Uganda: NPSG si rallegra del trasferimento di Dominic Ongwen alla CPI e chiede che si faccia un ulteriore sforzo affinché tutti i mandati di arresto vengano rispettati

Bruxelles – Roma – New York, 26 gennaio

 
Oggi Dominic Ongwen ha fatto la sua prima apparizione davanti al giudice della Seconda Camera Preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI), all’Aia. Dominic Ongwen è stato trasferito alla CPI il 20 gennaio 2015 dopo essersi arreso, all’inizio del mese,  alle truppe militari americane nella Repubblica Centrafricana.
Dominic Ongwen è stato comandante del movimento ribelle Esercito di Resistenza del Signore (LRA), nonché vice-comandante di Joseph Kony, capo dell’intero LRA. La CPI ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Ongwen nel 2005, mandato che include crimini contro l’umanità (omicidio, schiavismo, atti inumani; attacchi contro la popolazione e devastazione).
 
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di NPSG:  
 

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono il trasferimento di Dominic Ongwen alla CPI, considerandolo un passo importante verso l’obbligo di responsabilità nei confronti delle migliaia di vittime che l’Esercito di Resistenza del Signore ha mietuto in Uganda.
 
“Questo è anche il risultato di una fruttuosa collaborazione tra l’Uganda, gli Stati Uniti, la Repubblica Centrafricana, il Belgio, l’Unione Africana e la CPI. I mandati di arresto emessi dalla CPI rappresentano un invito ad agire per tutti i membri della comunità internazionale. La giustizia dipende dagli arresti individuali – e dalla cooperazione dei singoli Stati perché questo sia possibile. NPSG e PRNTT, pertanto, invitano tutti gli Stati affinché facciano il possibile per  consegnare alla giustizia joseph Kony e Okot Odhiambo, i leader dell’LRA che sono ancora in libertà, così come tutti gli altri fuggitivi.
 
“Speriamo che questi procedimenti contribuiscano all’indebolimento dell’LRA, ancora attivo nell’Uganda del nord, nella Repubblica del Congo, in Sud Sudan e nella Repubblica Centrafricana e mettano fine alle sue atrocità. Questa è anche un’opportunità, per la CPI e per la comunità internazionale, di rinnovare il loro impegno nei confronti delle vittime dell’LRA, non solo in Uganda ma anche negli altri paesi coinvolti. Il Governo dell’Uganda dovrebbe, inoltre, muoversi verso giustizia e attribuzione di responsibilità, attraverso la Divisione Criminale Internazionale della Corte Suprema dell’Uganda e altri meccanismi che hanno lo scopo di soddisfare il principio di complementarietà stipulato nel preambolo e nell’Articolo 1 dello Statuto di Roma.
 
“Finalmente NPSG e il PRNTT esortano la CPI ad implementare immediatamente una strategia efficace di informazione e di sensibilizzazione in Uganda, anche attarverso una presenza nel territorio. Questo è di fondamentale importanza per promuovere la comprensione dei procedimenti legali e per rispettare le aspettative, i bisogni e le priorità delle comunità colpite e dell’intera popolazione. La CPI deve altresì assicurare la partecipazione attiva delle vittime, con un’attenzione particolare alle donne e ai bambini, affinché possa essere compiuto il suo ruolo principale, cioé quello di consegnare senso di giustizia e presa di responsabilità alle vittime dei crimini che vengono investigati e perseguiti”
 
 
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Per maggiori informazioni, si prega di contattare Alison Smith (Consigliere Legale e Direttore del Programma sulla Giustizia Penale Internazionale) all’indirizzo asmith@npwj.org o Nicola Giovannini (Coordinatore dell’Ufficio Stampa) all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915.