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novembre 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

Siria: NPSG organizza un corso di formazione su “Investigazioni forensi nei casi di violenza politica”
 

 Dal 25 al 29 novembre, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG), insieme all'Unità di Supporto alla Cooperazione (Assistance Cooperation Unit, ACU), al Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Violations Documentation Centre in Syria, VDC) e con il supporto del Ministero italiano degli Affari Esteri e del Foreign and Commonwealth Office (FCO) del Regno Unito, hanno organizzato un corso di formazione su “Investigazioni forensi nei casi di violenza politica”, nella città di Gaziantep, nel sud della Turchia.

Tra i partecipanti sono inclusi alcuni rappresentanti dell'ACU e del VDC, i pubblici ministeri dell'Unità locale di Assistenza al Coordinamento (Local Assistance Coordination Unit, LACU), avvocati, medici e rappresentanti di associazioni informali e ONG attive nel campo dell'investigazione della documentazione all'interno della Siria. Tra le aree di interesse, Aleppo, Damasco e la sua campagna circostante, Deirezzour e Idlib. NPSG e le organizzazioni partner hanno inoltre avuto l'onore di accogliere ed ascoltare il neo Ministro della Giustizia della Coalizione Nazionale siriana delle Forze rivoluzionarie e di opposizione, Fayez Al Daher, il quale ha sottolineato l'importanza di realizzare tali iniziative per il futuro della giustizia e dell'attribuzione delle responsabilità in Siria.

Il corso di formazione mira a sviluppare tra i partecipanti una conoscenza di base di prove forensi in indagini penali, con una particolare attenzione ai casi di violenza politica e di violazioni dei diritti umani, tra cui soprattutto le sparizioni forzate. Si tratta di una formazione su tutti gli aspetti rilevanti delle indagini forensi, tra cui il recupero dei dati ante-mortem dei parenti del defunto, l'indagine e lo scavo di fosse comuni e il recupero di resti umani, l' archeologia e l'antropologia forense, la genetica forense, l'identificazione dei resti umani, l'analisi dei traumi presenti nelle ossa, la preparazione di relazioni e la presentazione di prove mediche, nonché le questioni culturali e religiose legate alle indagini sui cadaveri ed alle riesumazioni.

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NPSG accoglie le misure per sensibilizzazione e impatto precoci, ma mette in guardia contro l’erosione del principio di uguaglianza di fronte alla legge, a prescindere dal proprio ruolo o qualifica ufficiale
 

Dal 20 al 28 novembre 2013, l’Assemblea degli Stati Parte (ASP) della Corte Penale Internazionale (CPI) si è riunita a L’Aja per la sua dodicesima sessione annuale. Stati Parte, Stati osservatori, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, tra cui la delegazione di Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), hanno partecipato all’ASP.
 
La 12ma sessione dell’Assemblea degli Stati Parte (ASP) si è conclusa in modo abbastanza positivo. L’ASP ha nuovamente ribadito buone e solide indicazioni per la Corte riguardo al programma di sensibilizzazione, sottolineando l’importanza della sensibilizzazione precoce e della sua presenza sul campo. Ciò è estremamente importante per far in modo che la Corte continui a concentrarsi sulle vittime e le comunità colpite, poiché è per loro che è stata creata. Il bilancio dei programmi della Corte per il 2014 è stato approvato nonostante all’inizio sembrasse che la discussione sarebbe stata difficile e controversa, poiché uno Stato aveva sollecitato l’approvazione di una “crescita nominale zero” per il prossimo anno. Consideriamo che questo sia un approccio molto pericoloso e invitiamo tutti gli Stati membri a continuare a resistere e a concentrarsi invece sul garantire che la CPI abbia le risorse necessarie, garantendo al contempo l’utilizzo in modo efficiente ed efficace di tali risorse.
 
Nonostante ciò, questi sono risultati molto importanti, che aiuteranno la Corte a massimizzare il suo impatto durante l’anno venturo e la incoraggiamo ad ottenere il più possibile grazie a quello che è stato stabilito durante la scorsa settimana per fare del 2014 il miglior anno fino ad adesso, per l’operato della Corte e per le vittime e le comunità colpite. Siamo invece delusi dalle nuove regole procedurali che sono state adottate, poiché si avvicinano pericolosamente al contraddire lo Statuto di Roma, ma siamo lieti che non si faccia riferimento ad una eventuale distinzione tra imputati, basata sul loro rango ufficiale che avrebbe costituito una violazione palese dei dettami dello Statuto. Dovremo riflettere più su questa questione e vedere come queste regole procedurali verranno attuate per garantire che non siano passibili di subire un’interpretazione che vada contro il principio di uguaglianza davanti alla legge.
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*Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

Basta parlare di differimento: lasciate che per il Kenya prevalga lo stato di diritto
 

Il 15 novembre 2013, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha respinto la richiesta di rinviare i casi contro il Presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, e il vice-Presidente William Ruto, presso la Corte Penale Internazionale (CPI). La proposta è stata sottoposta al Consiglio di Sicurezza in seguito al vertice straordinario dell’Unione Africana tenutosi nel mese di ottobre 2013, durante il quale, tra le altre questioni, è stato deciso che gli Stati africani dovrebbero cercare di ottenere un differimento facendo ricorso all’art. 16 dello Statuto di Roma.
 
