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luglio 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Giornata della Giustizia Internazionale: rafforzare impegno e azione nella lotta contro l'impunità
 

Nel giorno della nascita della Corte Penale Internazionale (CPI), attraverso l'adozione del suo Statuto, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) celebrano la giornata della Giustizia Penale Internazionale insieme ai loro partner e a tutti coloro che lavorano per la lotta contro l'impunità, Corte compresa.

Affinché la battaglia contro l'impunità sia vinta, due cose dovranno accadere: gli Stati dovranno anzitutto confermare le loro parole sull'impegno contro l'impunità, là dove si corrono dei rischi; inoltre dovranno attenersi a quelle parole e confermare le loro responsabilità. In tutto ciò, le vittime e le popolazioni colpite da tali crimini dovranno essere e rimanere al centro della scena: esse non sono un “di più” o un lusso, ma la vera ragione per cui è importante combattere l'impunità ad ogni livello.

La CPI stessa non può sempre essere la risposta all'attribuzione di responsabilità in ogni situazione, ma la sua esistenza come una minaccia, una promessa e un ultimo ricorso ha creato un'aspettativa tale che il silenzio e l'inazione di fronte alle atrocità non sono più una strada possibile in Siria. Allo stesso tempo, vi è stata una modesta accountability in Bahrein, nonostante le richieste di giustizia e di riparazione da parte della società civile per le violazioni, passate e in corso, dei diritti umani fondamentali.

Per mantenere e rafforzare la sua rilevanza e il suo impatto, la CPI deve adesso mostrare i denti. Essa deve essere sufficientemente ricca di risorse e supportata, effettiva ed efficiente per costituire una vera minaccia e non un finto spauracchio. Per avere autorità di fronte alla promessa di giustizia, tutti gli Stati parte dovrebbero rispondere ai loro obblighi sotto lo Statuto di Roma e cooperare pienamente con la CPI, in particolare assicurando l'applicazione di tutti i suoi mandati di cattura eccezionali. Per la stessa ragione, la scommessa principale della CPI sta nel suo lavoro di sensibilizzazione e nella sua presenza sul campo; due aree che, nonostante gli importanti progressi compiuti, rimangono inadeguate stanti le domande inoltrate alla CPI e le promesse da adempiere.
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*Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c'è Pace senza Giustizia.

NPSG celebra il 10° anniversario del Protocollo di Maputo sui diritti delle donne in Africa e auspica che il nuovo Direttore Esecutivo di UN Women ne porti lo spirito in tutto il mondo
 

Oggi celebriamo il decimo anniversario dell'adozione del Protocollo alla Carta Africana sui diritti dell'uomo e dei popoli sui diritti delle donne in Africa, comunemente noto come Protocollo di Maputo. Questo innovativo strumento giuridico regionale che presenta delle misure specifiche per l'eliminazione della discriminazione contro le donne e affronta una vasta gamma di diritti.

Grazie agli sforzi degli attivisti che lavorano per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (MGF), instancabili durante il processo politico che ha portato alla sua adozione, l'articolo 5 del Protocollo di Maputo, condanna esplicitamente le MGF considerandole come una violazione dei diritti delle donne e invita pertanto gli Stati Membri dell'UA ad adottare misure legislative specifiche sostenute da sanzioni per vietare le mutilazioni genitali femminili, al fine di sradicarle. Nondimeno, questo documento, ed in particolare l'Articolo 4, hanno spianato la strada per l'adozione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di una risoluzione per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (A/RES/67/146), risoluzione adottata il 20 dicembre 2012.

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) rinnovano l'appello a tutti gli Stati africani affinché il Protocollo di Maputo realizzi il suo pieno potenziale come strumento concreto per l'empowerment delle donne in Africa. Cogliamo inoltre l'occasione per congratularci con l'ex Vice Presidente sudafricano, Phumzile Mlambo-Ngcuka, per la sua nomina a Capo di UN Women, l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne, e auspichiamo che attraverso la sua leadership possa portare lo spirito esemplare del protocollo di Maputo nel mondo intero.
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* Alvilda Jablonko è Coordinatrice del Programma MGF di Non c'è Pace Senza Giustizia

18mo anniversario del genocidio di Srebrenica: NPSG chiede che giustizia e riparazione per le vittime siano raggiunte
 

Nel diciottesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito esprimono solidarietà alle vittime e continuano a chiedere giustizia per questo terribile evento, che rimane tra i numerosi orrori inflitti alla popolazione civile durante il conflitto nella ex Jugoslavia.

