Libia: NPSG e i partner libici presentano raccomandazioni dq prendere in considerazione durante la 22ma sessione del Gruppo di Lavoro dell’UPR

Ginevra, 8 ottobre 2014

 
In vista del secondo ciclo della Revisione Periodica Universale (UPR) delle Nazioni Unite sulla Libia, Non c’è Pace Senza Giustizia ha prodotto, insieme alla Rete Libica di Monitoraggio dei Processi Giudiziari e alla Rete Civile per la Giustizia Transitoria, una serie di raccomandazioni su giustizia di transizione, sistema giudiziario e diritti delle donne in Libia.

 
Le raccomandazioni, dirette alle autorità libiche, si concentrano sulle seguenti aree:
- assicurare lo sviluppo di un processo di giustizia transitoria inclusivo ed efficace diretto alle violazioni dei diritti umani attuali e passate, che possa giocare un ruolo centrale per accrescere l’attribuzione delle responsabilità e lo stato di diritto del paese;
- assicurare la creazione di un sistema giudiziario coerente, trasparente e imparziale che sia conforme alle norme internazionali e che rappresenti un cambiamento forte rispetto agli abusi che hanno caratterizzato l’era di Gheddafi;
- affrontare passate e presenti violazioni dei diritti delle donne, in particolare in relazione al percorso delle donne verso il raggiungimento dell’empowerment, violazioni che sono tuttora diffuse e poco documentate.

 
Le raccomandazioni verranno prese in esame durante la 22ma sessione del Gruppo di Lavoro dell’UPR, che si terrà nel maggio 2015.
 

Raccomandazioni su Giustizia di Transizione e Stato di Diritto

  1. La Libia dovrebbe sviluppare una forte struttura legale per la promozione e la protezione dei diritti umani, assicurando che la costituzione e la legislazione nazionale siano perfettamente in linea con gli standard internazionali dei diritti umani; dovrebbe altresì completare la revisione del codice penale, del codice di procedura penale e di altri testi legali;
  2. Neccessità di implementare un approccio comprensivo alla giustizia di transizione, attraverso, tra le altre cose, la nomina di membri qualificati all’interno della Commissione di Accertamento e Riconciliazione, prendendo in considerazione le questioni di genere e assicurando che tutte le iniziative volte alla ricerca della verità siano coordinate tra loro. Una strategia sulla giustizia di transizione può contribuire a definire il modo in cui la società libica si evolverà, ponendo le basi per una nuova società democratica;
  3. Fornire capacità investigativa e, laddove necessario, finanziare la commissione per risalire alla verità, che si pone nel cuore del sistema di giustizia di transizione;
  4. La commissione di Accertamento e Riconciliazione deve assicurare lo sviluppo di meccanismi estesi e inclusivi, per poter informare la popolazione sugli sviluppi delle proprie attività e accertamenti;
  5. Rafforzare il ruolo di osservatori e mediatori, in particolare in seno al Consiglio Nazionale per le Libertà Civili e i Diritti Umani, che non dovrebbero essere considerati come antagonisti del governo, soprattutto quando provengono dalla società civile. Questo garantirà che siano evitati abusi e violenze;
  6. La giustizia di transizione non dovrebbe comprendere solo la giustizia penale, ma anche la ricerca della verità, le compensazioni e le riforme volte a garantire che le violenze non si ripetano. Le autorità libiche dovrebbero prendere in considerazione l’istituzione di un approccio socialmente dinamico alla ricerca della verità, approccio che assicuri la partecipazione di vaste sezioni della società civile, soprattutto di quelle che sono state e sono tuttora vittime di violazioni dei diritti umani;
  7. La legge sull’isolamento politico e le politiche relative dovrebbero essere revisionate, per assicurare che i criteri di controllo e la loro applicazione siano trasparenti, proporzionati e chiari;
  8. Qualunque commissione che si occupi di persone scomparse dovrebbe essere indipendente e imparziale, con le risorse adatte per portare avanti le ricerche, indipendentemente dalla loro affiliazione politica, e per fornire sostegno adeguato alle loro famiglie;
  9. Dovranno essere prese tutte le misure necessarie per assicurare un ambiente sicuro, libero da intimidazioni, che permetta lo svolgersi di processi agli appartenenti del vecchio regime e delle milizie armate, e allo stesso tempo assicuri che siano rispettate le norme internazionali del giusto processo;
  10. Assicurare piena cooperazione con la CPI e le sue decisioni;
  11. Per assicurare la massima efficacia dei tentativi di affrontare gli strascichi dei casi legati alla rivoluzione, l’Ispettorato Giudiziario dovrebbe creare un comitato che sia in grado di sorvegliare l’operato dei giudici coinvolti in questi casi;
  12. Elaborare una legge sull’amnistia in linea con gli obblighi dello stato nei confronti delle consuetudini di diritto internazionale, dato che la legge 38/2012 non soddisfa molti di questi criteri. La limitazione apparente nella sua applicazione, contenuta nella legge 35/2012, è ambigua e non fornisce alcuna indicazione sull’interpretazione del diritto internazionale; chiediamo dunque che il Governo modifichi tali leggi;
  13. Trasformare in legge il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2014 riguardante la Riparazione per vittime di stupro e violenza e facilitare la sua applicazione, in particolare per quanto riguarda l’articolo 3, assicurando che vengano elaborate misure legali e amministrative per facilitare le indagini su casi di violenza sessuale e di genere, a partire dalle violenze perpetrate durante la rivoluzione.

