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marzo 2015
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

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Ci rivolgiamo a Te che già in passato hai dimostrato di essere attento e sensibile alle lotte che Non c’è Pace Senza Giustizia porta avanti per la conquista e il riconoscimento di diritti umani fondamentali.
 
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Se vuoi maggiori informazioni su cosa Non c'è Pace Senza Giustizia ha fatto nei primi venti anni di attività guarda la brochure.
 
 
Grazie per quanto potrai fare.
 
Un caro saluto
 
Niccolò Figà Talamanca
Segretario
 
Antonella Casu
Tesoriera
 
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CPI: NPSG e il Partito Radicale si congratulano per la decisione della CPI di tenere parte del processo di Bosco Ntaganda nella RDC
 

Il 19 Marzo 2015 la VI Sezione della Corte Penale Internazionale ha raccomandato che le arringhe di apertura del processo a Bosco Ntaganda si tengano a Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo. Il Sig. Ntaganda è il presunto ex vice-capo dello Staff Generale delle Forze Patriottiche per la Liberazione del Congo ed è accusato davanti la CPI di 13 crimini di guerra e cinque crimini contro l’umanità presumibilmente commessi in Ituri, RPC, nel 2002-2003.
 
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale accolgono questa importante decisione che parte del processo contro il Sig. Ntaganda possa tenersi nello Stato interessato. Mentre la CPI ha sede all’Aja e tutte le situazioni di cui si occupa la Corte sono lontane da lì, questa è la prima volta che i giudici della CPI hanno usato l’Articolo 3(3) dello Statuto di Roma, permettendo alla Corte di riunirsi altrove e tenere le udienze in loco. Questa decisione è una risposta incoraggiante alle aspirazioni di vedere i presunti perpetratori dei crimini affrontare la giustizia nel luogo in cui i crimini stessi sono stati commessi, e noi speriamo che sempre più decisioni simili saranno prese in futuro in altre situazioni davanti alla Corte. 
 
Nel corso degli anni NPSG e il Partito Radicale hanno costantemente raccomandato che, ovunque possibile, la CPI tenesse i processi o parte di essi in situ al fine di portare il lavoro della Corte più vicino ai diretti interessati, vale a dire le vittime dei crimini giudicati dalla CPI. Ciò è cruciale affinché la Corte possa realizzare gran parte de proprio ruolo, che consiste nel trasmettere un senso di giustizia alle vittime dei crimini commessi nell’ambito del diritto internazionale. Questa decisione ha il potenziale per aiutare le popolazioni colpite in Inturi e per portare loro significativa accountability.
 
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*  Alison Smith è Consigliere Legale e direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG

Siria: NPSG chiede al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite di sostenere la lotta contro l’impunità
 

Il 17 Marzo 2015, la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Repubblica Araba Siriana (CoI) ha presentato il suo nono report al Consiglio per i Diritti Umani (HRC). Alla vigilia della presentazione, Non C’è Pace Senza Giustizia ha indirizzato una lettera aperta ai 47 membri del Consiglio chiedendogli di sostenere la Commissione d’inchiesta e il suo mandato per i crimini commessi in Siria e di richiedere la pubblicazione dei nomi dei presunti colpevoli.
 
Fin dal suo principio, la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Uniti ha documentato alcune delle peggiori violazioni dei diritti umani e delle norme di diritto internazionale mai raccolte da un corpo delle Nazioni Unite. Queste informazioni sono state fornite e confermate grazie al coraggioso lavoro degli attivisti siriani per i diritti umani e ai quasi quotidiani reports dei media. Il fatto che la consapevolezza di ciò che sta accadendo non ha ancora portato ad alcun tipo di responsabilità, con la risultante impunità, alimentata da sempre più gravi violazioni, è chiaramente frustante per la Commissione, una frustrazione che noi condividiamo.”
 
Nel suo nono Report, la Commissione indica che “è di cruciale importanza per la comunità internazionale adottare una strategia comune ed efficace che affronti il problema dell’impunità nella Repubblica Araba Siriana". Un modo per farlo potrebbe essere quello di far capire chiaramente ai presunti colpevoli che le loro azioni non stanno passando inosservato, che la comunità internazionale sta osservando e che la giustizia agirà di conseguenza (paras 140, 141). Con una mossa senza precedenti, la Commissione ha affermato che “non pubblicare i nomi a questo punto dell’inchiesta potrebbe rinforzare l’impunità che la Commissione ha il dovere di combattere".
 
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Niccolò Figà-Talamanca è Segretario Generale di Non C’è Pace senza Giustizia

Campagna "Per un nuovo diritto umano: il diritto alla conoscenza": I radicali incontrano l'Alto Commissario ONU ai Diritti Umani
 

L'11 marzo 2014, una delegazione radicale formata da Marco PannellaElisabetta ZamparuttiLaura Harth e Matteo Angioli e accompagnata dall'Ambasciatore italiano all'ONU Maurizio Serra, ha incontrato l'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, nella sua sede di Ginevra.
 
