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maggio 2014
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

UNSC/Siria: il veto di Russia e Cina blocca il consenso schiacciante per assicurare la giustizia e l’attribuzione di responsabilità
 

Dopo più di tre anni di violenta e sanguinosa repressione e la morte di oltre 150.000 persone, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) è stato finalmente chiamato oggi a votare una risoluzione - presentata dalla Francia e sponsorizzata da 62 Stati Membri delle Nazioni Unite - per invitare a deferire la situazione in Siria alla Corte Penale Internazionale. Dei quindici Stati Membri del UNSC, tredici membri, hanno votato a favore; Russia e Cina hanno usato il veto per opporsi alla risoluzione
 
Il sostegno espresso a favore della risoluzione da parte di tutti i membri del Consiglio di Sicurezza, con l'eccezione di Russia e Cina, segnala che un numero crescente di membri della comunità internazionale sono disposti a prendere misure volte a porre fine all'impunità e a perseguire coloro che sono maggiormente responsabili per le terribili atrocità che sono state commesse contro la popolazione civile in Siria. Dall'inizio del conflitto nel 2011, NPSG e PRNTT hanno sempre sostenuto che l’intransigenza sull’attribuzione di responsabilità sia il modo migliore per contribuire alla causa della pace e della sicurezza in Siria. Un rinvio alla Corte Penale Internazionale avrebbe segnato con decisione che la comunità internazionale si sta finalmente muovendo per aiutare a mettere un punto al ciclo di impunità che sta devastando la Siria e nell'incoraggiare i combattenti a rispettare le convenzioni internazionali e il diritto bellico, in particolare quelli che proteggono i civili.
 
Siamo gratificati dai continui sforzi diplomatici della Francia per portare la risoluzione in Consiglio e accogliere il sostegno degli Stati Uniti per quanto riguarda il testo. Russia e Cina, ostacolando l'adozione della risoluzione, portano addosso la vergognosa responsabilità di ostacolare un’azione per affrontare i reati in corso e gli abusi e per garantire che i loro autori vengano messi di fronte alle loro responabilità. Russia e Cinadovrebbero riflettere molto attentamente se la protezione che continuano a dare al Presidente Assad valga davvero il sangue che continua a macchiare le loro mani.
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CPI: La decisione sul caso Gheddafi non contribuirà all’istituzione della giustizia in Libia
 

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) sono rammaricati per la decisione odierna della Camera d'Appello della CPI sul procedimento del caso di Saif al-Islam Gheddafi a L'Aja, invece che in Libia. Questa sentenza, che raggiunge la Libia in un momento molto delicato per la sua transizione verso la democrazia, rischia di aggravare ulteriormente la crisi in corso e dare un altro colpo alla fiducia del popolo libico riguardo la capacità del loro Stato di amministrare la giustizia su crimini di diritto internazionale commessi sul suo territorio dai suoi cittadini. Inoltre, essa va contro le aspirazioni dei libici di vedere i presunti colpevoli processati in Libia e di fronte alla giustizia nello stesso luogo in cui sono stati commessi i crimini.
 
Senza sottovalutare le gravi sfide che il sistema giudiziario libico deve affrontare e le gravi preoccupazioni di sicurezza della crisi attuale, la Libia rimane positivamente desiderosa di indagare e perseguire coloro che presumibilmente detengono le maggiori responsabilità per i gravi crimini commessi durante la rivoluzione. Le preoccupazioni legittime legate alla capacità delle autorità giudiziarie del paese per condurre i processi con equità e imparzialità sarebbe affrontato in modo più appropriato fornendo assistenza per consentire alle autorità di rispettare queste regole secondo i più elevati standard internazionali. Risulta inoltre cruciale fornire sostegno alle autorità locali e la società civile, incluso meccanismi di monitoraggio come la Libyan Trial Monitoring Network, fondata nel mese di agosto 2013 con il sostegno di NPSG, che sta monitorando da vicino gli atti del processo di Gheddafi a Tripoli.
 
Il processo Gheddafi davanti alla Corte libica, caso n. 177-2014, coinvolge 37 persone, tra cui Abdullah Al-Senussi e altri ex alti dirigenti del regime di Muammar Gheddafi. Perché è stato stabilito dalla Corte penale internazionale che Saif al-Islam Gheddafi venga trasferito a l'Aja è una domanda che gli osservatori libici sollevano ripetutamente a Tripoli. Queste persone meritano una risposta chiara dalla Corte Penale Internazionale, la quale può essere fornita dalla Corte solo coinvolgendo la popolazione attraverso una campagna di sensibilizzazione seria e ben sviluppata in Libia.
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Conferenza di Alto Livello in Burkina Faso chiede il Bando Universale delle Mutilazioni Genitali Femminili e dei Matrimoni Precoci
 

Dal 24 al 26 Aprile, si è tenuta una Conferenza Internazionale a Ouagadougou, Burkina Faso, dal titolo “Rinforzando il ponte tra Africa ed il mondo per accelerare la Tolleranza Zero a MGF e matrimoni precoci”, organizzata dal Comitato Inter-Africano per le Pratiche Tradizionali che Condizionano la Salute di Donne e bambini (CIAF), in collaborazione con la Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA) e Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), e con il supporto del governo Italiano ed altri finanziatori.
 