 
Raccomandazioni sul Sistema Giudiziario 

  1. La Libia dovrebbe inserire nel proprio apparato legislativo l’assoluta proibizione della tortura e una definizione della stessa che sia in linea con la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti;
  2. Fare tutto il possibile per ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti; la Convenzione Internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate; la Convenzione sullo status dei rifugiati del 1951 e il suo Protocollo Opzionale; il Protocollo Opzionale del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; ritirare qualsivoglia riserva sulla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna;
  3. Prendere i provvedimenti necessari per ratificare lo Statuto di Roma sulla Corte Penale Internazionale; rendere esecutiva la legislazione per incorporare i crimini inclusi nello Statuto di Roma nell’apparato legislativo libico, nonché cooperare pienamente con la Corte;
  4. Rafforzare il ruolo delle istituzioni statali, come il sistema giudiziario e la polizia giudiziaria, per sostenere lo stato di diritto attraverso il miglioramento della sicurezza per i pubblici ministeri, i giudici e i tribunali, per mezzo di operazioni congiunte dei Ministeri della Giustizia, dell’Interno e della Difesa;
  5. Sviluppare un apparato legale forte per la promozione e protezione dei diritti umani, assicurando che la costituzione e la legislazione nazionale siano a tutti gli effetti in linea con gli standard internazionali dei diritti umani, includendo il completamento della revisione completa del Codice Penale, del Codice di Procedura Penale e di ogni altra legislazione rilevante;
  6. Fornire garanzie legali a tutti coloro che sono vittime di detenzione illegale, permettendo loro di godere di diritti di compensazione applicabili, così come stipulato nel Patto Internazionale sui diritti civili e politici, trasparenti, coerenti e che rispettino i principi della non discriminazione e della uguaglianza di genere;
  7. Prendere tutte le misure necessarie per assicurare un contesto sicuro e libero da intimidazioni per i processi agli appartenenti del vecchio regime e delle milizie armate, assicurando al tempo stesso il rispetto degli standard internazionali per i processi equi;
  8. Rendere pubblici i risultati delle indagini riguardanti incidenti che possano essere accaduti a detenuti e assicurarsi che tali indagini vengano condotte da un giudice indipendente e imparziale e che l’Agenzia di Sicurezza Interna collabori pienamente;
  9. Identificare i responsabili degli omicidi dei detenuti e processarli in base alla legge vigente, per mezzo di processi equi e imparziali;
  10. Smettere immediatamente di minacciare o fare pressioni sulle famiglie delle vittime affinché accettino gli indennizzi, e permettere invece loro di manifestare liberamente e di esprimere le proprie opinioni sui procedimenti legali, senza paura di intimidazioni o minacce da parte delle forze dell’ordine;
  11. Fornire risorse umane adeguate affinché i casi possano essere affrontati in maniera consona e i detenuti vengano rilasciati o vengano iniziati i relativi processi. La questione dovrebbe essere considerata come questione urgente dal Parlamento e dovrebbe essere considerata come avente potenziale per la stabilità di lungo periodo della Libia;
  12. Per assicurare massima efficacia dei tentativi di affrontare gli strascichi dei casi legati alla rivoluzione, l’Ispettorato Giudiziario dovrebbe creare un comitato che sia in grado di sorvegliare l’operato dei giudici coinvolti in questi casi;
  13. Regolarizzare il sistema carcerario e assicurare che sia gestito dalle sole autorità libiche;
  14. Annunciare una moratoria su tutte le esecuzioni decretate dai tribunali militari e civili e assicurare piena conformità con le restrizioni contenute in particolare nell’articolo 6 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici; includere un limite all’uso della pena di morte, applicandola solo ai casi più gravi assicurando che, nei suddetti casi, vengano rispettate le garanzie per un processo trasparente.

