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ottobre 2016
Direttore resp.: Nicola Giovannini
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 Notizie

NPSG esprime il proprio rammarico per l’intenzione del Sudafrica di uscire dalla CPI e chiede agli stati di proteggere l’integrità della Corte
 

Mercoledì 19 ottobre 2016 il Sudafrica ha dato notifica della propria intenzione di ritirarsi dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, giustificandosi con l’incompatibilità dello Statuto con gli sforzi sudafricani volti alla promozione della pace e della stabilità nel continente africano. Questa notizia è stata preceduta dall’annuncio del ritiro del Burundi ed è stata seguita poco dopo da un simile annuncio del Gambia. Questi sono i primi stati che hanno deciso di ritirarsi dalla CPI, la cui carta fondante, lo Statuto di Roma, è stata stata firmata nel 1998 ed entrata in vigore nel 2002.
 
“Non c’è Pace Senza Giustizia prende nota con dispiacere del ritiro del Sudafrica dalla CPI. Se la questione relativa alla costituzionalità dello strumento di ritiro senza il consenso parlamentare è di competenza del sistema giudiziario sudafricano, la decisione dell’esecutivo di ritirarsi dallo Statuto di Roma, invece, lancia un chiaro messaggio politico riguardo al fatto che il governo sudafricano non sarà dalla parte delle vittime che hanno subito le atrocità, sebbene la storia del Sudafrica mostri che la pace e la sicurezza possono essere raggiunte solo attraverso la garanzia universale dei diritti umani. Al contrario quindi, sembra che il governo preferisca piuttosto parteggiare per coloro che cercano di guadagnare o riconquistare il potere attraverso la perpetrazione di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidi.
 
Aspettiamo speranzosi il giorno in cui il Sudafrica rientrerà a far parte della comunità di nazioni che ha deciso insieme che la forza non fa il diritto; che l’impunità per i crimini contrari al diritto internazionale è una minaccia e un affronto per l’umanità intera, che richiede una risposta a livello di giustizia globale laddove i sistemi nazionali non mostrino la volontà o la capacità di investigare e processare; speriamo anche che un giorno il paese si riunirà a quelle nazioni che hanno deciso insieme che coloro che hanno maggiore responsabilità per le atrocità commesse devono rispondere dei loro crimini a prescindere dalle loro funzioni istituzionali e dal loro status diplomatico.
 
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* Niccolò Figà-Talamanca è segretario generale di Non c’è Pace Senza Giustizia

Crans Montana Forum: Emma Bonino riceve il “Prix de la Fondation 2016”
 

In occasione del suo XVIII Homeland & Global Security Forum, tenutosi dal 19-21 ottobre a Bruxelles, il Crans Montana Forum ha organizzato una sessione speciale con il patrocinio dell’African Women’s Forum, su “Il ruolo delle Donne nella Sicurezza Globale”, che si è svolto al Parlamento Europeo.
 

In questo contesto, l’ambasciatore Jean-Paul Carteron, presidente onorario e fondatore del Crans Montana Forum, e Didier Reynders, vice primo ministro e ministro degli affari esteri del Belgio, hanno consegnato il “Prix de la Fondation 2016” ad Emma Bonino, ex ministro degli affari esteri italiano e commissario europeo per l’aiuto umanitario, oltre che fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia. Questo prestigioso premio è stato rilasciato, sin dal 1989, ai più importanti promotori della Pace, Libertà e Dignità Umana dell’epoca moderna.

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Giornata Internazionale delle Bambine: NPSG e PRNTT chiedono un maggior impegno per proteggere i diritti di bambine e giovani donne
 

In questa Giornata Internazionale delle Bambine, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si uniscono alla comunità internazionale per ricordare le eccessive lacune che ostacolano - a vari livelli e a volte in maniera brutale e crudele - il processo volto alla totale protezione dei diritti umani dei bambini, in particolar modo delle ragazze.
 
