Iraq: leader europei per il supporto ai processi di transizione post-ISIS

Bruxelles - 8 Giugno 2017


 

La conferenza organizata il 6 giugno al Parlamento europeo per discutere la situazione post-ISIS in Iraq è terminata con un generale consenso su un ampio apparato di questioni per far tornare gli sfollati nelle loro case e iniziare la ricostruzione. Tenendo presente che l’imminente caduta di Mosul non significa “Game Over” per le Istituzioni Europee e gli stati membri, la conferenza ha sviluppato sette priorità principali per l’Europa e le autorità irachene per la fase “post-ISIS” del conflitto in Iraq. Adama Dieng, intervenendo in qualità di rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha fatto notare che “la pace inizia con la tranquillità della mente”.
 
La conferenza ha riunito alti rappresentanti del Governo Iracheno, della regione autonoma del Kurdistan iracheno, delle Nazioni Unite, delle Istituzioni Europee, parlamentari europei e iracheni, e rappresentanti della società civile irachena.
 
“Non possiamo attendere. Dobbiamo iniziare il processo adesso” ha notato in apertura Ana Gomes, deputata europea nonchè promotrice dell’incontro. In una dichiarazione rilasciata dalla Presidenza, condivisa da Ana Gomes e il collega europarlamentare Elmar Brok, i partecipanti alla conferenza hanno identificato sette priorità principali:
 
1. L’evidente necessità di assicurare che il ritorno alle aree riconquistate sia dignitoso, sicuro e volontario. I rappresenanti presenti alla conferenza si sono accordati per definire misure di sicurezza nelle aree colpite, lavorando per assicurare che le forze di sicurezza siano accettate dalla popolazione, accertandosi che le persone delle aree riconquistate abbiano il diritto di determinare il loro futuro in ambito politico e della sicurezza, e reintegrando le Unita di Mobilitizzazione Popolare (“Popular Mobilization Units) nelle strutture di sicurezza irachene.
2. Assicurarsi la libertà di movimento degli individui e il soccorso e l’assistenza per la ricostruzione nelle aree riconquistate siano garantiti.
3. I partecipanti hanno affermato che la responsabilità per i crimini commessi è una questione critica nell’era Post-ISIS. I rappresenanti del Governo iracheno (compresi quelli della regione autonoma del Kurdistan) hanno riconosciuto il bisogno di sviluppare una strategia nazionale per affrontare le violazioni di diritto internazionale umanitario e diritto internazionale penale per tutti i responsabili, e identificare le apposite risorse sia nazionali che internazionali. Altre organizzazioni hanno sottolienato l’urgente bisogno di impegno da parte delle autorità irachene sulla responsablità giuridica, compreso il riconoscere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale. Dal momento in cui l’ISIS è un fenomeno globale che, a sua volte, necessita di una riposta glocale, le Nazioni Unite dovrebbero avere un ruolo di guida. I partecipanti hanno richiamato l’Unione Europea per assicurarsi il finanziamento e l’introduzione di un meccanismo di responsabilità che raccolga, preservi e analizzi le prove.
4. L’Iraq proteggerà la sua diversità. Durante l’incotro, le autorità irachene (comprese quello della regione autonoma del Kurdistan) hanno concordato sul rispondere alle necessità delle minoranze etniche e religiose irachene attraverso la promulagazione e l’attuazione della legislazione in materia e di prendere ulteriori misure per tutelare la religione e altri diritti e ottenere la decentralizzazione, se necesario.
5. Rispondere alla crisi umanitaria è una priorità immediata. Su base urgente, i partecipanti hanno richiamato le autorità irachene (compresa la regione autonoma del Kurdistan) per garantire l’assistenza salva-vita a tutte per persone che ne hanno bisogno e richiamare i donatori per finanziare interamente il Piano di Risposta (Response Plan) preparato dalle Nazioni Unite e i suoi partners.
6. Ove possibile, la ricostruzione dovrebbe essere accellerata.
7. Ulteriori sforzi dovrebbero essere rivolti al proteggere i piu vulnerabili. I partecipanti hanno sollecitato le autorità irachene, le istituzioni europee and gli stati membri a priorizzare l’assitenza umanitaria e ls ricostruzione per coloro che sono più vulnerabili, compresi i gruppi di minoranza, le donne e i bambini a seconda dei bisogni riscontrati.
 
I presidenti della conferenza hanno concluso che la diplomazia dell’Unione Europea, i meccanismi e le risorse dovrebbero essere meglio incanalati per supportare l’esecuzione di queste raccomandazioni. La dichiarazione completa può essere scaricata al: http://tinyurl.com/StatementoftheChair.
 
La conferenza ha avuto luogo in coincidenza con l’incombente liberazione di Mosul e disegnata per eseguire il Piano d’azione di Parigi (Paris Action Plan) presentato a settembre 2015 alla Conferenza Internazionale sulle vittime di violenza etnica e religiosa nel Medio Oriente tenutasi a Parigi e nel successivo evento a Madrid, avvenuto il 24 Maggio 2017.
 
La conferenza è stata ospitata dai Membri del Parlamento Europeo Ana Gomes e Elmar Brok e organizzata in collaborazione con Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG), l’Institute for International Law and Human Rights (ILHIR), la Konrad-Adenauer-Stiftung, l’Organizzazione dei Popoli e delle Nazioni non Rappresentati (UNPO) e Minority Rights Group International (MRG).

 
 

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