Fatal error: Cannot use object of type content_handler_field_multiple as array in /var/www/vhosts/npwj.org/httpdocs/modules/i18n/i18nviews/i18nviews.module on line 74
Click here to see the English version
ottobre 2013
Direttore resp.: Nicola Giovannini
Visita la nostra pagina Facebook Seguici su Twitter

 Notizie

Ciao Sergio
 

Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) piange con enorme tristezza la scomparsa del Presidente Sergio Stanzani. Sergio era Presidente di NPSG dal 1997 contribuendo, con il suo carisma ed il suo impegno a favore dei diritti umani, alla lotta per la giustizia, lo stato di diritto e la democrazia.
NPSG è onorata di essere stata presieduta dal Senatore Sergio Stanzani, e vuole piangerlo e ricordarlo attraverso la lettera scritta da Gianfranco Spadaccia, che riportiamo integralmente.
 
Lettera di Gianfranco Spadaccia
“Ho conosciuto Sergio, come Marco, come Franco Roccella, quando sono entrato nell'università, un secolo fa' ormai, nel lontano 1953, e lui era già ingegnere, si era stabilmente trasferito da Bologna a Roma e aveva cominciato a  lavorare anche se ancora si occupava dell'Unione Goliardica Italiana, per conto della quale era stato il primo Presidente dell'UNURI, l'organizzazione rappresentativa degli studenti universitari italiani. Due anni dopo, nel 1955, ci ritrovammo insieme a tanti altri nel comitato costitutivo del Partito Radicale. Era il riconoscimento a una generazione che avevano saputo nell'Università, a differenza di quanto accadeva nel paese, rendere maggioritaria una organizzazione laica e davvero liberale.
Leggi l'articolo

Messa al bando universale delle Mutilazioni Genitali Femminili: Riunione ad alto livello per favorire l'attuazione della risoluzione ONU
 

Dal 22 al 25 ottobre 2013, il Ministero degli Affari Esteri italiano, insieme con UNFPA ed UNICEF hanno organizzato a Roma una conferenza internazionale per attuare strategie specifiche a livello nazionale, regionale ed internazionale, in conformità con la risoluzione che domanda una messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (A/RES/67/146), risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2012.
L'incontro, che ha ospitato attori chiave nel processo che ha portato all'adozione della risoluzione (Chantal Compaoré, First Lady del Burkina Faso ed Emma Bonino, Ministro Italiano degli Affari Esteri e fondatrice di NPSG), è un'importante opportunità per consolidare l'impegno politico globale  affinché la risoluzione ONU realizzi appieno il suo potenziale e assicuri la messa al bando delle MGF in tutto il mondo. Tale risoluzione, arrivata dopo anni di attività di sensibilizzazione condotte da una coalizione in continua espansione, composta da ONG e attivisti dei diritti umani, tra cui anche Non c'è Pace Senza Giustizia, chiede esplicitamente che la comunità internazionale e i singoli Stati membri adottino misure efficaci per affrontare e impedire questa violazione dei diritti umani.
Tra queste, anche l'applicazione della normativa in favore della messa al bando, allo scopo di proteggere le donne e le ragazze da questa forma di violenza e porre dunque fine all'impunità. È adesso fondamentale garantire la piena e rapida attuazione delle sue disposizioni e dei suoi principi a livello nazionale, regionale e globale. Solo uniti possiamo vincere questa lotta e liberarci da questo flagello, ridando speranza a donne e ragazze di tutto il mondo.
Leggi l'articolo

*Alvilda Jablonko è Coordinatrice del Programma sulle MGF di Non c'è Pace Senza Giustizia

Unione Africana: fallita la domanda keniota di non-cooperazione con la CPI, ma gli Stati Africani dovrebbero fare di più per difendere i diritti delle vittime africane
 

Il vertice straordinario dell'Unione Africana (UA), tenutosi oggi ad Addis Abeba, in Etiopia, si è concluso con un nulla di fatto in relazione al tentativo da parte del Kenya e di altri Stati membri di spingere i capi di Stato africani ad adottare una risoluzione che inviti alla non-cooperazione con la Corte Penale Internazionale (CPI), o addirittura al ritiro dallo Statuto di Roma.
Il processo al Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, accusato di crimini contro l'umanità per il suo ruolo nelle violenze post-elettorali del 2007 e del 2008, dovrebbe iniziare a L'Aja il 12 novembre, mentre il processo del suo Vice William Ruto è già iniziato il mese scorso. Benché entrambi gli imputati abbiano rispettato finora tutte le citazioni in giudizio, dato l'aumento delle prove contro i due leader vi è adesso la preoccupazione che possano smettere di cooperare. Una risoluzione di non-cooperazione da parte dell'UA avrebbe potuto fornire una qualche copertura politica per il Kenya, favorendo in tal modo il mancato rispetto dei suoi obblighi legali internazionali in qualità di Stato parte della CPI.
Sebbene la decisione adottata dal vertice dell'Unione africana non proponga o avalli la non-cooperazione o il ritiro, essa solleva ancora numerose questioni problematiche. Nei suoi riferimenti all'immunità del Capo dello Stato, la decisione dell'UA sembra dimenticare un dato essenziale, consolidato nel diritto internazionale ordinario e riaffermato nello Statuto di Roma della Corte: non c'è immunità davanti a crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio.   È semplicemente inaccettabile piazzare un'intera categoria di cittadini al di fuori del mandato di giustizia, e tra questi capi di Stato e di governo o uomini che agiscono in tali funzioni, anche se limitate al tempo in cui hanno ricoperto tali ruoli. Invece di favorire il rispetto della legge, una tale presa di posizione incoraggia i criminali a mantenere il potere a tutti i costi e nega alle vittime il diritto alla giustizia e alla riparazione.
Leggi l'articolo