L’evento di alto livello, tenutosi sotto l’alto patronato di S.E. Chantal Compaore, Première Dame del Burkina Faso, e sotto la Presidenza del Ministero dell'azione Sociale e della Solidarietà Nazionale, ha riunito rappresentanti governativi, parlamentari ed attivisti della società civile del Burkina Faso e di altri 35 paesi, insieme a rappresentati delle agenzie ONU e di altre organizzazioni internazionali.
 
La conferenza si è conclusa con l’adozione di una Dichiarazione Finale richiedendo a tutti gli Stati del mondo ad impegnarsi politicamente per dare concrettezza alla risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (A/RES/67/146), adottata il il 20 dicembre 2012. Riaffermando che le mutilazioni genitali femminili ed i matrimoni precoci costituiscono violazioni flagranti e su larga scala dei diritti fondamentali di donne e bambine, la dichiarazione finale esorta tutti gli Stati ad adottare tutte le misure necessarie, incluse la promulgazione e l'applicazione di leggi che proibiscano queste forme di violenza, proteggano donne e bambine da esse, e mettano fine all'impunità di chi le pratica.
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 Eventi

Siria: SIOI e NPSG organizzano secondo corso di formazione sulla Carta Umanitaria SPHERE
 

La guerra non porta solamente violenza e morte; è anche una immensa tragedia umanitaria che colpisce sproporzionatamente la popolazione civile, soprattutto donne e bambini. La crisi siriana è un esempio emblematico e drammatico di questa realtà. La sofferenza della popolazione siriana rimane enorme e la situazione per la popolazione, sia all’interno che all’esterno del Paese, continua a deteriorare ad un tasso allarmante. Quasi metà della popolazione è stata costretta a lasciare le proprie case. Secondo quanto riportato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA), circa 9.3 milioni di persone in Siria hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, compresi 6.5 milioni di sfollati.
 
Costruire le competenze dei gruppi della società civile siriana e degli attivisti per i diritti umani è stato uno dei principali obbiettivi del corso di formazione SPHERE, tenutosi dal 4 al 9 maggio 2014 a Gaziantep, Turchia. Questo corso di 6 giorni è stato il secondo corso di formazione organizzato dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) e Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), in collaborazione con il Centro d’arte Kirkayak e con il supporto del Ministero Italiano per gli Affari Esteri. Lo scopo era di far conoscere ai partecipanti il manuale SPHERE, Carta Umanitaria e Standard Minimi nella Risposta Umanitaria, il complesso di principi comuni più largamente noto e internazionalmente riconosciuto per qualità e attribuzione delle responsabilità nel settore umanitario.
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Libia: NPSG organizza un convegno sulla Legge di Giustizia Transitoria ed i suoi meccanismi
 

Il 29 aprile 2014, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha organizzato un convegno sulla Legge di Giustizia Transitoria e i suoi meccanismi, nell’ambito del suo programma sulla Giustizia Transitoria in Libia. L’incontro tenutosi a Tripoli è il primo di una serie di conferenze, che avveranno nei prossimi mesi per aumentare la consapevolezza sulla Legge di Giustizia Transitoria e promuovere la partecipazione e un dialogo costruttivo tra le ONG libiche e istitutizioni pubbliche.
 
Più di 60 partecipanti erano presenti all’evento, compresi attivisti per i diritti umani, il Consiglio di Diritti Umani libico, rappresentanti della comunità Tawergha, un numero di organizzazioni femminili, l’ordine degli avvocati Zawia, giornalisti e ricercatori locali ed internazionali, membri della comunità internazionale, tra cui UNSMIL (Divisione per lo Stato di Diritto, Diritti Umani e Giustizia Transitoria), Programma UE di Sicurezza e Giustizia, Centro per il Dialogo Umanitario. Al convegno vi hanno anche partecipato delegati dell’Ambasciata italiana e britannica.
 
Durante la conferenza, la Rete Civile per la Giustizia Transitoria (Civil Network for Transitional Justice - CNTJ), un gruppo di lavoro di osservazione nato nel gennaio 2014 tramite il supporto di NPSG, ha dato una presentazione sul lavoro svolto dall’inizio dell’anno. Il Sig. Mohamed Gashout e la Sig.ra Esra Mhamni, inviati di CNTJ, hanno introdotto gli aspetti principali della Legge di Giustizia Transitoria. La discussione si è inoltre focalizzata sulle responsabilità della Commissione d’Inchiesta e Riconciliazione, prevista dalla Legge di Giustizia Transitoria, tra cui la documentazione di informazioni sulla sistematica e grave violazione di diritti umani, la revisione della legislazione sulla Giustizia Transitoria, lo studio delle condizioni degli sfollati e sviluppo delle strategie per offrire un concreto aiuto alle persone vittime di violazioni dei diritti umani.
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