Affinché la giustizia conti

Una stima dell’impatto e del lascito della Corte Speciale per la Sierra Leone in Sierra Leone e Liberia (settembre 2012)


 
 Sondaggio commissionato dalla Corte Speciale per la Sierra Leone e condotto da Non c’è Pace Senza Giustizia in collaborazione con l’Istituto per il Diritto Internazionale della Sierra Leone, Manifesto 99, la Coalizione per la Giustizia e l’attribuzione delle responsabilità e la “Rete di ONG della Liberia”.
 

  •        Sondaggio commissionato dalla Corte Speciale per la Sierra Leone e condotto da Non c’è Pace Senza Giustizia in collaborazione con l’Istituto per il Diritto Internazionale della Sierra Leone, Manifesto 99, la Coalizione per la Giustizia e l’attribuzione delle responsabilità e la “Rete di ONG della Liberia”.

     

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Contesto

La Corte Speciale per la Sierra Leone (CSSL) è stata, sotto molti aspetti, la prima nel suo genere: la prima corte internazionale ad essere creata in seguito ad un accordo tra le Nazioni Unite e lo Stato in cui sono stati commessi i crimini; la prima tra le cosiddette “corti ibride”, in cui il coinvolgimento dello Stato e della sua nazione è considerato di massima importanza; la prima corte ad essere stabilita e ad operare nel paese in cui i crimini sono stati commessi; e la prima corte a considerare  il lavoro di sensibilizzazione ed il suo lascito come elementi fondanti del suo lavoro  fin dal principio. Da quando è stata creata nel 2002, la CSSL ha emanato capi d’accusa contro tredici individui e attraverso il suo lavoro ha cercato di lasciare un’eredità duratura  per la popolazione di Sierra Leone, Liberia e dell’intera regione.
La decisione sui ricorsi in appello archiviati  presso la Corte Speciale per la Sierra Leone riguardo il caso Charles Taylor, segnerà la fine ufficiale del lavoro giudiziario della CSSL.
Il sondaggio compiuto mira a determinare l’impatto della CSSL in Sierra Leone e Liberia attraverso i suoi procedimenti giudiziari, il lascito del suo lavoro e  del suo programma di sensibilizzazione. L’indagine, costituita da un questionario con domande a risposta aperta e a scelta multipla, è stata compiuta su 2.841 persone attraverso vari distretti e regioni in Sierra Leone e Liberia durante i mesi di giugno e luglio del 2012. I partecipanti sono stati scelti tra vari gruppi, in modo da rappresentare diversi percorsi di vita,  diverso genere ed età, con una particolare attenzione nell’ assicurare l’inclusione delle voci che sono state storicamente ignorate , comprese quelle di donne,  giovani e disabili. .
Il numero di questionari da somministrare è stato calcolato in base alla popolazione totale dei due paesi. Le statistiche mostrano che questo numero di sondaggi, in rapporto alla popolazione totale di entrambi i paesi, pari a circa 8,5 milioni, presenta un margine di errore dell’1,84% e un livello di attendibilità del 95%. Con un margine di errore del +/- 2% e un livello di attendibilità del 95%, se il 60% dei partecipanti  ha risposto‘si’, c’è il 95% delle probabilità che tra il 58% e il 62% della popolazione totale risponderebbe  ‘si’ a quella determinata domanda. Dunque, ad esempio, alla domanda “Cosa significa per te giustizia?” il fatto che il 72,49% delle persone abbia risposto  “Accertamento della verità” significa che c’è un 95% delle probabilità che tra il 70,65% e il 74,33% di tutta la popolazione di Sierra Leone e Liberia direbbe  che giustizia equivale ad accertamento della verità.
Stando così le cose, gli autori confidano che i risultati di tale indagine siano rappresentativi delle percezioni e del sentire generale  della popolazione di Sierra Leone e Liberia.
 
