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luglio 2014
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Libia: NPSG e PRNTT accolgono la decisione della CPI sul caso Al-Senussi, che preannuncia nuove potenzialità per la giustizia e il rafforzamento della protezione dei diritti umani
 

Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), accolgono la decisione della Camera d’Appello della CPI di lasciare che il caso contro l’ex capo dell’intelligence del regime del Colonnello Gheddafi, Abdullah Al-Senussi, sia tenuto in Libia. Questa decisione conferma che le autorità giudiziarie locali non solo sono volenterose ma sono anche capaci di portare a termine procedimenti per crimini di diritto internazionale commmessi sul proprio territorio dai propri cittadini. Questa sentenza è una risposta positiva alle aspirazioni libiche di vedere i presunti autori di crimini affrontare la giustizia nello stesso luogo dove i crimini sono stati commessi.
 
Come una delle presunte menti responsabili degli attacchi brutali contro la popolazione civile in Libia, è necessario che Al-Senussi sia considerato responsabile attraverso un equo e giusto processo. Incitiamo le autorità giudiziarie libiche di assicurarsi che i procedimenti siano condotti con imparzialità ed una rigorosa aderenza al giusto processo ed alle sue garanzie fondamentali, secondo gli standard internazionali più elevati. È tempo che la Libia dia voce ai principi a sostegno della rivoluzione assicurando che questo processo abbia luogo in modo equo e celere.
 
Come abbiamo sempre sostenuto, la comunità internazionale dovrebbe sostenere la Libia nel suo sforzo per stabilre una cultura di attribuzione della responsabilità tramite il potenziamento dell’assistenza tecnica alle autorità locali e alla società civile. Ciò include che il Ministro di Giustizia libico, che è responsabile per lo svolgimento dei processi, e meccanismi di monitoraggio come la Rete di Monitoraggio dei Processi libica, fondata nell’agosto 2013 con il sostegno di NPSG, che stà monitorando da vicino il processo di Al-Senussi a Tripoli.
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Giornata Mondiale della Giustizia Internazionale: NPSG e NRPTT invocano un impegno maggiore nella lotta all’impunità
 

Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) celebrano la Giornata Mondiale della Giustizia Internazionale. Tale giornata è una pietra miliare della storia mondiale, in particolar modo per le vittime dei crimini ai sensi del diritto internazionale. Per questo motivo, nella giornata di oggi, anniversario dell’adozione dello statuto di Roma e della nascita della CPI, ricordiamo tale momento con i nostri partner e con tutti coloro che sono implicati nella lotta all’impunità, compresa la stessa CPI.
 
Cogliamo inoltre l’opportunità di ricordare che per vincere la lotta contro l’impunità devono succedere due cose. Gli stati devono in primo luogo riaffermare regolarmente e pubblicamente il loro impegno contro ogni tentativo di scegliere la strada dell’impunità , qualora ciò rischi di avverarsi; in secondo luogo, essi sono poi chiamati ca confermare tali parole e a far sì che l’attribuzione delle responsabilità sia effettuata. Le vittime e le popolazioni colpite da tali crimini dovranno essere e rimanere al centro della scena: esse non sono un “di più” o un lusso, ma la vera ragione per cui è importante combattere l'impunità ad ogni livello.
 
Oggi è anche un’occasione per sottolineare gli sviluppi nel campo della giustizia internazionale, alcuni di essi positivi ed altri preoccupanti, e mettere in rilievo quei paesi in cui non si registra alcuno sviluppo. Per la Corte Penale Internazionale stessa, questo è stato un anno di alti e bassi. Per avere autorità di fronte alla promessa di giustizia, tutti gli Stati parte dovrebbero rispondere ai loro obblighi sotto lo Statuto di Roma e cooperare pienamente con la CPI, in particolare assicurando l'applicazione di tutti i suoi mandati di cattura ancora in sospeso. Inoltre devono garantire che la CPI sia in grado di rispondere ai bisogni e alle aspettative del suo gruppo principale di riferimento, ovvero le vittime dei crimini che investiga e processa.
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*Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

