CPI: NPSG e il PRNTT si congratulano per la decisione della CPI di tenere parte del processo di Bosco Ntaganda nella RDC

20 Mar, 2015 | Comunicati Stampa

Roma – Bruxelles, 20 Marzo 2015

Il 19 Marzo 2015 la VI Sezione della Corte Penale Internazionale ha raccomandato che le arringhe di apertura del processo a Bosco Ntaganda si tengano a Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo. In seguito a questa decisione, la Presidenza della CPI si consulterà con le autorità della RDC e deciderà sulla questione in consultazione con i giudici della CPI stessa.
Il Sig. Ntaganda è il presunto ex vice-capo dello Staff Generale delle Forze Patriottiche per la Liberazione del Congo ed è accusato davanti la CPI di 13 crimini di guerra e cinque crimini contro l’umanità presumibilmente commessi in Ituri, RPC, nel 2002-2003. Bunia è sufficientemente vicina alla maggioranza delle vittime dei crimini commessi, nonché il solo luogo considerato appropriato dalla Corte per ragioni logistiche e di sicurezza.

Dichiarazione di Alison Smith, Consulente Legale e Direttrice del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono questa importante decisione che parte del processo contro il Sig. Ntaganda possa tenersi nello Stato interessato. Mentre la CPI ha sede all’Aja e tutte le situazioni di cui si occupa la Corte sono lontane da lì, questa è la prima volta che i giudici della CPI hanno usato l’Articolo 3(3) dello Statuto di Roma, permettendo alla Corte di riunirsi altrove e tenere le udienze in loco. Questa decisione è una risposta incoraggiante alle aspirazioni di vedere i presunti perpetratori dei crimini affrontare la giustizia nel luogo in cui i crimini stessi sono stati commessi, e noi speriamo che sempre più decisioni simili saranno prese in futuro in altre situazioni davanti alla Corte.

“Nel corso degli anni NPSG e il PRNTT hanno costantemente raccomandato che, ovunque possibile, la CPI tenesse i processi o parte di essi in situ al fine di portare il lavoro della Corte più vicino ai diretti interessati, vale a dire le vittime dei crimini giudicati dalla CPI. Ciò è cruciale affinché la Corte possa realizzare gran parte de proprio ruolo, che consiste nel trasmettere un senso di giustizia alle vittime dei crimini commessi nell’ambito del diritto internazionale. Questa decisione ha il potenziale per aiutare le popolazioni colpite in Inturi e per portare loro significativa accountability. Dunque, facciamo appello alla Presidenza della CPI e alle autorità della RDC a non risparmiare nessuno sforzo per raggiungere una decisione finale positiva nel senso di tenere le arringhe di apertura del caso contro Bosco Njaganda a Bunia.

“È della massima importanza che la Presidenza della CPI e l’Ufficio del Registro, assieme allo Stato della RDC, trovino una soluzione per tenere in situ le arringhe di apertura, garantendo il massimo accesso ad un grande pubblico. Le vittime non possono rimanere frustrate nel loro legittimo desiderio di veder fatta giustizia e la Corte dovrebbe lavorare con la RDC per assicurare che le udienze abbiano luogo a Bunia in un sito con sufficiente capienza. Inoltre, dovrebbe essere resa disponibile la trasmissione in diretta delle udienze per raggiungere il maggior numero possibile di persone.

“Infine, NPSC e il PRNTT sollecitano la CPI ad applicare efficaci e durature attività di sensibilizzazione e strategie mediatiche nel Paese, in modo da coinvolgere le vittime e le comunità colpite in merito al significato delle arringhe di apertura e al mandato della Corte in generale. Questa è una grande opportunità per la Corte, ed essa dovrebbe usarla per promuovere la cognizione e la comprensione dei procedimenti legali nella RDC.”

Per maggiori informazioni, contattare Alison Smith asmith@npwj.org o +32 (0)2 548 39 12) oppure Greta Barbone (gbarbone@npwj.org o +39 06 68979261).