Giovedì 3 Marzo 2011 Greta Barbone in rappresentanza di Non c’è Pace Senza Giustizia, insieme ai rappresentanti di Human Rights Watch (HRW), Parliamentarians for Global Action (PGA) e della Coalition for the International Criminal Court (CICC) ha spiegato ai media l’attuale situazione in Libia e le implicazioni derivanti dall’ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, comprese le prossime azioni della CPI, e il ruolo che le ONG e l’Unione Europea potrebbero recitare in questo processo, tra le altre questioni cruciali.
La conferenza stampa, che è stata organizzata dalla CICC presso gli uffici della CICC/HRW a Bruxelles, è stata condotta da Kirsten Meersschaert Duchens (CICC), con gli interventi di Elizabeth Evenson (HRW), Greta Barbone (NPWJ) e David Donat Cattin (PGA).
Nel suo intervento, Greta Barbone ha elogiato la risoluzione unanime del Consiglio di sicurezza che affida la situazione in Libia alla Corte penale internazionale (CPI) e ha accolto con favore la rapida decisione dell’Ufficio del Procuratore di aprire un’indagine. “Questo contribuirebbe”, ha detto, “alla preservazione delle informazioni e delle prove sul campo e al rafforzamento del messaggio che ci sono dirette e immediate conseguenze per coloro che usano la violenza contro manifestanti pacifici. Ciò che ci aspettiamo è che nei prossimi mesi l’Ufficio del Procuratore continui a raccogliere informazioni da tutte le fonti rilevanti nonché le proprie attività di indagine direttamente sula base delle fonti primarie all’interno e all’esterno del Paese”.
“Ci aspettiamo anche che la Corte penale internazionale avvii in Libia il più presto possibile delle attività di sensibilizzazione per garantire la diffusione di informazioni precise sull’attività della Corte penale internazionale e sui diritti delle vittime sulla base dello Statuto di Roma, in modo che le vittime possano prendere una decisione informata sul modo in cui vogliono esercitare i loro diritti così come previsti dallo Statuto e che le comunità interessate possano decidere quello che vogliono faccia a faccia con la Corte penale internazionale e la giustizia”.
Il rappresentante di NPSG ha anche richiesto per la regione MENA meccanismi credibili di giustizia transitoria e processi atti ad individuare chi in passato si sia reso responsabile delle violazioni e rimuoverlo dalle posizioni di potere. “Ciò contribuirebbe a tracciare una linea tra il vecchio e il nuovo rendendo in tal modo il cambiamento verso la democrazia effettivo e durevole” ha affermato Greta Barbone.
NPSG sta lavorando dal 2007 sulla giustizia transitoria nella regione MENA in modo ampio con il Al Kawakibi Democracy Transition Center (KADEM), una organizzazione, con sede a Tunisi, che è anche il coordinatore dell’Arab Transitional Justice Working Group. Nei prossimi mesi continueremo a lavorare nella regione MENA con i nostri partners locali per garantire che siano appurate le responsabilità di coloro che hanno commesso crimini durante il regime autoritario.
Rassegna Stampa:
Arrêter Kadhafi “le plus tôt possible”
La Cour Internationale va enquêter sur 10 à 15 responsables libyens
Le Soir, 4 mars 2011
Per ulteriori informazioni, contattare Greta Barbone su gbarbone@npwj.org o Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-3915.