UNSC/Siria: il veto di Russia e Cina blocca il consenso schiacciante per assicurare la giustizia e l’attribuzione di responsabilità

Bruxelles - Roma - New York, 22 Maggio 2014

 
Dopo più di tre anni di violenta e sanguinosa repressione e la morte di oltre 150.000 persone, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) è stato finalmente chiamato oggi a votare una risoluzione - presentata dalla Francia e sponsorizzata da 62 Stati Membri delle Nazioni Unite - per invitare a deferire la situazione in Siria alla Corte Penale Internazionale. Dei quindici Stati Membri del UNSC, tredici membri, tra cui Francia, Stati Uniti e Regno Unito, tre dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, hanno votato a favore; Russia e Cina hanno usato il veto per opporsi alla risoluzione. La Siria non è uno stato membro della Corte penale Internazionale. La Corte non è quindi competente per i crimini commessi in Siria, a meno che non ci sia un rinvio da parte del Consiglio di Sicurezza o la Siria stessa riferisca la situazione.
 
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c'è Pace Senza Giustizia
 
 "Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono con favore il fatto che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) abbia formalmente votato una risoluzione al fine di deferire alla Corte Penale Internazionale (CPI) la situazione nella Repubblica Araba Siriana a partire da marzo 2011. Siamo gratificati dai continui sforzi diplomatici della Francia per portare la risoluzione in Consiglio e accogliere il sostegno degli Stati Uniti per quanto riguarda il testo. 
 
"Il sostegno espresso a favore della risoluzione da parte di tutti i membri del Consiglio di Sicurezza, con l'eccezione di Russia e Cina, segnala che un numero crescente di membri della comunità internazionale sono disposti a prendere misure volte a porre fine all'impunità e a perseguire coloro che sono maggiormente responsabili per le terribili atrocità che sono state commesse contro la popolazione civile in Siria. Russia e Cina, ostacolando l'adozione della risoluzione, portano addosso la vergognosa responsabilità di ostacolare un’azione per affrontare i reati in corso e gli abusi e per garantire che i loro autori vengano messi di fronte alle loro responabilità.
 
 "Negli ultimi tre anni, la Siria ha assistito a crimini contro l'umanità, crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani, che continuano ad essere perpetrate sempre con maggiore frequenza e impunità totale. Dall'inizio del conflitto nel 2011, NPSG e PRNTT hanno sempre sostenuto che l’intransigenza sull’attribuzione di responsabilità sia il modo migliore per contribuire alla causa della pace e della sicurezza in Siria. È anche essenziale per consentire un processo politico significativo che, dopo 40 anni di dittatura, potrebbe consentire valori democratici, istituzioni liberali ed un governo aperto ad esistere e prosperare all'interno del paese. 
 
"Finora, tutte le iniziative diplomatiche avviate dalla comunità internazionale non sono riuscite a trovare una soluzione alla crisi siriana, ancor meno sono riuscite a fermare lo spargimento di sangue. Un rinvio alla Corte Penale Internazionale avrebbe segnato con decisione che la comunità internazionale si sta finalmente muovendo per aiutare a mettere un punto al ciclo di impunità che sta devastando la Siria e nell'incoraggiare i combattenti a rispettare le convenzioni internazionali e il diritto bellico, in particolare quelli che proteggono i civili. Purtroppo, oggi la comunità internazionale ha perso l'ennesima occasione per dimostrare la propria coesione attraverso un'azione sensibile, responsabile e affidabile per sostenere gli sforzi del popolo siriano per garantire la giustizia, lo Stato di diritto e la protezione dei loro diritti umani. Russia e Cina sono da biasimare per questo fallimento e dovrebbero riflettere molto attentamente se la protezione che continuano a dare al Presidente Assad valga davvero il sangue che continua a macchiare le loro mani.”
 
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Il progetto di NPSG sulla giustizia e l’attribuzione di responsabilità: 

Il progetto di NPSG aspira a ridurre l’aspettativa di impunità e contribuire alla costruzione di una cultura di attribuzione delle responsabilità. Il fine è supportare i cittadini nella loro richiesta di attribuzione delle responsabilità e giustizia per le violazioni commesse giornalmente negli ultimi tre anni e, allo stesso tempo, dotare giudici e avvocati degli strumenti necessari per soddisfare tale domanda. Il fulcro del progetto sono una serie di corsi di formazioni e attività di perorazione, condotte a Gaziantep, Turchia, vicino al confine siriano, con giudici, avvocati e società civile siriani, che possono riportare in Siria e nel loro lavoro, le loro competenze e, cosa più importante, la loro aspirazione di giustizia. L'obiettivo di lungo termine di questo progetto è quello di promuovere la democrazia e la tutela dei diritti umani incorporando la giustizia di transizione e responsabilità al processo decisionale sulla risoluzione dei conflitti e la stabilità, lo sviluppo e la pianificazione di ricostruzione in Siria. L'obiettivo strategico del progetto è quello di sostenere la società civile siriana a giocare un ruolo attivo in materia di giustizia di transizione e di responsabilità includendo sostegno e documentando le violazioni dei diritti umani, tra cui ricezione, raccolta, collazione, confronto, elaborazione e memorizzazione in modo sicuro delle informazioni, documentazione, materiali e analisi allo scopo di stabilire ciò che è accaduto e ricostruire i processi decisionali che hanno comportato violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Siria dal marzo 2011.
 
 
For further information, please contact Alison Smith on asmith@npwj.org or +32-(0)2-548-3912 or Nicola Giovannini on ngiovannini@npwj.org or +32-(0)2-548-3915.