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maggio 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Sostieni Non c'è Pace Senza Giustizia. Dona il 5 per mille
 

Ci rivolgiamo a Te che già in passato hai dimostrato di essere attento e sensibile alle lotte che Non c’è Pace Senza Giustizia porta avanti per la conquista e il riconoscimento di diritti umani fondamentali. Con la sue piccole risorse, ma con la forza della sua risolutezza.
 
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Se vuoi maggiori informazioni su cosa Non c'è Pace Senza Giustizia ha fatto nei primi venti anni di attività guarda il video o la brochure.
 
Ogni contributo può fare una grande differenza. 
 
Grazie per quanto potrai fare.
 
Un caro saluto
 
Niccolò Figà Talamanca
Segretario
 
Antonella Casu
Tesoriera
 
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Siria/Palmira: L’impunità mette ancora più vite e patrimoni dell’umanità a rischio
 

Non c’è pace senza giustizia (NPSG) e il Partito Radicale, Non violento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) esprimono le loro profonde preoccupazioni riguardo all'occupazione dell’antica città siriana di Palmira per mano dell’ISIS. La presa della città pone nuovamente a rischio le vite di migliaia di persone sotto la reale minaccia di diffusa e cieca violenza, di esecuzioni di massa e di persecuzioni religiose. Considerando come l’Isis ha trattato le antichità nel passato, espone ad arbitraria distruzione anche un inestimabile patrimonio culturale e civile dell’umanità”.
 
Le sempre più appoggiate azioni del sedicente “Califfato dello Stato Islamico” sono il risultato non solo del fallimento da parte della comunità internazionale di portare a compimento un conflitto che va avanti da oramai quattro anni in Siria, ma anche di una cultura di quasi totale impunità che ha pervaso il paese sin dall’inizio delle ostilità. Nonostante le ampiamente documentate violazioni dei diritti umani e del diritto penale internazionale, non ci sono stati sforzi nazionali nè internazionali per assicurare un’ampia accountability, compresi tentativi di rinvio alla Corte Penale Internazionale, i quali continuano a rimanere bloccati, senza alcuna apparente soluzione in vista”.
 
È anche l’ennesima dimostrazione che l’Isis e il regime di Assad sono due facce alleate della stessa triste medaglia. Sembrano inoltre competere nella devastazione di un paese e nel commettere atrocità a spese di milioni di ordinari siriani. Una forte azione deve essere presa per mettere la parola fine al dilagante terrore dell’Isis. La Siria non vedrà un futuro migliore fino a quando il brutale regime per decenni responsabile di una terribile repressione non sarà rimosso dall’equazione.
 
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*  Alison Smith è Consigliere Legale e direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

Tunisia: NPSG si rallegra dell’impegno del governo a modificare alcune preoccupanti disposizioni della proposta di legge sulla sicurezza
 

La proposta di Legge sulla Sicurezza di Stato recentemente presentata dal Governo tunisino al Parlamento ha sollevato serie preoccupazioni. Alcune delle sue allarmanti previsioni hanno risvegliato oscure memorie del passato e addirittura contraddetto le idee e i principi che sottostanno alla Rivoluzione dei Gelsomini.
 
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono positivamente l’impegno del Governo a emendare la proposta di legge ed assicurare la sua conformità ai diritti civili e politici racchiusi nella Costituzione tunisina recentemente adottata e agli standard internazionali dei diritti umani.
 
E’ ovviamente importante assicurare che le forze di sicurezza tunisine siano in grado di portare avanti il loro dovere di difesa della popolazione e dello stato di diritto, in particolare in un ambiente rovinato da crescenti minacce terroristiche. Ma ciò non può e non dovrebbe essere fatto alle spese della responsabilità democratica e legale delle istituzioni statali nei confronti dei cittadini che servono. Le notevoli vittorie e i progressi che la Tunisia ha fatto nel superare il proprio passato antidemocratico sono essenziali per la sua sicurezza: l’efficacia della risposta delle forze di sicurezza al terrorismo dipende dalla fiducia e dal rispetto che esse godono tra la popolazione che proteggono e tra la società nella sua interezza.
 
