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maggio 2016
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Ciao Marco
 

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Barhein: NPSG e il PRNTT condannano con forza il processo farsa e l’aumento della pena detentiva contro Sheikh Ali Salaman
 

“Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Non-Violento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) condannano fermamente il sorprendente aumento della condanna a nove anni di prigionia contro il leader del principale partito di opposizione, Sheikh Ali Salaman. Noi esprimiamo la nostra immutata solidarietà ed il nostro supporto a Salman, che ha costantemente sollecitato una protesta pacifica, condannando ogni forma di violenza – anche durante il suo discorso che è stato poi la base per il suo processo – e sostenuto la formazione di un equo e giusto sistema politico democratico in Bahrein attraverso l’istituzione di una genuina monarchia costituzionale.  
 
“La scioccante sentenza di oggi, fondata su accuse puramente politiche, dimostra in maniera chiaria la determinazione delle autorità del Bahreinite di criminalizzare la libertà di parola e di sopprimere ogni dissenso pacifico. Inoltre conferma ulteriormente la fallacia delle affermazioni del regime del Bahrein per l’avanzamento di riforme democratiche, stato di diritto e rispetto dei diritti umani nel paese.
 
"Questa è anche una mossa estremamente pericolosa che può solo indirizzare il Paese verso la pericolosa strada dei disordini politici e la disunione. Di fronte a ciò che sta rapidamente diventando la realizzazione del peggior scenario possibile per il Bahrain, la risposta della comunità internazionale non può continuare ad essere debole e sorda rispetto alla situazione dei cittadini del Bahrain. Finora, le autorità del Bahrein hanno usato questo approccio come una luce verde per perseverare le loro pratiche repressive e di rappresaglia contro i leader dell'opposizione pacifici e difensori dei diritti umani.
 
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Sira: la proposta di condurre lanci aerei di aiuti umanitari è benvenuta ma gli assedi devono finire
 

In una dichiarazione congiunta rilasciata oggi, Non c’è Pace Senza Giustizia insieme a 57 ONG internazionali salutano gli sforzi del Gruppo Internazionale di Sostegno  alla Siria (GISS) per fare pressione sul governo siriano e attori non statali armati per interrompere gli assedi in tutto il paese e  garantire che i civili abbiano libero accesso agli aiuti umanitari
 
L’appello del Gruppo Internazionale di Sostegno alla Siria per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite di svolgere un programma di lanci e ponti aerei per tutte le zone assediate – l’accesso agli aiuti umanitari continuano ad essere negati fin dal 1 ° giugno - è un passo che potrebbe contribuire ad alleviare la fame e la sofferenza umana. Tuttavia, tali lanci umanitari sono complicati, inefficienti, limitati nella loro portata, e rischiano la deviazione degli aiuti. Il continuo e inconcepibile rifiuto delle parti in conflitto di permettere che i civili sofferenti ricevano gli aiuti di cui hanno bisogno, ha  reso necessario utilizzare un'opzione di ultima istanza.


Secondo alcune stime, più di un milione di siriani vivono sotto assedio in tutta la Siria. La priorità del GISS dovrebbe essere quello di porre fine a tutti gli assedi e garantire il piena, sostenuto, e incondizionato accesso umanitario per tutti i settori prioritari in tutto il paese, garantendo al tempo stesso che l'aiuto non venga utilizzato come merce di scambio per i negoziati politici.

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NPSG esorta l’Uganda a dimostrare il proprio impegno per la giustizia e non concedere l'impunità al Presidente al-Bashir
 

Il presidente del Sudan Omar al-Bashir ha viaggiato questa mattina a Kampala nell’ambito di una visita di due giorni in Uganda per discutere di rapporti bilaterali e per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del presidente ugandese Yoweri Museveni. Il Presidente sudanese è soggetto ad un mandato di arresto da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi contro la popolazione civile in Darfur. Il Ciad è uno Stato Parte della CPI e come tale ha l'obbligo, sancito dal trattato istitutivo, di arrestare chiunque sia oggetto di un mandato di arresto della Corte.
 
Non c’è Pace senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) chiedono al governo dell’Uganda di adempiere ai suoi obblighi in quanto Stato membro della Corte Internazionale Penale e di arrestare il Presidente al-Bashir, finché si trova sul territorio Ugandese. Invece di volontariamente e consapevolmente ospitare un capo di Stato che è in fuga da mandati di arresto internazionali per gravi violazioni dei diritti umani, l'Uganda dovrebbe dimostrare il suo impegno per la giustizia e la lotta contro l’impunità. L’Uganda non è solo uno Stato parte della Corte Penale Internazionale, ma ha anche beneficiato del suo lavoro attraverso l'incriminazione dei membri della Lord Resistance Army (LRA) e l'arresto e il trasferimento di Dominic Ongwen per affrontare un processo per i crimini commessi nel Nord dell’Uganda. E 'ironico - anche vergognoso - che l'Uganda da un lato chieda l'arresto dei rimanenti latitanti dell'LRA, mentre dall’altro accolga il presidente Al-Bashir.
 
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Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

 Eventi

ADHOC "Le radici e le cause della violenza islamica? La laicità è la soluzione"
 

Fin dall’inizio della Primavera Araba nel 2011, le divisioni tra diverse parti della società in Medio Oriente e in Nord Africa sono diventate evidenti. La frattura più ampia sembra essere quella tra chi preme affinché la società ritorni ad un ordine stabilito secoli fa, sotto l'emblema della religione, e coloro che vorrebbero promuovere la costituzione di società aperte basate sui principi della laicità, del pluralismo e modernità. Allo stesso tempo, l'estremismo religioso si è diffuso all'interno di alcuni paesi del Medio Oriente, Nord Africa e oltre. La sua peggiore manifestazione è l'ascesa di Daesh e dei suoi atti di terrorismo, la sua intolleranza e violenza brutale. In particolare, ciò che è avvenuto e sta tutt’ora accadendo in Siria ed Iraq, rappresenta il culmine di una visione distorta e radicale dell'Islam.
 
E' tempo di porre fine alla violenza sempre crescente commessa in nome della religione e di promuovere un mondo in cui tutti possano vivere liberamente, a prescindere dal loro credo religioso. E' quindi essenziale coordinare e rafforzare le voci degli attivisti che si sforzano di affrontare le sfide dell’ estremismo religioso e ancorare il futuro dei loro paesi ai principi della laicità e del pluralismo.
 
A tal fine, l'organizzazione di recente costituzione "ADHOC: secolare, modernista e pluralista", ha organizzato, con il supporto di NPSG, la sua prima conferenza dal titolo "Le radici e le cause della violenza islamica? La laicità è la soluzione", svoltasi a Bruxelles, Domenica 22 Maggio 2016. La conferenza ha riunito prominenti scrittori, intellettuali e studiosi del Medio Oriente e del Nord Africa,  tra i quali il poeta siriano Adunis, lo scrittore palestinese Waleed Al-HusseineKacem El Ghazzali, uno scrittore laico e attivista per i diritti delle minoranze, Rabab Kamal, il presentatore radio e scrittore liberale,Ayman Ghoujal, attivista per i diritti umani, e lo scrittore egiziano Sayed Elkemani.
 
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