Milioni di ragazze in tutto il mondo sono ancora vittime, o sono a rischio, di violazioni dei propri diritti umani, sia sotto forma di diseguaglianza di genere sia sotto forma di discriminazione che nega loro le forme più elementari di autonomia e di autodeterminazione. Sono vittime di abuso sessuale, di sfruttamento e delle cosiddette pratiche tradizionali come la mutilazione genitale femminile e il matrimonio forzato, e troppo spesso si vedono negato il loro diritto alla salute, alla sicurezza e all’istruzione.
 
In questo giorno importante in cui riaffermiamo il nostro impegno nella difesa dei diritti delle ragazze, è importante anche notare che molti paesi nel mondo non dispongono ancora di un’appropriata ed efficace legislazione per proteggerle e che, laddove sono state emanate delle leggi, è mancata in seguito la volontà politica di metterle in pratica in modo efficace. NPSG e PRNTT fanno appello a tutti gli stati per esortarli a rivolgere il proprio impegno politico verso politiche concrete, efficienti e coordinate per rispondere alle sfide più urgenti e di carattere unico che le giovani donne sono chiamate ad affrontare in tutto il mondo e per assicurare il pieno rispetto dei loro diritti umani.
 
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Alvilda Jablonko è Direttrice del programma Genere e Diritti Umani di Non C’è Pace Senza Giustizia

NPSG celebra la Giornata Mondiale dell’Azione per l’Accesso all’Aborto Sicuro e Legale
 

Non c’è Pace Senza Giustizia celebra la Giornata Internazionale dell’Azione per la Decriminalizzazione dell’Aborto facendo appello agli stati per emanare e applicare una legislazione che garantisca l’accesso all’aborto per vie sicure e legali ed esortando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad adottare una risoluzione che riconosca questo giorno e lo renda ufficiale nel calendario dell’ONU.
 
L’aborto non sicuro rappresenta una questione di primo piano nell’ambito dei diritti umani e un disastro in termini di sanità pubblica. Ogni anno decine di migliaia di donne perdono la vita e in milioni affrontano complicazioni a causa delle leggi restrittive in materia che impongono alle donne e alle ragazze come unica soluzione quella dell’aborto in circostanze di mancata sicurezza, mentre altre sono imprigionate per aver abortito o per aver cercato di farlo. Nel mondo, circa il 40% delle donne in età fertile vive in paesi dove l’aborto non è permesso, è limitato o non è accessibile.
 
Tutti gli stati devono garantire alla donne il controllo pieno e incondizionato sulle loro decisioni riproduttive e di salute. La criminalizzazione dell’aborto viola i diritti delle donne, costringendole a prendere misure pericolose e clandestine che mettono a rischio la loro salute e la loro vita.
 
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 Eventi

XV Congresso di Radicali Italiani : Panel sulle persecuzioni delle minoranze dimenticate in Siria e Iraq
 

Domenica 30 ottobre, dalle ore 15 alle ore 20 nell'ambito del XV Congresso di Radicali Italiani che si è svolto a Roma dal 29 ottobre al 1° novembre, Emma Bonino ha presieduto una sessione transnazionale con ospiti italiani e internazionali. La sessione è stata articolata in tre panel, tra cui uno dedicato a "Persecuzioni delle minoranze dimenticate in Siria e Iraq", organizzato con il supporto dell’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG). Il panel ha fornito un importante momento di riflessione e approfondimento con esperti, giornalisti e rappresentanti delle minoranze perseguitate, come gli yazidi e i caldei, che hanno portato la propria testimonianza.
 
Al dibattito, moderato da Niccolò Figà Talamanca, segretario di NPSG, hanno partecipato Abdulahad Astepho, rappresentante assiro-caldeo siriaco, Nareen Shammo, attivista yazida e giornalista, Rami Nakhla, attivista e difensore dei diritti umani siriano e capo del team in Siria di NPSG, Francesca Paci, La Stampa.
 
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