Il 9 luglio 2012, Nabeel Rajab, un importante attivista dei diritti umani del Bahrain e presidente del Centro Bahrain per i diritti umani, è stato condannato in contumacia a tre mesi di carcere con l’accusa relativa a commenti anti-governativi prodotti sui social media, tra cui Twitter . La condanna è per una delle numerose accuse a carico di Rajab, che era già stato arrestato e rilasciato due volte dall’inizio di maggio. Il suo processo d’appello è previsto per il 18 luglio.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“La condotta del Governo del Bahrain nei confronti della popolazione civile e dell’opposizione politica è stata, a ragion veduta, criticata fortemente. Come evidenziato dal rapporto della Commissione d’Inchiesta Indipendente del Bahrain (BICI), reso pubblico il 23 novembre 2011, le forze di sicurezza del Bahrain hanno perpetrato “massicce violazioni sistematiche e una diffusa tortura” contro i civili durante le proteste di massa nei mesi di febbraio e marzo del 2011. Nonostante l’impegno generato con l’accettazione da parte delle più alte autorità del Bahrain del rapporto e delle raccomandazioni in esso contenute, è cambiato poco o nulla e il popolo bahrenita continua a subire violenze per mano del proprio Governo.
Il 25 maggio 2012, il Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite (UN Human Rights Council – UNHRC) ha convocato il Gruppo di lavoro sulla Revisione Periodica Universale (UPR) del Bahrain. Il presidente dell’UNHRC, Laura Dupuy Lasserre, ha colto l’occasione per esprimere le sue preoccupazioni sulla repressione e sulle intimidazioni in corso in Bahrain. Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), in partnership con Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), ha organizzato l’incontro “Per la giustizia in Bahrain” il 21 maggio 2012, a margine della UPR. Presenti alla riunione erano importanti difensori dei diritti umani del Bahrain, espressamente indicati da Lasserre per essere stati oggetto di minacce e intimidazioni da parte del Governo bahrenita. Il messaggio centrale della riunione – nonché della UPR – è irrobustito dalla detenzione di Nabeel: le condizioni in Bahrain rimangono di grande preoccupazione, la situazione umanitaria è allarmante e violazioni dei diritti umani sembrano continuare senza sosta.
Data la condanna di Nabeel per i tweet contrari alle autorità, è ancora più urgente per la comunità internazionale chiedere che il Bahrain risponda delle proprie responsabilità. Ciò include l’attuazione in toto del rapporto della Commissione d’Inchiesta in tempi rigorosamente brevi e attraverso un attento monitoraggio e assicura che i cittadini possano impegnarsi attivamente nella riforma democratica e contribuire all’ancoraggio del futuro del loro Paese alla democrazia, allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani fondamentali.
La reclusione di Nabeel per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione dimostra l’incapacità del regime di voler rispondere favorevolmente alle raccomandazioni del Consiglio dei Diritti Umani. L’opposizione politica del Bahrain e gli elettori continuano a subire violazioni dei diritti umani, ostacolando fortemente la possibilità che si verifichi qualsiasi cambiamento significativo per il futuro politico del Paese, sia nel breve che lungo termine. Il Governo deve proteggere, piuttosto che negare, i diritti fondamentali, tra cui la libertà di espressione. NPSG e il PRNTT condannano fermamente la detenzione di Nabeel Rajab e si appellano per il suo rilascio immediato.”
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare Nicola Giovannini a ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-39 15.