Mentre la Serbia ha riconosciuto i crimini e finalmente consentito che Radovan Karadžić e Ratko Mladić fossero processati a L’Aja, il TPI per la ex Jugoslavia sembra avere perso del tutto la bussola. Alla fine dello scorso anno, nonostante l’enorme quantità di prove di assassini, atti disumani, evacuazioni forzate e persecuzioni a Srebrenica perpetrate delle forze militari della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzogovina, l’ex Capo di Stato Maggiore dell’esercito Jugoslavo Momclilo Perisic è stato assolto dalla Camera di Appello attraverso qualche nuova ed improbabile teoria sulla responsabilità che cozza con la giurisprudenza ben consolidata. Alla fine del maggio scorso la Camera di Primo Grado ha seguito l'esempio, assolvendo Jovica Stanisic e Franko Simatovic, nonostante prove schiaccianti dimostrassero che essi avessero stabilito, sostenuto e controllato alcune delle più famigerate unità criminali che commisero diffuse, massicce e sistematiche atrocità contro i civili in Croazia e Bosnia-Erzegovina.

E’ arrivato il momento che buonsenso e ragioni legali prevalgano a L’Aja, allo scopo di evitare che il TPI per la ex Jugoslavia riesca là dove gli squadroni della morte di Srebrenica ed i cecchini di Sarajevo hanno fallito: riscrivere e dare una base giudiziaria a quella versione revisionista della storia in cui i crimini non sono mai avvenuti e le vittime semplicemente non contano.
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 Eventi

NPSG collabora al “Info Activism Camp 2013: Evidence & Influence” organizzato in Italia
 

Tra il 23 e il 30 giugno 2013, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha collaborato al “Info Activism Camp 2013: Evidence & Influence”, organizzato da Tactical Technology Collective (TTC) al Centro D’Ompio, di Pettenasco, in Italia. L’evento ha riunito 135 info-attivisti e profesionisti di 46 paesi di tutto il mondo (tra gli altri Bahrein, Cambogia, Egitto, Iran, Israele, Malesia, Palestina, Siria e Turchia) con lo scopo di discutere, condividere ed esplorare nuove idee e soluzioni che contribuiranno a sviluppare pratiche creative e tecniche per l’advocacy basata sulle prove.

Questa iniziativa è molto importante, specialmente per i protettori dei diritti umani e gli attivisti che lottano ogni giorno e attraverso metodi innovativi e non violenti semplicemente per esprimersi liberamente, nonostante le considerevoli risorse che i loro regimi impiegano per censurarli, attraverso legislazioni repressive, arresti e carcerazioni arbitrarie, intimidazioni e violenze.

La capacità degli attivisti e delle organizzazioni sul territorio di raccogliere ed usare prove attraverso nuovi approcci e nuove tecniche rappresenta un nuovo eccitante livello di influenza politica. Attraverso l’attivismo digitale, i difensori della democrazia e le organizzazioni della società civile possono aumentare le capacità di avere un impatto positivo sulla vita politica e democratica, proponendo, iniziando e sostenendo concrete priorità politiche e soluzioni condivise a supporto di valori democratici, rispetto dei diritti umani e stato di diritto.
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Libia: NPSG accresce la consapevolezza su Giustizia Transitoria e Diritti Umani a Yefren
 

Il 27 giugno 2013, Non c’è Pace Senza Giustizia, in collaborazione con il Centro Libico di Studi Strategici e sul Futuro, ha organizzato un seminario sulla giustizia transitoria ed i diritti umani a Yefren, una città sulle Montagne Nafusa. Tra i partecipanti, organizzazioni della società civile e rappresentanti del Consiglio locale di Yefren, così come del Ministero dell’Istruzione e del Ministero degli Affari Sociali.

Come affermato da un rappresentante della nuova organizzazione libica “Potenziare i Diritti Umani”, “sappiamo che ci sono molte violazioni dei diritti umani ed ingiustizie che devono essere affrontate, ma al momento non abbiamo gli strumenti necessari per creare uno spazio adeguato per il dialogo, la riparazione e la riconciliazione”. In tal senso, lo scopo del seminario era proprio accrescere la consapevolezza su temi quali l'individuazione delle responsabilità, i meccanismi di giustizia transitoria ed i diritti umani fondamentali, con l'intento di strutturare la capacità delle organizzazioni locali di promuovere l'attribuzione delle responsabilità, lo stato di diritto e la riconciliazione all'interno della loro comunità, concentrandosi sulle specifiche sfide che presenta il contesto libico.
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