18mo anniversario del genocidio di Srebrenica: NPSG chiede che giustizia e riparazione per le vittime siano raggiunte

Bruxelles – Roma – New York, 10 luglio 2013

 
Diciotto anni fa, le forze serbo bosniache sotto il comando del Generale Ratko Mladić e con il supporto di Radovan Karadnic giustiziarono più di 8.000 uomini e ragazzi bosniaci e forzarono circa 25.000 donne, bambini e anziani a lasciare le loro case ed il proprio villaggio. Il massacro fu definito genocidio dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia nel 2004, una decisione confermata nel 2007 dalla Corte Internazionale di Giustizia. La popolazione di Srebrenica vive ancora nell’ombra di quell’orribile giornata: l’identificazione delle vittime è ancora in corso e molte famiglie aspettano tuttora certezze circa il destino dei propri congiunti.
 
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
 
 
“Commemoriamo quanti sono stati uccisi nel massacro di Srebrenica ed i loro congiunti sopravvissuti, molti dei quali sono vittime della pulizia etnica perpetuata dalle forze serbe. Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartto esprimono solidarietà alle vittime e continuano a chiedere giustizia per questo terribile evento, che rimane tra i numerosi orrori inflitti alla popolazione civile durante il conflitto nella ex Jugoslavia.
 
“Mentre la Serbia ha riconosciuto i crimini e finalmente consentito che Radovan Karadžić e Ratko Mladić fossero processati a L’Aja, il TPI per la ex Jugoslavia sembra avere perso del tutto la bussola. Alla fine dello scorso anno, l’ex Capo di Stato Maggiore dell’esercito Jugoslavo Momclilo Perisic è stato assolto dalla Camera di Appello attraverso qualche nuova ed improbabile teoria sulla responsabilità che cozza con la giurisprudenza ben consolidata. Tutto ciò nonostante l’enorme quantità di prove di assassini, atti disumani, evacuazioni forzate e persecuzioni a Srebrenica perpetrate delle forze militari della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzogovina, favorite, supportate e rifornite dallo stesso Perisic. Alla fine del maggio scorso la Camera di Primo Grado ha seguito l'esempio, assolvendo Jovica Stanisic e Franko Simatovic, nonostante prove schiaccianti dimostrassero che essi avessero stabilito, sostenuto e controllato alcune delle più famigerate unità criminali che commisero diffuse, massicce e sistematiche atrocità contro i civili in Croazia e Bosnia-Erzegovina. Come ha scritto il Giudice Picard nella sua opizione dissenziente sulla sentenza Stanisic e Simatovic, questo ci porta in un “posto molto oscuro”.
 
“E’ arrivato il momento che buonsenso e ragioni legali prevalgano a L’Aja. Se la Camera di Appello perseverasse in questa follia e decidesse di rimandare a Belgrado come eroi Jovica Stanisic e Franko Simatovic o, dio non voglia, Radovan Karadžić e Ratko Mladić, il TPI per la ex Jugoslavia avrebbe successo lì dove gli squadroni della morte di Srebrenica ed i cecchini di Sarajevo hanno fallito: riscrivere e dare una base giudiziaria a quella versione revisionista della storia in cui i crimini non sono mai avvenuti e le vittime semplicemente non contano.
 
“Oggi è il giorno per onorare la memoria di quanti sono stati uccisi e lo sforzo continuo delle famiglie per ricostruirsi una vita da sopravvissuti. Diciotto anni dopo, la loro lotta per ottenere giustizia e riparazione non è certamente finita, e NPSG ed il PRNTT rimangono al loro fianco ribadendo ancora una volta che i responsabili dei crimini commessi a Srebrenica siano consegnati alla giustizia.”

 
 

 
Per maggiori informazioni è possibile contattare Alison Smith tramite asmith@npwj.org o al +32-2-548 39 12 oppure Nicola Giovannini tramite ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915.