Risultati

In accordo con i risultati del sondaggio, il sentimento complessivo nei confronti della CSSL e del lavoro che essa ha portato avanti lungo gli scorsi dieci anni è decisamente positivo. Si può concludere che la CSSL ha, nel complesso, avuto successo nel realizzare i suoi obiettivi che- secondo la maggioranza della popolazione di Sierra Leone e Liberia – erano in primo luogo e soprattutto portare a termine i procedimenti giudiziari e  poi  seconda risposta più frequente, portare giustizia, pace e ristabilire lo stato di diritto. I risultati mostrano come l’opinione dominate tra la popolazione di Sierra Leone e Liberia sia sia che la CSSL sia riuscita a condurre procedimenti giudiziari nei confronti di coloro che hanno esercitato le maggiori responsabilità per i crimini commessi ed abbia  aiutato a contribuire alla restaurazione dello stato di diritto; tuttavia, molte persone hanno sottolineato la necessità di ulteriori procedimenti che tengano conto dell’intera catena di comando.. I risultati inoltre mostrano che la vasta maggioranza della popolazione di Sierra Leone e Liberia crede che la CSSL abbia dato un contributo positivo alla pace e allo stato di diritto nei loro paesi.
L’elevata conoscenza della CSSL, dei suoi obiettivi e del suo lavoro è evidente in entrambi i paesi, poiché più del 90% di tutti i partecipanti ha sentito parlare della CSSL, circa il 65% ha indicato un interesse per il lavoro della Corte e circa il 50% ha partecipato alle sue attività di sensibilizzazione nell’arco di questi dieci anni di esistenza della Corte, incluso l’ascolto dei relativi programmi radio.
Questo è un risultato davvero impressionante, soprattutto se si considera che dieci anni fa la corte era ancora un’idea giunta a realizzazione in un panorama di giustizia internazionale decisamente più rudimentale rispetto a quello odierno. Buona parte del suo successo può essere attribuita al lavoro della Sezione per la Sensibilizzazione e alla visione messa in piedi durante i primi passi della Corte, ovvero quella di essere un’istituzione inserita e rispondente alle aspettative e ai bisogni della popolazione di Sierra Leone e Liberia.
La Corte ha dovuto affrontare diverse sfide per realizzare tali conquiste, con successi altalenanti, dai quali si possono trarre lezioni per altre corti e tribunali. Queste lezioni riguardano il superamento di prove inevitabili, come ad esempio la mancanza di accesso alle aree isolate, considerato che molti partecipanti  hanno sottolineato la necessità di un’ulteriore e più diffusa sensibilizzazione in modo da raggiungere tutta la popolazione, in particolare nelle aree rurali. Riguardano anche le sfide che potrebbero  essere evitate, come ad esempio la continua battaglia della Corte per l’acquisizione di fondi, soprattutto per le attività di sensibilizzazione e lascito, visto che il sondaggio ha mostrato  come la conoscenza delle attività di lascito della corte  non fosse diffusa - soprattutto riguardo il rafforzamento del diritto. I partecipanti hanno indicatocome maggiori limiti della Corte la difficoltà di coprire le distanze, soprattutto in Liberia, e la situazione finanziaria.
La conoscenza del processo a Charles Taylor era diffusa in entrambi i paesi e le reazioni al giudizio e alla sentenza sono state comprensibilmente miste, soprattutto in Liberia. Molte persone in Liberia hanno sentito  come  ingiusto per il Presidente Taylor essere processato presso la CSSL, o che sia stato processato solo per i crimini commessi in Sierra Leone, e non per i crimini presumibilmente commessi in Liberia. Infatti, i Liberiani tendono a vedere la CSSL come una corte della Sierra Leone e la necessità di istituire una “Corte Speciale per la Liberia”è  stata più volte sottolineata .
La maggior parte dellepersone pensa che fosse importante che la verità venisse resa nota  poiché, secondo il loro punto di vista, costituisce parte della giustizia, soprattutto dopo il tipo di esperienze che hanno affrontato nei loro paesi. Nonostante ciò, una larga maggioranza ha indicato di non aver partecipato ad alcun processo per ristabilire la verità. Allo stesso modo, la maggioranza delle persone ha indicato di considerare la giustizia come una forma di riparazione, fatto di grande importanza considerato che circa la metà dei partecipanti si auto-identifica come vittima dei crimini di guerra o di crimini contro l’umanità. Tuttavia, un numero preoccupantemente ridotto di persone indica di non aver ricevuto alcuna altra forma di riparazione. Sebbene riparazioni economiche e materiali siano state una sottolineatura constante per molte ONG nei decenni scorsi, e ci siano stati alcuni progressi negli ultimi anni, questa è un’area che chiaramente richiede maggiore attenzione e impegno da parte dei governi e della comunità internazionale, identificati dalla maggior parte dei partecipanti come i principali responsabili della questione.
Molti partecipanti erano lieti che i loro punti di vista fossero  presi in considerazione ed hanno espresso il loro ringraziamento alla Corte Speciale per la Sierra Leone e gli organizzatori del sondaggio per aver dato loro l’opportunità di condividere le loro idee e prospettive su quelle che sono viste come importanti questioni per loro, i loro paesi e la regione.
 
Raccomandazioni

Quelle che seguono sono le principali raccomandazioni e lezioni apprese che sono emerse dai risultati dell’indagine e che le altre corti e tribunali dovrebbero considerare:
•Le attività di sensibilizzazione sono una condizione fondamentale per il successo delle corti e dei tribunali internazionali,  che devono coinvolgere la popolazione per ottenere la sua cooperazione e per assicurare impatto e  lascito positivi nei paesi colpiti da crimini.
•La sensibilizzazione dovrebbe quindi essere inclusa nel mandato formale delle corti e dei tribunali internazionali, preferibilmente nel loro statuto fondante o nei loro regolamenti, e dovrebbe essere finanziata  tramite il  loro budget regolare Il finanziamento della sensibilizzazione attraverso contributi indipendenti o volontari implica che il personale deve spendere considerevole tempo ed energie cercando fondi invece di condurre rilevanti attività di sensibilizzazione.
•La sensibilizzazione dovrebbe iniziare il prima possibile, preferibilmente quando nasce un interesse verso un particolare paese o inizia il lavoro in un particolare paese, e dovrebbe il più presto possibile estendersi fino a comprendere l’intero paese, indipendentemente da dove sono stati commessi i crimini.
•Le corti e i tribunali internazionali dovrebbero essere situati nel paese in cui sono stati commessi i crimini o almeno svolgere alcuni processi in quel determinato paese, per colmare l’inevitabile distanza  tra la corte, le vittime e le popolazioni colpite dai crimini.
•I meccanismi di giustizia di transizione dovrebbero essere concepiti  in modo da essere complementari , in modo che il ruolo di ciascuno di essi e le relazioni tra i diversi meccanismi siano chiare, così da evitare che carichi non realistici siano posti su un unico meccanismo e in modo da collocare ciascun meccanismo all’interno di una più ampia cornice di giustizia di transizione .
•Le corti e i tribunali internazionali dovrebbero iniziare un piano per assicurare un lascito e una strategia di completamento della loro azione e, preferibilmente, avere un paino preciso per entrambi prima ancora del loro ingresso in un particolare paese.
•Diversi attori, sia del paese in questione sia della comunità internazionale, dovrebbero essere coinvolti nel lavoro dei tribunali e delle corti internazionali per assicurarne il lascito, inclusi i membri del settore sicurezza, per massimizzare il lavoro di lascito potenziale ed evitare di caricare le corti e i tribunali internazionali con aspettative irrealistiche circa il lavoro che essi possono svolgere.