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maggio 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Libia: NPSG offre corsi di formazione su Giustizia di Transizione e Diritti Umani
 

Il 28 maggio 2013, NPSG ha tenuto a Tripoli un evento formativo sulla giustizia di transizione e diritti umani per le organizzazioni della società civile libica (CSOs). Tra i partecipanti al seminario erano presenti rappresentanti del The Right Way for Human Rights, Fighting Corruption and Protecting the Revolution, ed Eve's Daughters for Research and Studies.

L’obiettivo del seminario è stato creare e rafforzare le abilità delle organizzazioni partecipanti per poter incorporare i princìpi di attribuzione delle responsabilità, diritti umani e stato di diritto nella democrazia di transizione e nella ricostruzione post-conflitto del proprio stato. Il seminario ha fornito informazioni sui princìpi chiave della giustizia di transizione e dei diritti umani ed ha esaminato un numero di questioni pratiche, inclusi impegno sociale e documentazione, che la società e la comunità dei diritti umani libiche affronteranno nel rispetto dell’accountability, della riparazione e della giustizia di transizione.

Il seminario è stato parte di un programma di formazione rivolto ai gruppi della società civile libici, agli attivisti per i diritti umani e la democrazia, volto a promuovere una cultura della responsabilità che incorpori i principi della giustizia di transizione, i quali potrebbero aiutare a ristabilire la fiducia nelle istituzioni, che offra riparazioni e promuova la diversità, il pluralismo e lo stato di diritto. 
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Presidente Kenyatta a Londra: nessuna sfida per la Corte Penale Internazionale
 

 

Il 6 maggio 2013, il recentemente eletto presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta è arrivato a Londra per una visita di tre giorni. Lo scopo del suo viaggio era quello di partecipare a una conferenza organizzata congiuntamente dal governo britannico e dal governo somalo per l'ottenimento del sostegno internazionale nella ricostruzione della Somalia. Si tratta del primo viaggio del Presidente keniota al di fuori de confini africani dopo la sua elezione avvenuta lo scorso marzo. Il Presidente Kenyatta è stato accusato dalla CPI di essere coinvolto nelle violenze avvenute in Kenya nel periodo post-elettorale dal 2007 al 2008 e di aver quindi commesso crimini contro l'umanità. Secondo alcuni l'atto di incontrare pubblicamente un individuo incriminato dalla CPI tradirebbe gli ideali stessi della Corte in quanto ente istituito per l'eliminazione dell'impunità e per la promozione della riparazione e della dignità delle vittime. È davvero così? La partecipazione del Presidente Kenyatta alla conferenza al fianco di Stati membri della CPI rappresenta davvero un tradimento nei confronti della Corte?

Il Presidente Kenyatta non è un fuggitivo della CPI. La Corte gli ha chiesto di presentarsi, indicazione che, finora, ha rispettato. Allo stesso modo si è impegnato continuare a cooperare con la Corte, anche durante il suo processo, il cui inizio è stato fissato in data 9 luglio 2013. Pertanto, qualunque cosa si possa pensare riguardo l’appropriatezza politica della lista degli ospiti della conferenza Somalia 2013, la partecipazione del presidente Kenyatta alla Conferenza è in realtà un’affermazione implicita che gli è consentito parteciparvi, precisamente perché egli ha cooperato con la Corte Penale Internazionale. Questo porta con sé l'avvertimento implicito che gli sarà sempre consentito partecipare a questi tipi di eventi, se continuerà a rispettare gli obblighi internazionali in futuro. Implica anche la necessità di affrontare tutti i crimini commessi nel 2007-2008 e garantire che le centinaia di colpevoli in Kenya siano altresì tenuti a rendere conto delle proprie responsabilità, in un processo giusto e imparziale che garantisca risarcimento per le centinaia di migliaia di vittime.
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* Una versione precedente di questo articolo è stata pubblicata sul Daily Monitor (Uganda)

Tunisia: NPSG accoglie con favore la discussione aperta e trasparente sul progetto di legge in materia di giustizia di transizione
 

Il 6 maggio 2013, il Coordinamento Nazionale Indipendente per la Giustizia di Transizione, in collaborazione con Al Kawakibi Democracy Transition Center (Kadem) e il Sindacato Generale dei Lavoratori Tunisini, ha organizzato a Tunisi una consultazione per discutere il progetto di legge sulla giustizia di transizione, presentato all'Assemblea Nazionale Costituente il 22 gennaio 2013. L’evento è stato un successo con il Presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, Mustapha Ben Jaafar, che ha aperto le consultazioni, le quali hanno visto la partecipazione di più di 120 persone, tra cui membri dell'Assemblea Costituente, politici, magistrati, operatori del diritto, accademici, rappresentanti di organizzazioni governative e della società civile. 