Stato di diritto: Il sistema giudiziario italiano favorisce l'impunità
 

Ci sono voluti 14 anni, tanta forza d'animo e dispendio di importanti risorse economiche perché Valentino Saba potesse vedersi riconosciuti, in Europa, i diritti umani di base che l'Italia gli ha negato. L'odissea giudiziaria di quest'uomo inizia nel 2000, dopo il pestaggio subito assieme ad altri detenuti da parte degli agenti della polizia penitenziaria del carcere San Sebastiano di Sassari. La maggior parte dei procedimenti penali a carico degli agenti coinvolti si è conclusa in un nulla di fatto a causa degli effetti anti-legalitari che la prescrizione produce nel nostro sistema giudiziario.
 
Il detenuto Valentino Saba non ha avuto altra scelta che rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che oggi ha depositato una sentenza di condanna, l'ennesima nei confronti dell'Italia, per trattamenti disumani e degradanti. Il Partito Radicale, Radicali Italiani e Non c'è Pace Senza Giustizia, in qualità di "amicus curiæ" avevano sostenuto dinanzi alla Corte le ragioni di Saba.
 
Nel giorno d'inaugurazione del semestre italiano di presidenza dell'UE, la decisione della giurisdizione europea restituisce dignità alla giustizia, ma rende ancor più evidente il disonore cui il governo guidato da Matteo Renzi continua a costringere il nostro Paese. Da anni i Radicali denunciano lo sfacelo del sistema giudiziario, ma a Palazzo Chigi si continua a preferire le dichiarazioni di principio ai provvedimenti strutturali.
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*  Niccolò Figà-Talamanca e Antonella Casu sono rispettivamente Segretario e Tesoriera di Non c'è Pace Senza Giustizia

 Eventi

Libia: NPSG sostiene l’attribuzione delle responsabilità e lo stato di diritto tramite il sistema di monitoraggio dei processi
 

Nel quadro del Programma di Giustizia di Transizione in Libia, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha sostenuto l’istituzione nel giugno 2013 della Rete di Monitoraggio dei Processi in Libia (Trial Monitoring Network - TMN), che include avvocati libici e membri dell’Ordine degli Avvocati di Tripoli. In questi ultimi mesi, NPSG ha inoltre organizzato una serie di incontri indirizzati all’assistenza del TMN nella sua capacità di seguire i casi di alto profilo al loro verificarsi e di giocare un ruolo significativo nel sostenere le riforme giudiziarie e sottolineare l’eguaglianza, effettività e trasparenza del sistema giudiziario libico.
 
Queste riunioni, tenutesi nella sede di NPSG a Tripoli, erano concentrate sull’indirizzare specifiche sfide tecniche e pratiche che la squadra di monitoraggio dei processi ha affrontato fino ad ora nella fase di costituzione in Libia ed ottenimento dell’accesso alle corti per monitorare i processi, in particolare a Tripoli e Misurata, oltre che raccolta e gestione di dati e informazioni rilevanti. Membri del TMN hanno inoltre sottolineato l’importanza del monitoraggio dei casi penali, dei casi legati alla rivoluzione, dei casi legati alla violenza sessuale e di genere, che hanno avuto un impatto rilevante per l’attuale transizione post-conflitto del paese.
 
Dal suo inizio, il TMN ha monitorato molto da vicino le procedure del processo contro Saif al-Islam Gaddafi ed altri ex leaders del passato regime nelle corti libiche. Senza sottovalutare l’importante sfida che il sistema giudiziario libico ha affrontato e le serie preoccupazioni riguardanti la sicurezza nella crisi attuale, questi processi segnano una storica opportunità per le autorità libiche. Fornire supporto tecnico alle autorità locali e alla società civile, inclusi sistemi di monitoraggio quale il TMN libico, può contribuire sensibilmente ad assicurare che i procedimenti domestici siano condotti con correttezza, imparzialità, e severa aderenza a tutti i dettami del giusto processo, e aprire la strada per un migliore e più stabile futuro di una nuova Libia basata sui diritti umani e sullo stato di diritto.
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