 
Raccomandazioni sui diritti delle donne 

  1. La Libia dovrebbe ritirare qualsivoglia riserva sulla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, per garantire l’effettiva protezione dei diritti delle donne così come riconosciuti a livello internazionale e regionale, includendo nel proprio sistema legislativo la suddetta convenzione e il Protocollo di Maputo sui Diritti delle Donne Africane;
  2. Garantire totale uguaglianza delle donne nella nuova costituzione, in linea con gli obblighi della Libia nei confronti della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna e del Protocollo di Maputo sui Diritti delle Donne Africane. La Costituzione dovrebbe assicurare che le donne siano protette da qualsiasi forma di violenza, pubblica o privata, e che questa protezione venga legalmente applicata nei tribunali;
  3. Sviluppare leggi che criminalizzino la violenza privata, dando alle donne protezione adeguata;
  4. Abrogare o modificare le attuali leggi che discriminano la donna, articolo 375 del codice penale libico compreso. Cambiare in particolare le disposizioni che classificano la violenza sessuale come un crimine contro l’“onore”, e revocare le disposizioni che prevedono un abbassamento della pena per i perpetratori dei delitti d’“onore”;
  5. Approvare forti leggi anti-discriminazione;
  6. Assicurare adeguate risorse finanziarie, amministrative e umane per una protezione totale, per rafforzare le istituzioni nazionali e per mettere in pratica una legislazione organica per quanto riguarda gli indennizzi per le vittime di violenza di genere sessuale durante i conflitti;
  7. Assicurare, tra le altre cose, che le donne godano di un accesso diretto alla giustizia. Il Parlamento libico dovrebbe assumere la propria responsabilità nei confronti di vittime di violenza sessuale e di genere, trasformando in legge il Decreto proposto per la compensazione della condizione delle vittime di stupro o violenza, in particolare per quanto riguarda l’articolo 3, assicurando che vengano prese misure legali e amministrative per facilitare le condanne degli artefici di violenza sessuale e di genere, a partire dalle violenze perpetrate durante la rivoluzione;
  8. assicurare l’effettiva applicazione delle disposizioni contenute nella Risoluzione A/RES/67/146 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, adottando e facendo rispettare leggi e misure che mettano al bando le mutilazioni genitali femminili, includendo pene per gli autori e i loro complici, misure di prevenzione e sostegno per le vittime, includendo quelle facenti parte di comunità di migranti, in conformità con le disposizioni della Risoluzione dell’ONU.

 

Documentazione:

  • Joint submission on Libya and Transitional Justice: English / Arabic
  • Joint submission on the Libyan Judicial System: English / Arabic
  • Joint submission on Libya and Women's Rights: English / Arabic

 
NPSG in Libia
NPSG lavora sulla transizione in Libia fin dall’inizio del 2011, nell’ambito del suo progetto per sostenere la transizione democratica della Libia attraverso la giustizia e l’attribuzione delle responsabilità. Mentre il paese si mette al lavoro per mettere in atto riforme legislative, le autorità libiche hanno l’opportunità di rompere con l’eredità di impunità e abusi che era tipica dell’era di Gheddafi, concentrandosi invece sul rispetto per lo stato di diritto e l’impegno per reinstaurare la giustizia e restituire dignità alle vittime. Questo processo richiederà non solo l’investigazione e la persecuzione dei crimini e della violenza perpetrati durante la rivoluzione, ma anche degli sforzi per confrontare una storia di oppressione e abusi dei diritti umani che ha origini antiche.
 
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