Tunisia: NPSG si rallegra dell’impegno del governo a modificare alcune preoccupanti disposizioni della proposta di legge sulla sicurezza

Bruxelles – Roma, 19 Maggio 2015

 
Il 10 Aprile 2015 il Governo tunisino ha presentato una proposta di legge al Parlamento sulla “repressione degli attacchi contro le forze armate”. La proposta ha lo scopo di aumentare la protezione delle forze armate – comprese quelle militari, di sicurezza interna e doganali – e di respingere gli attacchi contro strutture ed oggetti. È stato preparato come risposta all’attentato del 18 Marzo 2015 al Museo Bardo a Tunisi e alla serie di attacchi letali alle forze di sicurezza per mano dei gruppi armati.
Facendo seguito alla sua presentazione davanti al Parlamento, il Governo tunisino ha dichiarato che intende emendare la bozza iniziale per affrontare i significativi problemi sollevati dai partiti politici e unioni tunisini, preoccupati per il fatto che varie disposizioni avrebbero limitato l’accountability e il controllo e compresso le libertà civili. 
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia: 

 
“La proposta di Legge sulla Sicurezza di Stato recentemente presentata dal Governo tunisino al Parlamento ha sollevato serie preoccupazioni. Alcune delle sue allarmanti previsioni hanno risvegliato oscure memorie del passato e addirittura contraddetto le idee e i principi che sottostanno alla Rivoluzione dei Gelsomini.
 
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono positivamente l’impegno del Governo a emendare la proposta di legge ed assicurare la sua conformità ai diritti civili e politici racchiusi nella Costituzione tunisina recentemente adottata e agli standard internazionali dei diritti umani.
 
“E’ ovviamente importante assicurare che le forze di sicurezza tunisine siano in grado di portare avanti il loro dovere di difesa della popolazione e dello stato di diritto, in particolare in un ambiente rovinato da crescenti minacce terroristiche. Ma ciò non può e non dovrebbe essere fatto alle spese della responsabilità democratica e legale delle istituzioni statali nei confronti dei cittadini che servono. Le notevoli vittorie e i progressi che la Tunisia ha fatto nel superare il proprio passato antidemocratico sono essenziali per la sua sicurezza: l’efficacia della risposta delle forze di sicurezza al terrorismo dipende dalla fiducia e dal rispetto che esse godono tra la popolazione che proteggono e tra la società nella sua interezza
 
“In particolare, l’attuale proposta di legge prevede il perseguimento a livello penale per l’offesa ad ufficiale di sicurezza volta a “danneggiare l’ordine pubblico”. Questa vaga formulazione mina il ruolo cruciale che hanno i media e gli attivisti della società civile nel criticare la condotta della polizia e delle altre forze di sicurezza e nel denunciare qualunque presunto illecito o abuso. È inoltre contraria al diritto alla libertà di espressione garantito dalla costituzione del 2014 e dalle norme di diritto internazionale
 
“Allo stesso modo preoccupano le previsioni che proibiscono di filmare le operazioni delle forze di sicurezza, apparentemente studiate per proteggere le forze di sicurezza non tanto dai terroristi, quanto dai giornalisti, dai media e dallo scrutinio dell’opinione pubblica, nonché le correlate norme sulla pubblicazione o addirittura il possesso di informazioni confidenziali non esaustivamente definite.
 
“Richiedono un emendamento anche quelle disposizioni che rendono le forze armate immuni dalla responsabilità penale in relazione all’uso letale della forza per combattere minacce alla proprietà, anche nel caso in cui non siano a rischio delle vite umane. Il diritto internazionale richiede che l’uso letale della forza da parte della polizia sia usato solo come ultima risorsa per proteggere vite umane.
 
“L’adozione di una nuova legislazione sulla sicurezza può costituire un testamento dell’impegno delle istituzioni tunisine a rispondere attraverso riforme appropriate agli interessi di tutti i Tunisini, assicurando che le forze di sicurezza abbiano i mezzi e l’autorità per proteggere efficacemente e responsabilmente sé stesse e la popolazione, restando allo stesso tempo responsabili nei confronti della popolazione che servono e delle istituzioni democratiche
 
“Nonostante l’attuale proposta di legge non soddisfa questi requisiti, NPSG e il PRNTT hanno la sicurezza che il parlamento e il governo della Tunisia lavoreranno assieme per assicurare che essa sia significativamente emendata per rimuovere tutte le disposizioni che restringono le libertà che le forze di sicurezza dovrebbero proteggere, e dimostreranno la loro dedizione al sostegno delle idee e dei principi su cui la nuova Tunisia si fonda".
 
 
Per ulteriori informazioni  è possibile contattare Gianluca Eramo (MENA Democracy program Coordinator) on geramo@npwj.org or Nicola Giovannini (Press & Public Affairs Coordinator) on ngiovannini@npwj.org or +32-2-548-3915.