“Fin dal primo momento, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il suo partner locale Kadem, attraverso l’Accademia di Giustizia Transitoria, hanno offerto il loro contribuito al processo di elaborazione della proposta attraverso una serie di attività volte ad assicurare che le opinioni e le aspirazioni di tutti i segmenti della società tunisina fossero presi in considerazione. Questo approccio partecipativo è fondamentale per creare in tutti i cittadini un senso di partecipazione al processo di giustizia di transizione, contribuendo al suo successo. 

“Ci auguriamo anche che il processo legislativo non venga compromesso da considerazioni politiche o elettorali. La giustizia di transizione non può essere utilizzata per ottenere vantaggi politici, ma deve essere uno sforzo concertato di tutti i partiti politici e segmenti della società al fine di garantire alla Tunisia un processo di giustizia di transizione stabile, capace di rispondere veramente alla esigenza di accertamento della responsabilità che perviene dalla popolazione.”
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Per ulteriori informazioni sul lavoro di NPSG e KADEM per Sostenere la transizione democratica in Tunisia attraverso la giustizia di transizione clicca qui

 

Sostieni Non c'è Pace Senza Giustizia. Dona il 5 per mille
 

Anche quest'anno, ogni contribuente italiano ha la possibilità di destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito (IRPEF) a sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni. Non si tratta di una tassa aggiuntiva, né di un sostituto dell'8 per mille, ma di un modo per scegliere a chi destinare parte delle proprie tasse, che sono comunque già state pagate allo Stato.
È possibile scegliere di destinare il 5 per mille dell’IRPEF a Non c’è Pace Pace Senza Giustizia scrivendo il codice fiscale di Non c’è Pace Pace Senza Giustizia 97107730588 nell’apposito riquadro destinato a “sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni” della propria dichiarazione dei redditi (730, CUD, Unico), e apponendovi la propria firma.
 
Donare a Non c'è Pace Senza Giustizia significa sostenere il nostro lavoro per la tutela e la promozione dei diritti umani, della democrazia, dello stato di diritto e della giustizia internazionale in tutto il mondo. Significa supportare il nostro impegno, a livello nazionale ed internazionale, per ripristinare lo stato di diritto, lottare contro l'impunità e garantire giustizia alle vittime dei crimini sulla base del diritto penale internazionale, sia attraverso la Corte Penale Internazionale che tribunali specifici, con processi condotti in tribunali nazionali o altre istanze competenti per accertare le responsabilità. Significa garantire che, a prescindere da quale soluzione venga adottata, questa sia strutturata ed attuata per il ripristino dello stato di diritto, e che risponda alle richieste delle parti in causa e rispetti gli standard più alti di tutela dei diritti umani.
 
Donare a Non c'è Pace Senza Giustizia significa contribuire, attraverso un bando universale, a porre fine alle Mutilazioni Genitali Femminili, praticate ogni giorno su migliaia di giovani donne e bambine. Significa definire in modo chiaro questa abominevole ed assurda pratica quale violazione del fondamentale diritto all’integrità psico-fisica, sgombrando definitivamente il campo da inaccettabili giustificazioni a sfondo culturale o religioso. Significa aiutare milioni di donne e bambine in tutto il mondo a difendersi da questa violenza, attraverso un messaggio chiaro, forte e indiscutibile.
 
Donare a Non c'è Pace Senza Giustizia significa, infine, promuovere valori democratici, istituzioni liberali e la trasparenza di governo nella regione del medio Oriente e nord Africa, attraverso la creazione di meccanismi politici di consultazione che riconoscano gli attori non-governativi, le ONG e la società civile come interlocutori legittimi e necessari delle istituzioni sui problemi delle riforme democratiche.
 
Ogni contributo puo’ fare la differenza e aiutarci nelle nostre battaglie, contro l’impunità per gravi violazioni del diritto umanitario e l’affermazione della giustizia penale internazionale, per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili, e per sostenere il ruolo degli attivisti dei diritti umani e della democrazia nel Medio Oriente e Nord Africa.
 