* Alison Smith è Consulente legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia

Libia: NPSG e PRNTT accolgono la sentenza della CPI sul caso Al-Senussi, che preannuncia nuove potenzialità per la giustizia nel paese
 

“Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG ) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT), accolgono la decisione di oggi della Prima Camera preliminare della CPI che ha stabilito che il caso di Al-Senussi verrà affrontato in Libia, il che conferma che questo Stato non è solo positivamente desideroso ma anche in grado di prendersi cura di crimini di diritto internazionale commessi sul proprio territorio dai propri cittadini.
Sebbene i mandati di arresto della CPI contro alti funzionari di Gheddafi siano stati accolti dalle loro vittime e dal popolo della Libia, un processo fuori dal paese non è mai stato ben visto dai cittadini che volevano - e vogliono ancora – che i presunti autori dei crimini perpetrati durante la rivoluzione siano processati in Libia, così da affrontare la giustizia nello stesso luogo in cui si sono verificati i brutali attacchi.
Da quando il paese ha intrapreso riforme legislative, la sentenza della CPI segna una storica opportunità per le autorità libiche di dimostrare la loro capacità di rompere con un passato di impunità e abusi che caratterizzava il regime di Gheddafi, a favore di un nuovo rispetto per lo stato di diritto e per soddisfare, soprattutto attraverso il processo di Al-Senussi, la promessa di giustizia e risarcimento per le vittime e le loro famiglie. Spetta ora alle autorità giudiziarie libiche di garantire che i procedimenti siano condotti con equità, imparzialità e rispetto rigoroso di tutti i diritti del giusto processo, secondo i più alti standard internazionali”.
Leggi l'articolo

 Eventi

Libia: NPSG sostiene la riforma del settore della giustizia in materia di violenza sessuale e giustizia minorile
 

Nel quadro del suo Programma di Giustizia Transitoria in Libia, Non c'è Pace Senza Giustizia ha sostenuto e contribuito a una serie di iniziative volte a rafforzare la capacità delle istituzioni nazionali libiche e degli attori della società civile in materia di responsabilità, diritti umani e Stato di diritto, che si sono svolte a Tripoli.
Dal 20 al 22 ottobre 2013, NPSG, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Giustiza (High Judicial Institute HJI), ha tenuto un corso di formazione di tre giorni per giudici e pubblici ministeri di Tripoli, Misurata, Zawia, Khoms e Bengasi per di sviluppare capacità, conoscenze e competenze all'interno di istituzioni giudiziarie e investigative della Libia sulla base degli standard di legge internazionale, con riferimento particolare ad argomenti delicati come la violenza sessuale e la giustizia minorile. Il 21 ottobre 2013, NPSG ha anche organizzato un convegno sugli stessi argomenti ma coinvolgendo una vasta gamma di partecipanti, comprese le organizzazioni locali della società civile, studenti e professionisti legali, membri della magistratura, media, così come i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e ambasciate straniere.
La riforma giudiziaria è fondamentale per il riconoscimento della responsabilità dei crimini commessi e per la costruzione di fondamenti per una riconciliazione nazionale in Libia. In questo processo, le organizzazioni locali della società civile possono giocare un ruolo centrale in quanto ponte tra le vittime e il sistema giudiziario, nonchè per la loro posizione di forza per aumentare la consapevolezza sulla violenza sessuale in Libia.
Leggi l'articolo

Siria: NPSG conclude primo corso di formazione per attivisti dei diritti umani siriani sulla consapevolezza e documentazione delle armi chimiche
 

Dal 7 al 12 ottobre 2013, NPSG insieme con l'Assistance Cooperation Unit (ACU), il braccio operativo del Consiglio Nazionale Siriano (SNC), il Violations Documentation Centre in Syria (VDC) e il Global Political Trends Centre (GPOT) dell’Università Kültür di Istanbul, e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano, ha tenuto un corso di formazione sulla "Consapevolezza e documentazione sulle armi chimiche" , nella città di Gaziantep, nel sud della Turchia.
Tra i partecipanti erano presenti i rappresentanti di ACU e VDC, i rappresentanti di associazioni informali e ONG che lavorano all'interno della Siria, tra cui l’Unione degli Avvocati Siriani Liberi (Free Syrian Lawyers Union), la Commissione Siriana per la Giustizia e l’attribuzione delle responsabilità e Donne per la Pace. Tra i partecipanti, anche professionisti legali e personale medico operante in ospedali da campo nel nord della Siria, a Deir Azzor e nella campagna di Damasco.
Dal marzo 2011, violazioni estese e sistematiche dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale sono state commesse in Siria, senza che vi fosse alcuna prospettiva reale e seria di giustizia per le vittime di tali abusi. Gli attacchi contro i civili e le diffuse violazioni dei diritti umani continuano ad essere perpetrate quotidianamente dal regime, anche attraverso l'uso di artiglieria e, come recentemente e tragicamente dimostrato, di armi chimiche. C'è una grande necessità di giustizia transitoria, responsabilità e riconciliazione da promuovere e sostenere. A tal fine, Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) è impegnata in un programma di sviluppo delle competenze di gruppi della società civile siriana, degli attivisti per i diritti umani e per la democrazia al fine di promuovere il loro ruolo attivo nel campo della giustizia transitoria e per l’attribuzione delle responsabilità, tra cui la difesa e documentazione delle violazioni dei diritti umani, soprattutto in relazione alle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.
Leggi l'articolo