L’obiettivo dell’incontro era di presentare la campagna "Per un nuovo diritto umano: il Diritto alla Conoscenza", lanciata dal Partito RadicaleNessuno Tocchi Caino e Non c'è Pace Senza Giustizia. Nell’ambito di questa campagna sostenuta da un inziativa di raccolta fondi, varie iniziative verranno promosse, tra cui Il progetto di una Seconda Conferenza Internazionale per lo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza, prevista per giugno 2015. Tra le varie personnalità che sostengono la campagna, Franco Battiato ha registrato un breve appello insieme a Marco Pannella.
 
Il prossimo lunedì 30 marzo avrà luogo a Parigi la presentazione degli Atti della conferenza internazionale su “Stato di Diritto contro ragion di Stato" tenutasi il 18 e 19 febbraio 2014 a Bruxelles. L'evento si svolgerà al Senato francese, nella sala Monnerville, grazie al sostegno di André Gattolin, senatore del Gruppo ecologista. Gli altri partecipanti sono il professore di filosofia politica alla Sorbona Yves Charles Zarka, il professore emerito di diritto pubblico all'Università Paris X Michel Troper e la vice presidente di Vice-President of Quê Me: Action for Democracy in Vietnam Penelope Faulkner. La riunione sarà un ulteriore trampolino di lancio per la Seconda Conferenza Internazionale sullo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza, prevista a giugno.
 
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 Eventi

Giornata Internazionale della Donna: “Ferite a Morte” in scena a Tunisi con Emma Bonino
 

In occasione della giornata internazionale della donna, “Ferite a Morte”, uno spettacolo teatrale sul Femminicidio scritto da Serena Dandini, in collaborazione con Maura Misiti, è andato in scena Domenica 8 Marzo al Theatre 4eme Art di Tunisi. Era la prima volta che lo spettacolo veniva presentato in un paese arabo, grazie alla collaborazione di FIDH e due delle sue organizzazioni in Tunisia, la Lega Tunisina per i Diritti Umani e l’Associazione Tunisina delle Donne Democratiche.
 
Precedenti rappresentazioni hanno avuto luogo presso le sedi delle Nazioni Unite a New York e Ginevra, nonchè a Washington, Bruxelles, Londra, Lussemburgo, Strasburgo e Parigi. Tra i collaboratori di questo progetto si annoverano CEFA Onlus, GVC Onlus, Non c’è Pace Senza Giustizia, Unipol Banca, Legacoop Romagna ed Emilia Romagna.
 
Sul palco a Tunisi, insieme agli autori, erano presenti Emma Bonino (già Ministro degli Affari Esteri italiano e fondatore di Non c’è Pace Senza Giustizia), Latifa Lakhdar (Ministro tunisino della cultura), Fatma Saidenne (attrice), Amel Hamrouni (cantante), Bochra Belhai Hmida (Membro del Parlamento), Jalila Baccar (attrice), Besma Khalfeoui (Presidente della Chokri Belaid Foundation), Nadia Khiari (caricaturista), Meriem Belkadhi (giornalista), Raja Dahmeni (ATFD), Lina Ben Mhenni (blogger), Najwa Rezgui (ex prigioniero politio) e Amira Yahyeoui (Presidente di BAWSSALA).
 
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Libia: NPSG organizza un corso di formazione sul tema “Documentazione delle violazioni dei diritti umani e dei crimini definiti dal diritto internazionale”
 

Dal 4 al 6 Marzo 2015, No C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha organizzato a Hammamet, in Tunisia, un corso di formazione sulla “Documentazione delle violazioni dei diritti umani e dei crimini definiti dal diritto internazionale in Libia”. Il corso, di tre giorni, ha coinvolto 30 attivisti della società civile libica sui principali elementi, tecniche e meccanismi di investigazione e di raccolta delle prove relative alle violazioni dei diritti umani e dei crimini definiti dal diritto internazionale.
 
A partire da metà 2014, la Libia sta vivendo la sua peggior crisi dalla caduta del regime di Gheddafi. Le violazioni dei diritti umani e i crimini del diritto internazionale commessi da miliziani e da gruppi terroristici, hanno ulteriormente peggiorato la crisi politica e ridotto la speranza di ottenere giustizia e risarcimenti per le vittime. In Libia i meccanismi di accountability affrontano numerose sfide nell’intento di far rispondere i colpevoli dei propri reati , compresa la difficoltà nell’ottenere informazioni affidabili che potrebbero fornire  il quadro della situazione in corso e che potrebbero essere eventualmente usate come prove. Tali meccanismi comprendono le corti nazionali e i processi non giudiziari, così come la Corte Penale Internazionale, che ha giurisdizione sul territorio libico dal 2011, quando la Libia si è ad essa rivolta per la prima volta. 
 
Lo scopo di questo corso era il rafforzamento delle capacità degli attori della società civile di indagare e documentare gli eventi e le violazioni in corso in Libia, e di fornire informazioni credibili agli organismi e ai processi di responsabilità, sia a livello nazionale che internazionale. Con una crescente capacità nel supportare la giustizia e la trasparenza, gli attori libici possono contribuire a sfidare l’attuale ciclo di violenze, ridurre le prospettive di impunità per le atrocità commesse e porre le basi per futuri risarcimenti alle vittime.
 
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