Donare il 5 per mille a Non c'è Pace Senza Giustizia non ti costerà nulla, ma ci permetterà di portare avanti tutte queste battaglie e di vincerle: decidi tu che segno lasciare.
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  • Per ricevere ulteriori informazioni, vi preghiamo di contattarci a donate@npwj.org

 Eventi

Corso di formazione per i media su "Corte Penale Internazionale e Giustizia di Transizione" in Libia e Tunisia
 

Al Kawakibi Democracy Transition Center (KADEM) e Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) stanno organizzando un corso di formazione per i media su "Corte Penale Internazionale e Giustizia di Transizione in Libia e Tunisia" che si terrà nel quadro della Accademia per la Giustizia di Transizione il 11-12 giugno 2013 a Tunisi.
 
Sulla base delle attività che NPSG e KADEM hanno organizzato dal25 al 28 Settembre 2012 dal titolo “Lo Statuto di Roma e la Corte Penale Internazionale (CPI)” con Fadi Al-Abdallah, portavoce della CPI e Capo dell'Unità Affari Pubblici e con Amady Ba, capo della sezione per la Cooperazione Internazionale presso l'Ufficio del Procuratore della CPI, questa iniziativa ha l'obiettivo di continuare a promuovere la CPI e la giustizia di transizione in Libia e Tunisia. I nostri obiettivi sono la formazione dei membri dei media in Libia e Tunisia nel riportare efficacemente su CPI e su giustizia di transizione, nonché il rafforzamento del loro interesse su questi argomenti.

La CPI ed i meccanismi di giustizia di transizione sono fondamentali per garantire giustizia e riparazione verso le vittime di crimini di diritto internazionale e di gravi violazioni dei diritti umani. I media possono svolgere un ruolo chiave nel plasmare e mobilitare l'opinione pubblica a proposito della CPI e della giustizia di transizione, promuovendo la ratifica e l'attuazione dello Statuto di Roma e l'istituzione di processi di transizione. Questa formazione si impegnerà con i membri dei media per aumentare la loro comprensione della CPI e della giustizia di transizione e il loro ruolo nella transizione libica e tunisina.
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Libia: NPSG accresce la consapevolezza sulla Giustizia Transitoria e Riconciliazione a Sirte
 

Nel quadro del suo progetto per sostenere la transizione democratica della Libia attraverso giustizia ed accountability, il 16 maggio 2013, Non c’è Pace senza Giustizia (NPSG) ha partecipato ad un evento organizzato a Sirte, in Libia, finalizzato ad accrescere la consapevolezza sul tema della giustizia transitoria. NPSG è stata invitata a prendere parte all’evento da Mohamed Al-Areshiya, noto intellettuale, fondatore dell’organizzazione 'Aswat min Sirte' (Voci da Sirte) e uno dei rappresentanti eletti di Sirte per il Congresso Generale Nazionale (GNC), l’Assemblea legislativa libica. Hanno inoltre partecipato all’evento membri di organizzazioni della società civile (CSOs), studenti, staff universitario e membri della magistratura locale.
 
Sirte è la città di nascita del Colonnello Muammar Gheddafi ed è stato considerata per molto tempo la roccaforte dei suoi sostenitori. Sirte è anche il luogo in cui Gheddafi è stato ucciso dalle forze ribelli durante la rivoluzione. Da quel momento la città è stata largamente trascurata dal governo centrale. Molti residenti di Sirte non sostengono le nuove autorità. Per questo motivo, accrescere la consapevolezza riguardo a temi quali giustizia di transizione e riconciliazione in Sirte è cruciale per il raggiungimento di pace e stabilità in Libia.

Come è già stato evidenziato all’interno di precedenti eventi organizzati da NPSG, i giovani e la società civile in Libia hanno avuto un ruolo fondamentale per il raggiungimento del successo della rivoluzione. Pertanto, dovrebbero essere adottate misure consistenti per assicurare il loro coinvolgimento nel processo di transizione in atto, per ancorare il futuro della Libia alla democrazia, allo stato di diritto ed al rispetto dei diritti umani.
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Visita la pagina speciale dedicata al Programma di Giustizia Transitoria in Liba di NPSG