di Londra NPSG chiede azioni concrete per porre fine alla violenza sessuale e di genere nei conflitti
 

Dal 10 al 13 giugno 2014, Non c’è Pace Senza Giustiza (NPSG) ha partecipato al Global Summit per porre fine alla violenza sessuale nei conflitti. Il Summit si è tenuto a Londra, Gran Bretagna, ed è stato co-presieduto dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri William Hague e da Angelina Jolie, inviato speciale per l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. All’incontro hanno partecipato circa 900 rappresentanti di agenzie statali e governative, ONG, organizzazioni internazionali, esperti e funzionari da oltre 100 paesi. La delegazione di NPSG era rappresentata da Alison Smith, consulente legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale, e da Alvilda Jablonko, Coordinatore del Programma di Genere e sulle Mutilazioni Genitali Femminili.
 
L’evento aveva lo scopo di discutere e promuovere strategie e misure concrete per affrontare una delle più urgenti questioni di diritti umani dei nostri giorni, vale a dire la violenza sessuale e di genere nei conflitti. Favorire l’impegno politico e potenziare il coordinamento di attività a livello nazionale e internazionale sono di fondamentale importanza per prevenire la violazione di questo crimine, per investigare e punirlo in modo efficace e per provvedere alla riparazione, alla protezione e al sostegno sia delle vittime che dei difensori dei diritti umani che lavorano sul tema, spesso in situazioni di rischio.
 
La violenza sessuale e di genere (Sexual and gender-based violence, SGBV) continua a essere un crimine devastante ma non ancora sufficientemente denunciato, commesso in numerosi paesi del mondo affetti da conflitti. Dall’Afghanistan alla Repubblica Democratica del Congo, dalla Bosnia alla Siria e fino al Sudan, donne e ragazze ma anche uomini e ragazzi sono stati e sono oggetto di tali abusi, eseguiti in totale impunità da forze armate o altri gruppi. L’attribuzione delle responsabilità e la riparazione per tali violazioni dei diritti umani devono essere al centro dell’attenzione allo scopo di poter raggiungere in futuro la stabilità, la riconciliazione e la pace duratura in tali paesi.
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