Nonostante NPSG non sia a favore di questo rinvio, sosteniamo fortemente il processo in base all’art. 16, il quale assicura che le questioni politiche relative alla CPI siano trattate in una sede politica, quale il Consiglio di Sicurezza. “Pensiamo sia molto importante che si capisca che non si tratta di una divisione “sull’Africa”. Non è una di quelle situazioni in cui gli Stati si dichiarano “a favore o contro” l’Africa. Questa questione riguarda l’impunità e le accuse specifiche in merito alla responsabilità penale individuale di due leader. Siamo lieti che attraverso le astensioni, la maggioranza del Consiglio di Sicurezza ha riconosciuto come questa non sia una questione politica ma di natura giudiziaria, e come tale, da dover essere decisa dalla Corte.
 
La cosa migliore che può succedere per la pace e la sicurezza in Kenya e in Africa è che la giustizia faccia il suo corso e che il presidente Kenyatta e il vicepresidente Ruto sfruttino la flessibilità concessagli dalla Corte al fine di continuare a svolgere le loro funzioni istituzionali mentre i processi contro di loro continuano. Esortiamo il Kenya e i suoi leader a proseguire a collaborare in questo processo, poiché il miglior modo per sostenere il Kenya e l’Africa nel suo insieme è di garantire che lo stato di diritto valga per chiunque, capi di stato compresi. Questo sarebbe il lascito più grande che il presidente e il vicepresidente possono dare al loro paese, qualunque sia il verdetto della Corte riguardo ai loro procedimenti.
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*Alison Smith è Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

 Eventi

12ma ASP della CPI: NPSG ha organizzato un evento sulla “Complementarietà in Libia"
 

Martedì 26 novembre 2013, presso il World Forum Convention Centre, in occasione della 12ma sessione dell’Assemblea degli Stati Parte (ASP) della Corte Penale Internazionale (CPI) svoltasi a L’Aja, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha tenuto una riunione sulla “Complementarietà in Libia”, con la partecipazione della Delegazione Italiana.
 
La complementarità è il principio fondamentale alla base della CPI, permettendo alla Corte di esercitare la sua giurisdizione solo quando uno Stato non è in grado o non è intenzionato a farlo. Attualmente, ci sono due diversi casi davanti alla CPI in cui l’ammissibilità è una caratteristica centrale. I due casi riguardano la situazione in Libia: uno vede imputato Saif al- Islam Gaddafi e l’altro Abdullah al-Senussi. Durante l’evento si è discusso delle opportunità e delle sfide per la complementarietà in Libia, compreso il caso di al-Senussi che, potenzialmente, può essere rilevante per promuovere gli sforzi per condurre ad una riforma efficace del sistema giudiziario del paese, pur riconoscendo le preoccupazioni relative ai diritti ad un equo processo. Ha inoltre esplorato cosa significa il termine “incapacità” e si è focalizzato sul ruolo che la comunità internazionale può svolgere per aiutare la Libia a diventare in grado di indagare e perseguire i crimini secondo il diritto internazionale. Nel corso dell’evento è stata anche sottolineata l’importanza della sensibilizzazione e della comunicazione per promuovere la comprensione del mandato e delle procedure della Corte, elemento essenziale per coinvolgere le vittime e il popolo della Libia e che contribuisce a creare un ambiente favorevole alla cooperazione con la Corte.
 
La discussione, che è stata facilitata da Wafa B. H. Omar, Direttrice dei Programmi Internazionali presso Al-Kawakibi Democracy Transition Center di Tunisi, ha visto tra i relatori: Fathi Salem Abouzakhar (Libia), Centro Libico per la Strategia e Studi Futuri, Marieke Wierda, Università di Leiden, Consigliere presso la Missione delle Nazioni Unite di Assistenza in Libia (in congedo temporaneo), Rhiannon Smith, collaboratrice del Programma Libia di NPSG a Tripoli e Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG. Tra i partecipanti vi erano anche rappresentati di Stati, della società civile e della Corte Penale Internazionale.
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12ma ASP della CPI: NPSG organizza un evento parallelo su “Responsabilità per la Siria”
 

In occasione della 12ma sessione dell'Assemblea degli Stati Parte (ASP) della Corte Penale Internazionale (CPI) de L'Aja, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha organizzato un evento parallelo su "Responsabilità per la Siria", co-organizzato dalla delegazione d'Italia, il 23 novembre 2013 (dalle 13h15 alle 14h45), al World Forum. Sono intervenuti Suheir Atassi, Vice Presidente della Coalizione Nazionale Siriana e Capo dell'Unità di Coordinamento e Assistenza, Haytham al- Maleh, leader siriano dei diritti umani ed ex "ministro della Giustizia" della Coalizione Nazionale Siriana, incaricato di responsabilità e giustizia di transizione, Abdul Hadi Habal, attivista siriano dei diritti umani e Coordinatore del progetto in Siria di NPSG. Hanno inoltre partecipato all'evento rappresentanti degli Stati, della società civile, nonché la Corte criminale internazionale.
 

L'evento ha discusso la situazione in Siria e l'attuale mancanza di misure sufficienti da parte della comunità internazionale, che ha fornito una risposta davvero unitaria e tempestiva solo di fronte all'utilizzo di armi chimiche, esercitando una pressione sulla Siria per la loro distruzione. Ciò è stato riconosciuto come uno sviluppo positivo, ma tralascia l'attribuzione delle responsabilità per decine di migliaia di persone, uccise nel conflitto con armi convenzionali. I relatori hanno inoltre sottolineato che l'attribuzione delle responsabilità deve essere parte di eventuali colloqui di pace, auspicando che questi possano essere tenuti, e affermando che tutti i colpevoli di crimini commessi nel paese devono essere ritenuti responsabili per conservare una speranza per la stabilità, la riconciliazione e la pace in Siria.

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