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Niccolò Figà-Talamanca è Segretario Generale di Non C’è Pace senza Giustizia

 Eventi

Consultazione nazionale in Gambia per promuovere l'adozione di una legge che vieti le mutilazioni genitali femminili
 

Il 21 Maggio 2015, GAMCOTRAP, in cooperazione con Non c’è Pace Senza Giustizia e il Comitato Inter-Africano per le Pratiche Tradizionali che colpiscono la Salute delle Donne e dei Bambini (IAC), e con il supporto del Ministero Italiano degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, hanno indetto una consultazione a livello nazionale in Gambia, sia per monitorare la situazione delle mutilazioni genitali femminili (MGF) nel Paese che per incoraggiare l’adozione di una specifica legislazione che vieti tali pratiche, così come richiesto dalla Risoluzione 69/150 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
 
L’evento, che si è tenuto a Kaira Konko, nella regione del Lower River, ha visto partecipare più di cento delegati, compresi Direttori Distrettuali, Consiglieri nazionali per i diritti delle donne ed altri leaders, rappresentati di ONG, Comunicatori Tradizionali e membri dei media. Hanno preso parte alla consultazione anche quattro membri dell’Assemblea Nazionale della regione del Lower River, così come i Governatori della stessa regione e di quella del Central River.
 
Attraverso le celebrazioni tenutasi in Gambia fra il 2007 e il 2013, denominate “Abbassa i coltelli”, 128 praticanti delle MGF e 900 comunità hanno pubblicamente dimostrato la loro volontà di proteggere le bambine e le ragazze ponendo fine alla pratica delle MGF. Tuttavia, l’assenza di una specifica legislazione che proibisca le MGF contribuisce alla percezione che la pratica sia accettabile e indebolisce ulteriormente la legittimazione e l’impatto degli sforzi e delle vittorie. Inoltre danneggia gli impegni presi dallo Stato per promuovere e proteggere i diritti delle donne. La consultazione tenutasi a Kaira Konko si è conclusa con l’adozione di un comunicato finale che esorta i membri dell’assemblea nazionale ad ascoltare le voci delle comunità e a prendere le adeguate misure adottando una legge che bandisca le MGF entro il 2015.
 
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Workshop nazionale in Senegal per promuovere un’attuazione efficace della risoluzione ONU che vieta le mutilazioni genitali femminili
 

Il 12 Maggio 2015, Non c’è Pace Senza Giustizia, in collaborazione con La Palabre, COSEPRAT, FemnetSenegal, l’Association des Jusristes Senegalaises e il Comitato Inter-Africano per le Pratiche Tradizionali riguardanti la Salute di Donne e Bambini (IAC), ha indetto un workshop nazionale a Dakar, Senegal, finalizzato alla promozione dell’attuazione della Risoluzione 69/150 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che richiede un divieto a livello globale delle mutilazioni genitali femminili.
 
Il workshop si è tenuto sotto l’alto patrocinio del Ministero senegalese per le Donne, la Famiglia e l’Infanzia ed è stato organizzato con il supporto del Ministero italiano degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e dell’UNICEF. Tra i partecipanti vi erano rappresentati governativi di alto livello, parlamentari e attivisti della società civile del Senegal, così come rappresentanti delle agenzie ONU e  di altre organizzazioni internazionali e missioni diplomatiche.
 
Oltre all’obiettivo di consolidare la volontà politica delle autorità senegalesi nei confronti dell’implementazione della risoluzione 69/150, il Workshop ha fornito un’opportunità per analizzare e valutare i meccanismi nazionali destinati appositamente a proteggere donne e bambine dalle MGF e a identificare inoltre adeguate misure per migliorare le strategie esistenti, affrontando le violazioni del divieto di procedere a MGF e aumentando la capacità della polizia, della gendarmeria e del sistema giudiziario di garantire la conformità con la legge.
 
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